Si ribalta con la sedia a rotelle su un mezzo della Misericordia: muore dopo un intervento
Pietrasanta, l’uomo è scomparso dopo una lunga degenza. La moglie presenta una denuncia contro ignoti in Procura: «Vogliamo giustizia»
PIETRASANTA. «Mio marito è morto: chiedo giustizia. Niente altro che giustizia e verità su quanto gli è successo». Con un filo di voce Stefania Terigi, assistita dall’avvocato Gabriele Dalle Luche, volge lo sguardo a ritroso, agli ultimi mesi di vita del coniuge, Roberto Silvestri, morto il 25 luglio scorso all’età di 75 anni. Una vicenda quella di Silvestri, dolorosa e complicata che chiama in causa, con punti di domanda, vari soggetti e altrettanti passaggi e che è sfociata in una denuncia-querela contro ignoti presentata alla Procura della Repubblica di Lucca.
«Mio marito era affetto, a causa di una precedente caduta. da tetraparesi e mioclono post anossico associato a parkinsonismo, ma le sue condizioni di salute, pur nella difficoltà della sua situazione, erano tornate dignitose dopo un lungo periodo di riabilitazione a Lecco. Il 4 giugno scorso ci rivolgiamo alla Misericordia di Pietrasanta perché Roberto avrebbe dovuto recarsi a Cisanello per una seduta di riabilitazione. Al nostro domicilio si presentano due dipendenti della stessa Misericordia con un mezzo attrezzato al trasporto del disabile così come concordato, con mio marito che viene “assicurato” sulla sedia rotelle di cui il mezzo era dotato: io mi metto vicina a lui. All’altezza del semaforo dei Macelli la sua sedia a rotelle subisce un ribaltamento: Roberto sbatte violentemente la testa all’interno del veicolo. Mi metto a gridare, chiedo aiuto, capisco subito che le sue condizioni sono gravi. Chiedo che venga chiamata con urgenza un’ambulanza, ma i due dipendenti della Misericordia decidono di trasportarlo al pronto soccorso del Versilia con il loro mezzo».
Sull’episodio abbiamo contattato la stessa Misericordia che però ha preferito, quanto meno per il momento, non replicare.
Silvestri, dopo i primi accertamenti, viene trasferito sempre d’urgenza alla neurochirurgia di Livorno con una diagnosi di shock spinale in frattura vertebrale con ematoma midollare. «Il giorno dopo intervengono chirurgicamente e l’11 giugno lo trasferiscono all’UTI Versilia _ prosegue Stefania Terigi – Stava riprendendosi lentamente e a nostro avviso necessitava di un passaggio in riabilitazione, ma dal Versilia ci dicono che il loro compito è esaurito e che lo avrebbero mandato a casa o, al limite, trasferito alla Casa di cura San Camillo. Fra le due opzioni scegliamo ovviamente il San Camillo pur ritenendo, sempre a nostro avviso, che la soluzione migliore rimanesse quella di tenerlo ancora al Versilia. L’8 luglio Roberto arriva al San Camillo di Forte dei Marmi, ma le sue condizioni, durante il ricovero, peggiorano. Da qui un altro ricovero, di nuovo al Versilia, ma è tardi. Mio marito muore il 25 luglio scorso. Una settimana dopo abbiamo celebrato i suoi funerali».
Nella denuncia querela sono stati richiesti il sequestro del mezzo attrezzato della Misericordia e di tutte le documentazioni mediche a firma del Versilia, dell’ospedale di Livorno e della Casa di Cura San Camillo. Nelle scorse settimane su Roberto Silvestri è stata eseguita l’autopsia: una risposta dell’esame è attesa nei prossimi giorni.