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Il granchio blu è ancora una minaccia, l'allarme sulla costa Toscana: reti distrutte e pescatori in ginocchio

di Ivana Agostini

	Granchi blu che attaccano un cefalo pescato (foto Enzo Russo)
Granchi blu che attaccano un cefalo pescato (foto Enzo Russo)

I pescatori del Monte Argentario: «Con le chele distruggono le reti e attaccano gli esemplari tirati su». C’è chi chiede un fermo estivo di 4 mesi

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MONTE ARGENTARIO. Il granchio blu mette in ginocchio la piccola pesca di Monte Argentario e la condanna a morte. È quanto emerso da un tavolo di lavoro organizzato nei giorni scorsi dai Pescatori di Orbetello e da quanto i pescatori della marineria dell’Argentario hanno dichiarato ai microfoni di Lifebox streaming.

«Non bastavano i delfini – dicono i pescatori al microfono di Alessandro Roncolini – adesso sono arrivati anche i granchi. Non è più possibile pescare sotto costa: i granchi distruggono le nostre reti e attaccano il pesce pescato. Ne ritroviamo anche una quindicina intorno allo stesso pesce». I pescatori sono disperati perché fino a qualche tempo fa i granchi blu c’erano ma non erano così numerosi. «Ne pescavamo poche unità – dicono – ma adesso ce ne sono moltissimi». C’è poi già chi pensa a quando nasceranno quelli delle uova che sono state depositate. «Una sera ero a pesca – dice un pescatore – e ne ho visti tutti pieni di uova e allora la mia preoccupazione è salita ancora di più perché ho pensato alla grande quantità che ne avremo il prossimo anno. Mi sono davvero impaurito. Non vedo più futuro in questa professione. Ci sono troppe incognite. Io ho avuto da sempre la passione per la pesca ma adesso devo fare i conti con troppe cose: le reti che vengono distrutte e in alcuni casi non si possono nemmeno più riparare. I granchi rendono la pesca impossibile sotto costa e al largo ci sono i delfini. Qualcuno ci aiuti perché rischiamo di scomparire».

I pescatori hanno le mani sanguinanti perché ogni volta che devono toglierli dalla rete vengono attaccati. Una lotta ormai quotidiana. La situazione è drammatica e i pescatori sono disperati e lanciano anche un allarme: «Temiamo che il granchio blu non sia più solo un problema per noi pescatori e per la laguna di Orbetello. Ormai è sulla battigia e crediamo che l’anno prossimo sarà un problema anche per gli stabilimenti balneari. Sono grandi e hanno delle chele potenti ed è impossibile prenderli». Adesso pescatori della piccola pesca e Pescatori di Orbetello hanno deciso di fare fronte comune. «Li abbiamo coinvolti al nostro tavolo di lavoro – dice il presidente della cooperativa lagunare Pier Luigi Piro – perché si tratta di un problema che riguarda tutti noi operatori della pesca. Abbiamo inviato al commissario straordinario Enrico Caterino una relazione che riguarda anche il problema dei pescatori. Dobbiamo fare fronte comune anche per cercare soluzioni per la commercializzazione del granchi blu».

L'ipotesi del fermo estivo di 4 mesi

Fra i pescatori c’è anche chi suggerisce un fermo pesca di 4 mesi durante l’estate. «Il mare ha bisogno di ripopolarsi di pesci – dicono i pescatori – anche perché pescare in estate è davvero una lotta quotidiana perché dobbiamo fare anche i conti con il diportismo, i sub e tutte le relative regole».

Al tavolo organizzato dai Pescatori erano presenti anche i pescatori francesi oltre alle delegazioni di pescatori dell’Argentario e di Talamone. «Questo incontro – dice la consigliera di minoranza Chiara Serracchiani che vi ha partecipato come vice presidente di LagunArt Factory (è anche candidata al consiglio regionale con Avs) – segna l’inizio di una collaborazione necessaria per individuare soluzioni condivise e concrete ai problemi che affliggono la piccola pesca del nostro territorio, aggravati dalla presenza sempre più massiccia del granchio blu nei nostri mari. Negli ultimi mesi – aggiunge – in particolare da giugno e luglio di quest’anno, i pescatori dell’Argentario e di Talamone hanno registrato un aumento rapidissimo della presenza del granchio blu. Per ogni pesce catturato ci sono anche 30-40 granchi blu. Si tratta di un predatore vorace e nuotatore, che arriva ormai fino a 25-30 metri di profondità. La piccola pesca è allo stremo ed emerge un messaggio chiaro – conclude la vice presidente di LagunArt – la piccola pesca è in ginocchio, ma non chiede assistenzialismo. Chiede ascolto, rispetto e strumenti per poter continuare a vivere del mare. I pescatori si sentono dimenticati, ma restano le vere sentinelle del mare».
 

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