Manovra 2026
Boom di psicofarmaci fra i giovani: la Toscana è al primo posto in Italia – I numeri, il parere dell’esperta e cosa preoccupa di più
Ecco cosa emerge dal report Aifa: una crescita allarmante di antidepressivi nella fascia di età pediatrica
Sono fragili, arrabbiati, forse delusi da una società che “pretende” troppo da loro. Cresce il disagio tra gli under 18 e la fotografia, scattata dal report “L’uso dei farmaci in Italia” dell’Aifa, lascia poco spazio alle interpretazioni: la Toscana – con le sue 91,3 confezioni ogni 1.000 adolescenti (contro le 59,3 in Italia) – è la prima regione del nostro Paese per prevalenza d’uso di psicofarmaci nei minorenni.
«La Toscana è una regione sensibile alla salute psicologica – commenta Maria Antonietta Gulino, presidente regionale e nazionale dell’Ordine degli psicologi – . È infatti tra le prime regioni in Italia che ha attivato da settembre 2024 la sperimentazione del servizio di psicologia di assistenza primaria per l’intervento precoce sul disagio psichico che auspichiamo venga presto reso strutturale. Tuttavia i dati mostrano come le nuove generazioni esprimano forme di disagio sempre più diffuse e articolate, in cui comportamenti a rischio, uso improprio di sostanze, sofferenza emotiva e difficoltà nelle relazioni si intersecano con un aumento significativo dei bisogni clinici e delle prescrizioni psicofarmacologiche in età pediatrica e anche senza prescrizione in età adolescenziale».
I numeri
Lo dicono i numeri: in Toscana il consumo di psicofarmaci supera di gran lunga la media nazionale con una prevalenza pari allo 0,96 per cento contro lo 0,57 a livello nazionale. «Questo primato toscano, che si ripete nel tempo, è preoccupante soprattutto per la prospettiva di cura messa in atto per le persone minorenni – prosegue la dottoressa Gulino – . Il nostro sistema è ancora una volta prevalentemente farmacocentrico: rileviamo il bisogno di aiuto ma lo trattiamo chimicamente, trascurando la dimensione psicologica e psicosociale. È il segnale di una rete di protezione e di cura parziale e non sufficientemente adeguata. Quando i servizi pubblici dedicati all’Infanzia e all’Adolescenza sono carenti di personale, non possono essere garantiti appropriati e tempestivi percorsi psicoterapeutici; dunque, la risposta più immediata diventa la stabilizzazione farmacologica».
I dati allarmanti
Ripercorrendo il report, tra i dati più allarmanti spicca la crescita degli antidepressivi nella fascia d’età pediatrica. «Dimostra una buona risposta diagnostica ma anche che il trattamento si concentra sulla sintomatologia e meno sulle cause sottese che, nel caso degli under 18, non sono mai solo individuali ma spesso sistemiche ovvero contestuali, relazionali e familiari – evidenzia Gulino – . Ignorare la dimensione psicologica del disagio significa cronicizzare la sofferenza e mantenere i cittadini in un rapporto farmacologico perenne, spendendo risorse in modo inefficace e curando in maniera parziale. In un momento storico così preoccupante per questa fascia di popolazione in cui non ci sono confini netti tra comportamenti a rischio e normalità, dobbiamo avere sguardi attenti e ricettivi. Bisogna dunque lavorare in controtendenza per cambiare questi numeri e dare ai nostri bambini, ai giovani e alle loro famiglie strumenti appropriati per rinforzare risorse e favorire uno sviluppo sano, funzionale e autonomo. Se impariamo a gestire dolori, stress e sofferenza acquisisco competenze di autonomia e il mondo diventa una realtà da abitare non un luogo dove sopravvivere».
«La sicurezza emotiva»
E un altro dato che l’Aifa registra è l’aumento del 27 per cento in un anno nei farmaci per l’Adhd, disturbo del neurosviluppo caratterizzato da problemi di disattenzione, iperattività e impulsività, che possono causare difficoltà nella vita quotidiana.
«Bisogna investire nei primi mille giorni di vita, periodo cruciale per costruire la sicurezza emotiva che accompagnerà l’individuo nel corso della vita – conclude la presidente – . Rinforzare il personale, assumendo psicologi e psicoterapeuti al momento sotto organico nei servizi pubblici dedicati per garantire percorsi di cura multidisciplinari fin dall’infanzia. Creare un sistema di convenzione strutturale tra il Servizio sanitario regionale e gli psicologi/psicoterapeuti privati accreditati, riducendo le liste d’attesa e offrendo ai cittadini una reale libertà di scelta psicofarmacologica o psicoterapeutica a costi sostenibili. Con questi interventi possiamo trasformare il primato negativo in un’opportunità di crescita e miglioramento per la salute mentale di tutta la popolazione».
