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Halloween in Toscana, la capitale della festa è un borgo da mille abitanti: «Da piccolo evento al record di 15mila visitatori»

di Francesca Ferri

	Il Ponte del Diavolo a Borgo a Mozzano e alcune maschere in una passata edizione della festa
Il Ponte del Diavolo a Borgo a Mozzano e alcune maschere in una passata edizione della festa

Fra streghe e zombie, a Borgo a Mozzano si festeggia dagli anni Novanta. Il sindaco Patrizio Andreuccetti: «Tutto è cominciato grazie a un borghigiano che era stato a New York...». Ma gli eventi sono in aumento in tutta la regione tra “passeggiate da brivido” e laboratori per bambini

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Nel cuore di Borgo a Mozzano, 1.500 anime nella Valle del Serchio, in provincia di Lucca, da 31 anni, ogni 31 ottobre, migliaia di persone di tutte le età si riversano per le strade, vestite da zombie, vampiri, morti ammazzati, streghe e stregoni, e bambini questuanti che bussano a tutte le porte con la domanda di rito: «Dolcetto o scherzetto?». Arrivano per celebrare Halloween in un luogo che – a 2mila chilometri dall’Irlanda dei celti, dove questa tradizione è nata e da dove è salpata per il Nuovo Mondo – ha tutta l’aria della scenografia perfetta per la festa: un’antica leggenda che calza a pennello al nuovo rito, un pittoresco ponte medievale, la visita nientemeno che del diavolo. A buona ragione insomma la Toscana trova qui la sua capitale di Halloween, l’antica festa celtica che da qualche decennio è entrata nel folklore nostrano, approdata dagli Stati Uniti a bordo di film, pubblicità e campagne di marketing. In Italia è diventata un “secondo Carnevale” a tema zombie e dintorni, per la gioia dei bambini e, non meno, di commercianti, ristoratori, organizzatori di eventi, che nel 31 ottobre vedono una ghiotta occasione per fare affari.

In 15mila a Borgo a Mozzano

«Difficile dire quanti visitatori vengano ogni anno. Nell’ultima edizione direi intorno a 15mila», dice il sindaco di Borgo a Mozzano, Patrizio Andreuccetti. «Tanti, comunque – si compiace il sindaco – se si pensa che Borgo a Mozzano conta 6.800 abitanti e il Borgo, dove si tiene la festa, non più di 1.500». Qualcuno si azzarda a etichettarla come la festa di Halloween più grande d’Italia. Del resto è partita in anticipo. Se nel Vecchio Continente la festa della “vigilia di Ognissanti” – questo significa “Halloween”, nome contratto di “All Hallows’ Eve” –, come accennato, è arrivata dagli Stati Uniti, a Borgo a Mozzano è stata recapitata di prima mano dal signor Patrizio De Servi, un borghigiano con trascorsi a New York. «Quanto tornò dagli Stati Uniti, negli anni Novanta, raccontò di questa festa e propose di farla anche qui – racconta il sindaco – Nacque così, con il Circolo L’Unione, coinvolgendo i paesani». Oggi Halloween a Borgo a Mozzano è un evento, come un concerto rock o un festival di successo. «Da una parte elettrizzante, dall’altra impegnativo, perché richiama anche investimenti importanti ed è un ritorno per tutto il territorio», spiega ancora Andreuccetti.

Il corteo fino al Ponte del Diavolo

Che anche quest’anno, come da tradizione, guiderà il corteo iniziale che conduce al ponte del Diavolo, visitatissimo in tutte le stagioni, che già da solo basterebbe a incoronare questo angolo di Toscana a terra di Halloween. Il toponimo originale, infatti, è “ponte della Maddalena”. Ma – secondo la leggenda – il diavolo ci mise lo zampino a completarlo. E sempre il diavolo – altra leggenda – si prese qui l’anima della bella Lucida Mansi, una nobile lucchese che gli vendette la propria anima in cambio di trent’anni di giovinezza. Rivela il sindaco (per chi non lo sapesse già): «Sì, anch’io mi maschero, perché alla fine per me è questo, una festa in maschera, tanto che l’ho sempre chiamato Carnevale d’autunno».

Ma non a tutti piace...

Un modo per smorzare l’aspetto più dissacrante della festa “dei morti viventi”, che, di tanto in tanto, qualche scrupolo, se non addirittura qualche imbarazzo, continua a creare. In Toscana e altrove. Oltre al caso di Livorno, dove un sacerdote, don Placido Bevinetto, ha invitato i fedeli a non festeggiare Halloween, di un paio di giorni fa è la manifestazione a Torino di una comunità cristiano evangelica che è scesa in strada per sottolineare il valore pagano di Halloween e per sensibilizzare l'opinione pubblica sui presunti rischi spirituali e culturali legati alla sua celebrazione. Mentre l’anno scorso nel borgo di Montemerano, in provincia di Grosseto, la festa di Halloween è andata a coincidere con la Festa delle streghe. Un po’ troppo per la parrocchia del paese, che ha chiesto che il “sabba” venisse fatto lontano dalla piazzetta antistante la chiesa. Sacro e profano, insomma, continuano a bisticciare.

Gli altri appuntamenti

Nel mezzo, il folklore, le maschere e la scusa per fare comunità. Oltre alle feste di paese – tra le altre manifestazioni ci sono “I vicoli del terrore” a Lorenzana (Pisa), e l’Halloween Celebration Carnival, in provincia di Lucca – Halloween significa anche iniziative come musei aperti, passeggiate “da brivido” nei centri storici, laboratori per bambini, menu a tema nei ristoranti e negli agriturismi. Iniziative, insomma, che di diabolico hanno ben poco ma che – come a Borgo a Mozzano – finiscono per convincere la gente ad alzarsi dal divano e fanno girare l’economia. Chi la vincerà, tra diavolo e acqua santa, per quest’anno lo si vedrà fa tre giorni.

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