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A 50 anni si rimettono in gioco e aprono un ristorante: il sogno delle chef toscane diventa realtà grazie a un incontro casuale

Maria Campagna (a sinistra) ed Elisabetta Becagli
Maria Campagna (a sinistra) ed Elisabetta Becagli

Maria ed Elisabetta hanno avuto percorsi diversi, ma un obiettivo comune: aprire una trattoria di pesce

13 novembre 2024
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CAMPI BISENZIO. Rimettersi in gioco a 50 anni per scelta e anche per necessità. Per Maria Campagna ed Elisabetta Becagli le strade sono state diverse, ma l’obiettivo lo stesso: aprire una trattoria di pesce. Così, dopo un incontro casuale, le due chef hanno dato vita al “Biancospino” un locale che si trova a Campi Bisenzio. Maria e Elisabetta erano state vicine di casa e si sono ritrovate con una sorpresa quasi da favola televisiva a partecipare con ruoli diversi all’associazione Cuochi fiorentini. Entrambe cinquantenni hanno deciso di dare gambe a quel sogno tenuto per troppo tempo chiuso nei cassetti e così hanno deciso di dar vita al “Biancospino” che si trova nella via omonima.

Come nasce

«E così abbiamo aperto il nostro locale con tanta soddisfazione - raccontano le due socie - Abbiamo scelto di distinguerci un po' rispetto alla grande offerta ristorativa già presente sul territorio con un locale di pesce fresco, ma non solo, riservando infatti una parte del menù anche a piatti vegetariani come tortelli, verdure fritte e taglieri di formaggi». Vanno avanti le due cuoche imprenditrici: «Per tutto puntiamo sulla qualità e sulla freschezza, grazie alla nostra cucina espressa, poco elaborata ma con rivisitazioni originali».

Le due protagoniste

Diverse le stazioni di partenza: Maria, figlia di Oreste Campagna, nasce in una famiglia dedita alla ristorazione nel territorio di Calenzano da decenni. Comincia a praticare da adolescente, nel primo ristorante aperto dal padre a Le Croci, poi successivamente con i fratelli e i genitori si trasferisce a Legri nella nuova attività, che venderà solo nel 2013, dopo la morte del babbo. Da quel momento prendono il via altre esperienze, altrettanto intense e di valore, come l'attivismo nell'Associazione Cuochi Fiorentini (di cui è diventata la presidente un anno e mezzo fa) o la partecipazione, come cuoca volontaria, a missioni di aiuto con il “Dipartimento solidarietà ed emergenza” della “Federazione italiana cuochi”. Elisabetta, fiorentina di origine ma calenzanese di adozione, ha le idee chiare su quale sia la sua “vocazione” fin da giovane: frequenta l'istituto alberghiero e, dopo qualche anno di pausa per crescere i figli, si rimette a studiare frequentando tanti corsi di ristorazione. Mette su una ditta di chef a domicilio, circa un quindicennio fa, cucinando per eventi e cerimonie in tutta la Toscana.

La svolta

Le richieste non mancano, ma il Covid arresta tutto. La svolta grazie all'incontro con Maria, entrambe desiderose di rimettersi in gioco. La loro cucina punta sulla qualità. «Le materie prime che utilizziamo sono a km zero, grazie a fornitori di zona, e sono riconosciute come Igp e Dop. –  dicono Maria e Elisabetta – Solo per fare qualche esempio, i formaggi e gli olii sono di aziende agricole di Calenzano che, non ci dimentichiamo, è “Città dell'olio”, il fagiolo è quello di Sorana, i marroni per la farina vengono dal Mugello o dalla Lunigiana, gli amari sono di marchi fiorentini».

E concludono annunciando una novità del loro locale: «Tornando alla nostra specializzazione, siamo molto orgogliose di inaugurare, da metà novembre, la nostra “ostricheria”, che darà ai nostri clienti e ai palati più fini una scelta ancora più ampia nel menù di pesce».

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