Il Tirreno

Lutto

Bibbona, uniti per 55 anni muoiono a distanza di 36 ore. Le ultime toccanti parole del figlio al padre

di Francesca Bandinelli

	La coppia
La coppia

Il figlio ricorda i genitori, uniti da un grande amore: «Per babbo è stato un colpo troppo duro da sopportare»

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BIBBONA. Una vita insieme, lunga 55 anni. Un amore forte, fatto di condivisione, affetto e stima reciproca. E un addio, doppio, consumato nell’arco di 36 ore. Prima è venuta a mancare Lolita Ghezzi, la moglie, il 12 marzo, poi è spirato il marito, Sergio Cresti, attorno all’ora di pranzo di due giorni dopo, il 14 marzo. Non è riuscito a sopravvivere: sopraffatto dal dolore, non appena ricevuta la notizia dell’addio all’adorata compagna di una vita, dal suo letto dove era rimasto costretto nelle ultime settimane, si è voltato dall’altra parte e si è consumato così, come una candela a cui avevano sottratto l’ossigeno all’improvviso.

La cerimonia funebre, congiunta, è stata l’ultimo viaggio insieme, come insieme avevano trascorso la gran parte della loro vita.

«Mamma, 81 anni, ha dovuto fare i conti prima con la positività da Covid, ormai diverso tempo fa, che già l’aveva portata ad allontanarsi da casa, poi anche con un progressivo peggioramento dell’Alzehimer di cui soffriva - racconta Michele, il figlio -. Questa separazione era già stata un dolore incredibile, per entrambi i miei genitori. Quando era tornata a casa, si era deciso di avvalersi anche dell’aiuto di alcune collaboratrici in grado di poterla accudire e, al tempo stesso, di sollevare il babbo dalle sue incombenze. Il rapporto, però, è sempre stato strettissimo tra loro due. Quando è stato necessario procedere con un ricovero in una struttura, la Casa di riposo Casafattori, a Bibbona, il babbo aveva faticato ad accettarne la nuova separazione. Lo avevamo portato anche trovarla, ma vederla lì per lui era un dolore».

Nel frattempo, Sergio, 84 anni compiuti, ha dovuto fare i conti con una malattia, la miastenia che progressivamente si era aggravata. «Più o meno dalla metà di febbraio, la situazione per lui si è complicata. Da una parte le pesanti cure a cui era sottoposto, dall’altra una caduta: il quadro clinico lo ha portato ad essere allettato, quasi definitivamente. A corrucciarlo, però, era sempre il solito tarlo: la lontananza dalla sua Lolita».

Quando le loro mani, ormai 55 anni fa, si erano incrociate, in un attimo avevano toccato il cuore dell’eternità: con lo scorrere delle giornate niente è cambiato, il sentimento si è fatto persino più forte. La signora Lolita se n’è andata il giorno del cinquantesimo compleanno del figlio Michele. Quando si è precipitato al capezzale del padre, lo ha trovato lì, raggrumato nel suo dolore, troppo intenso anche per essere espresso a parole. «Ha fatto un sospiro e lì dentro c’era tutto - continua il figlio -. Non c’era bisogno che aggiungesse niente, ero consapevole di quanto il suo cuore fosse in frantumi. Più di mezzo secolo insieme non si può buttare via, come con un colpo di spugna. È lì che ho detto al babbo: “Se vuoi raggiungere la mamma, vai”. Si era già lasciato andare quando era stato costretto a sopportarne l’assenza fisica, la sua dipartita è diventata un fardello troppo pesante da poter sopportare in quel gracile corpo. E così, 36 ore dopo la morte della mamma è spirato anche lui, come a volerla andare a raggiungere, nel paradiso delle anime e dell’amore». Il funerale è stato celebrato insieme, come insieme avevano vissuto in maniera spensierata, pur tra le piccole difficoltà quotidiane, la loro vita. «Chi li ha conosciuti, di loro ha ricordato soprattutto il grande amore. Ed è quello che anche io voglio portarmi per sempre dentro, manifesto di una bellezza destinata a non scomparire mai».

Come scrisse Aldous Huxley, ne Il mondo nuovo, “il desiderio di due cuori che si amino veramente non è vivere insieme, ma morire insieme”. E Lolita e Sergio lo hanno fatto fino alla fine, lasciando le spoglie terrene 36 ore l’una dall’altro. 

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