Il Tirreno

Toscana

L’intervista

Eugenio Giani: collegamenti, ospedali e porti. «Pagheremo i lavori in Fi-Pi-Li, ma il pedaggio ai tir ci sarà»

di Libero Red Dolce
Eugenio Giani (foto Stick) e un tratto di Fi-Pi-Li
Eugenio Giani (foto Stick) e un tratto di Fi-Pi-Li

Il presidente della Toscana nella sede del “Tirreno” parla della costa. Sugli aeroporti: «Peretola e Pisa possono coesistere, tanti vanno a Bologna»

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Non si può attendere oltre per la situazione della Fi-Pi-Li, l’oscuro serpentone di asfalto che fa pagare alle toscane e ai toscani un pesante tributo annuale di sangue, danni e disagi nella vita quotidiana. Per iniziare i lavori sull’ampliamento della carreggiata e la costruzione della terza corsia, laddove sarà fattibile, la Regione comincerà a mettere quote del bilancio per la Fi-Pi-Li in attesa del progetto di Toscana Strade Spa. Una posta annuale di 15 milioni di euro. Ad annunciarlo è il presidente Eugenio Giani, in visita alla redazione del Tirreno: «Realizzeremo dei progetti direttamente come Regione».

È stata l’occasione per una chiacchierata sui progetti che la giunta prevede per la Costa, sugli investimenti fatti e quelli che devono venire, per capire che direzione prenderà l’intenzione elettorale di non avere «una Toscana a due velocità».

Presidente, tra le deleghe che le hai tenuto c’è quella alla Geotermia, in continuità con la passata legislatura. Si tratta solo di questo o del timore che gli alleati, si pensi ai 5 Stelle, possano essere su posizioni diversi sullo sviluppo?

«Ho trattato l’intesa con Enel Power fin dall’inizio. I nostri 16 comuni geotermici offrono al Paese il 4% di quello che è il fabbisogno energetico nazionale, il 34% di quello regionale. La geotermia potrebbe raddoppiare, attualmente in Toscana abbiamo 34 centrali. I 5 Stelle nel primo governo Conte avevano avuto un atteggiamento che metteva in discussione che si trattasse di una forma di energia rinnovabile, con la discussione sul Fondo per l’energia rinnovabile 2. Da quando l’Ue l’ha riconosciuta come tale anche i 5 Stelle se ne sono convinti e non c’è stato nessun tipo di resistenza né sulla formazione del programma né della giunta. Con Enel abbiamo concluso un accordo di 3 miliardi di investimenti, di cui 400 milioni destinate a opere di mitigazione: scuole, piazze, strade. Io conosco gli impegni e sono convinto che gestendoli io ci sarà la sicurezza di metterli a terra senza che il quadro possa essere modificato. Trattandosi di un accordo di 20 anni la chiave sarà quella di far realizzare prima possibile le cose promesse, sotto questo aspetto attiverà Fidi Toscana in modo che possa anticipare i soldi per partire subito».

A Piombino c’è la partita del rigassificatore. La Toscana ha fatto la sua parte, ma c’è il timore che la nave non vada più via anche per le resistenze di altri territori.

«I 5 miliardi di metri cubi di gas che arrivano attraverso il rigassificatore sono una fonte insostituibile che ha avuto un impatto positivo anche a Piombino: sono sorti persino comitati pro-rigassificatore. Io ho preso l’impegno dopo tre anni di non rinnovare la presenza del rigassificatore, anche perché delle banchine avremo bisogno per la siderurgia con il nuovo accordo con Metinvest. Ne parlerò con il ministro ed eventualmente sarà il governo a prendere l’iniziativa che riterranno opportuna. Devono pensare a una nuova destinazione».

Veniamo a Livorno. Come procede con Darsena Europa, a che punto sono le opere e che tempi si prospettano?

«La Regione fa la sua parte. I 200 milioni che hanno consentito di sviluppare il progetto li apposta nel suo bilancio. E continuiamo a farlo, ho avuto una riunione pochi giorni fa. Il presidente dell’Autorità Portuale, che ho incontrato, mi ha detto che stanno lievitando i costi ma si rende conto anche lui che se lievitano non è colpa della Regione, che ci mette più soldi dello Stato. Quell’opera sarà in una proprietà demaniale statale. I lavori di riempimento dell’area della piattaforma per proiettare la banchina della Darsena Europa stanno andando avanti. Quanto finora complessivamente stanziato non sarà sufficiente e si porterà avanti l’idea dell’accordo di affidare l’ultima parte della Darsena, chiavi in mano, a chi portasse una proposta complessiva di realizzazione e di gestione. E questo sarà portato avanti dall’Autorità Portuale.

