Crollo nel cantiere Esselunga, sentiti in procura i produttori della trave: il punto sull'inchiesta
Il consulente dei pm ha chiesto 60 giorni per pronunciarsi sulle cause dell’incidente sul lavoro nel quale hanno perso la vita cinque operai
FIRENZE. Non si fermano le indagini della procura sulle cause del crollo verificatosi nel cantiere per la realizzazione dell’Esselunga di via Mariti, in cui hanno perso la vita cinque operai. Oggi sono stati sentiti dai pm i vertici della Rdb, la ditta abruzzese che ha fabbricato la trave di cemento armato coinvolta nel cedimento dell’edificio in costruzione. Nei giorni precedenti erano stati ascoltati anche manager di Esselunga. Nessuna persona al momento risulta indaga nell’inchiesta. I pm Francesco Sottosanti e Alessandra Falcone, titolari del fascicolo insieme al procuratore Filippo Spiezia, ipotizzano i reati di omicidio colposo e crollo colposo.
Secondo quanto si apprende, sarebbero stati ascoltati, come persone informate sui fatti e non in qualità di indagati, l’amministratore delegato della società abruzzese, oltre a un ingegnere a un tecnico. Complessivamente in queste settimane i magistrati, la polizia e gli ispettori della Asl hanno sentito diverse decine di persone, per ricostruire con esattezza eventuali responsabilità. L’obiettivo è, per così dire, quello di non sparare nel mucchio, evitando di indagare persone palesemente estranee ai fatti del crollo. Lo ha ribadito giovedì scorso anche il procuratore capo Spiezia: «Stiamo facendo un lavoro molto attento, ci è sembrato doveroso procedere ad una attenta selezione dei profili di responsabilità individuale anche nella fase di emersione dei soggetti indagabili, quindi da questo punto di vista il lavoro sta continuando. Un lavoro nel quale gli aspetti tecnici hanno la loro importanza però la direttiva che ho dato all’ufficio e che vale per tutte le inchieste è che bisogna mantenere alto il profilo delle garanzie, quindi evitiamo di fare polveroni, facciamo un’azione molto selettiva».
Per capire che cosa abbia trasformato il cantiere in una tomba di cemento per cinque operai gli inquirenti si sono affidati a un superconsulente, l’ingegnere Stefano Podestà. Il docente dell’ateneo genovese, che oggi col suo team ha eseguito un nuovo sopralluogo nel cantiere, ha chiesto sessanta giorni per chiarire le cause del crollo. Si lavora per capire se abbia ceduto la trave, oppure il “dente” di cemento armato su cui poggiava, se ci siano stati errori nella produzione di questi due elementi prefabbricati, o ancora se ci siano stati problemi nel loro assemblaggio. Una volta che la dinamica dei fatti sarà più chiara grazie alla consulenza, allora scatteranno le prime iscrizioni sul registro degli indagati.
Nella tragedia di via Mariti hanno perso la vita Luigi Coclite, 59 anni, di Collesalvetti; Taoufik Haidar, 43, del Marocco; Mohamed El Farhane, suo connazionale di 24 anni; Mohamed Toukabri, tunisino di 54 anni e Bouzekri Rahimi, 56, originario del Marocco.