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Spiagge all’asta, come saranno calcolati i soldi per chi perde le concessioni: il ruolo dei bilanci

di Matteo Tuccini

	Bagni in Toscana visti dall'alto
Bagni in Toscana visti dall'alto

La proposta della Regione si basa su investimenti e avviamento

26 luglio 2024
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VIAREGGIO. Il mitico articolo quinto, “Chi ha i soldi in mano ha vinto”, è il principio cardine che guida gli affari. Anche per i balneari che stanno per affrontare le cosiddette aste delle spiagge. Balneari che temono di perdere tutto, in caso di sconfitta nella gara per la riassegnazione delle concessioni: a fine anno, infatti, scadono i titoli.
Legittimo espropriare ma ci sono gli indennizzi
La sentenza recente della Corte di giustizia europea ha ribadito che è legittimo espropriare il balneare al termine della concessione. Facendo sì che ogni sua proprietà sulla spiaggia passi allo Stato, senza il riconoscimento di un solo euro. Da qui la rincorsa da parte della politica nel promettere un indennizzo ai balneari sconfitti dalle aste: una sorta di risarcimento nel caso in cui lo stabilimento – strutture in primis – andasse a un altro. Un risarcimento che, attenzione, sarebbe a carico del nuovo titolare dello stabilimento balneare. Il deputato di Fratelli d’Italia Riccardo Zucconi ha presentato una proposta di legge in Parlamento. E da mercoledì anche la Regione ha dato il via alla norma che prevede l’indennizzo ai balneari.

Una volta accettata l’idea che si vada alle aste come chiesto dalla direttiva Bolkestein – idea tutt’altro che pacifica secondo i balneari irriducibili – da parte della categoria c’è la spinta a veder riconoscere il valore economico delle proprie imprese. Un valore che, però, può variare parecchio. Secondo alcune stime, si va dai 400mila euro ai 2 milioni a bagno. Secondo altre stime, e in particolare secondo chi conosce la legge regionale – che in origine sosteneva di voler assicurare ai balneari sconfitti il 90% del valore aziendale – quelle cifre sono ottimistiche.
Si parla di investimenti e avviamento
Se andiamo a leggere la proposta originaria – che poi dovrà essere messa nero su bianco con i provvedimenti applicativi – si parlava di investimenti fatti, al netto degli ammortamenti, e dell’avviamento. Questo significa, sempre secondo i tecnici che conoscono la legge regionale, che gli indennizzi più rilevanti verranno riconosciuti a chi ha fatto investimenti recenti. Perché una spesa, per quanto consistente, fatta 20-30 anni fa è già stata ammortizzata. Faranno fede i bilanci e i redditi dichiarati, perciò senza alcuna possibilità per chi ha un po’ sgarrato sui conti. E ovviamente sarà determinante l’avviamento, quindi la capacità dello stabilimento di produrre ricavi. Ricavi bassi significano indennizzi bassi. Fatto questo ragionamento, per un bagno di medio cabotaggio non sarà facile superare i 400-500mila euro, mentre per uno stabilimento di livello più elevato – leggi Marina di Pietrasanta e Forte dei Marmi – la cifra dell’eventuale indennizzo potrà sicuramente essere più alta. Arrivando, comunque, difficilmente ai 2 milioni di euro prospettati.
La reazione dei balneari
«L’iniziativa della Regione Toscana – commenta Cristiano Pezzini, presidente dei balneari della Darsena – va valutata come positiva, senza dubbio. Dobbiamo renderci conto che quanto è stato realizzato sulle spiagge ha un valore economico, e questo valore, in caso di perdita della concessione, deve essere riconosciuto. Senza un minimo di certezza ragionevole, gli investimenti sul turismo balneare spariranno». Secondo Marco Daddio, presidente dei balneari di Lido di Camaiore, «la legge va bene, ma poi bisogna capire la sostanza, il “quanto”. E lì saranno i provvedimenti attuativi a stabilirlo. Ci sono dei criteri oggettivi, dalle strutture sulla spiaggia al giro di clientela, che sono impossibili da non riconoscere economicamente. Resta il dubbio: la legge regionale non entrerà in conflitto con le normativa statale?». Dubbio sul conflitto di competenza che rimane, viste le precedenti bocciature da parte della Corte costituzionale.

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