Gli ospedali di Pisa e Livorno. Cisanello procede, con la prospettiva di diventare il più grande ospedale del centro Italia, ma c’è un problema sulla vendita degli edifici del vecchio ospedale. A Livorno qualcuno ritiene invece che l’impegno della Regione sia stato rallentato da un più forte interesse per la struttura della città della Torre. Come stanno le cose?

«Pisa è un project financing. Però non c’erano le condizioni per vendere Santa Chiara, perché si immaginava di venderli facilmente vista la posizione. E con quei soldi fare Cisanello. Erano stati stimati dei costi da parte degli acquirenti molto superiori alle offerte ricevute. Di conseguenza abbiamo dovuto mettere molte risorse per mandare i lavori a Cisanello. Ci sarà il momento in cui si dovrà trovare il modo di vendere il Santa Chiara. Dall’altra parte l’ospedale di Livorno: abbiamo impostato un rapporto con Inail che ci porterà a vedere la realizzazione da parte loro. Noi dovremo dare un affitto dai 12 ai 13 milioni l’anno, una spesa di parte corrente per l’utilizzo dell’immobile.

E non c’era un altro modo, dal punto di vista finanziario, per evitare di spendere questi soldi?

«La Regione non ha i soldi. In questi anni abbiamo speso molto per la Sanità e da quando la Corte dei Conti ci ha ingiunto di mettere gli oneri finanziari per la realizzazione dell’edilizia finanziaria sul bilancio della Regione non possiamo permettercelo. A mio avviso è un metodo funzionale in ogni caso: invece di dare 300 milioni (tanto dovrebbe costare l’ospedale, ndr) dal nostro bilancio, pagare 12 milioni l’anno a Inail è gestibile. Nel bilancio della Sanità sono assolutamente sostenibili. Inail ha dato il via libera».

Uno dei temi più caldi fin dai primi giorni della legislatura è quella dell’allargamento della pista di Peretola e di conseguenza delle ripercussioni sull’aeroporto di Pisa. Pezzi rilevanti della sua maggioranza, e del suo partito, hanno espresso contrarietà. Andrete avanti comunque?

«Basta guardare gli studi di Irpet: la domanda in Toscana di arrivo e in partenza è di 20 milioni di persone l’anno. Al momento Firenze risponde con 3,5 milioni l’anno e Pisa con 5,5 milioni l’anno. Con due strutture massimizzate nell’uso rispondiamo nemmeno alla metà di quanto ci sarebbe bisogno. Io ritengo che i due aeroporti convivano e si alimentino. Purtroppo le difficoltà della comunicazione con Pisa hanno portato a far sì che parte della domanda dell’area fiorentina, ma anche senese, si stia riversando su Bologna».

Sul fronte comunicazioni: la Fi-Pi-Li va allargata, ma c’è forte resistenza sui pedaggi. E ci sono speranze di vedere realizzata la Tirrenica?

«Sulla Fi-Pi-Li sento il bisogno di riversare quote del bilancio, non voglko correre il rischio di affidarmi all’attesa di Toscana Strade. E dal prossimo bilancio metterò 15 milioni. Il primo progetto sarà l’allargamento del tratto da Scandicci e Lastra a Signa, in direzione Pisa da Firenze. Un progetto che non partirà prima dell’inizio del 2027. Si devono creare spazi per la corsia d’emergenza e per la terza corsia. Nel frattempo cercheremo di fare Toscana Strade spa».

Arriverà il pedaggio per i mezzi pesanti?

«Se vogliamo avere un po’ di risorse sì. Anche prevedendo 10-15 milioni l’anno per fare interventi a step, per intervenire in modo operativo serve il pedaggio. In prospettiva per fare un buon lavoro bisogna spendere 300 o 400 milioni di euro. L’altro intervento organico da fare è risistemare il tratto dalla Ginestra a Lastra a Signa, per cui serviranno 80 milioni. E con i proventi di Toscana Strade potrò farlo».

La Tirrenica?

«Mi sembra che la capa dell’unità di missione del Ministero, la dottoressa Pellegrini, ha preso coscienza che almeno i primi due lotti - da Pescia Fiorentina ad Ansedonia e da lì a Fonteblanda – devono essere realizzati. Fossi ministro la considererei una priorità per tutta la costa, fino a Genova».

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