Il Tirreno

Toscana

Economia

Prestiti e imprese in Toscana: il credito bancario torna a crescere, ma solo in tre province. Le zone, il trend e i motivi

di Francesca Ferri e Federico Lazzotti
(foto di repertorio)
(foto di repertorio)

Analizzando la fotografia dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre non tutte le aziende beneficiano dell’aumento di liquidità nel sistema

4 MINUTI DI LETTURA





La testa e la coda del credito alle imprese in Toscana sono praticamente attaccate. Firenze è seconda, dietro ad Arezzo (e ventiduesimo a livello nazionale), con un aumento dei prestiti del 2,6% tra il 31 dicembre 2024 e il 31 luglio 2025, mentre Prato è ultima in Toscana (e terz’ultima in Italia) con un calo del credito del 5,6%. La fotografia la scatta l’Ufficio Studi della Cgia di Mestre. Ed è un’immagine abbastanza nitida, almeno a livello nazionale. Dopo 28 mesi consecutivi di caduta verticale degli impieghi bancari alle imprese, infatti, dall’inizio dell’estate c’è stata la tanto attesa inversione di tendenza.

In Toscana niente ripresa

Tra giugno e settembre, in particolare, i prestiti in Italia sono tornati ad aumentare e, rispetto all’inizio di quest’anno, lo stock erogato alle attività economiche è cresciuto di quasi 5,5 miliardi di euro, raggiungendo in termini complessivi la quota di 647 miliardi, ben 5,5 miliardi in più del dato al 31 dicembre 2024.

Non in Toscana, però. Nella regione, tra la fine del 2024 e la fine dello scorso luglio, la disponibilità del sistema bancario a prestare liquidità alle imprese è stata inferiore rispetto allo stesso periodo dell’anno prima, vale a dire 41 miliardi e 964,8 milioni di euro, 66,8 milioni di euro nei primi sette mesi del 2025 rispetto a 42 miliardi e 31,6 milioni dei primi sette mesi del 2024. Per comprendere la situazione del credito alle imprese in Toscana è necessario isolare tre dati che apparentemente sembrano azzeccarci poco l’uno con l’altro.

Prato e Firenze

Il primo riguarda i numeri delle province di Firenze e Prato. Nel capoluogo toscano e provincia la Camera di Commercio al 4° trimestre 2024 ha visto registrate poco più di 100mila imprese; in provincia di Prato, invece, circa 30mila. Ebbene, al 31 luglio 2025 l’ammontare dei crediti bancari alle imprese fiorentine era di 13 miliardi e 171,30 milioni di euro, contro i 12 miliardi e 842,10 milioni di euro dell’anno prima, una differenza di 329,20 milioni. Molto più contenuti i dati di Prato: 3 miliardi e 325,20 milioni di euro prestati dalle banche alle imprese nel 2025, contro 3 miliardi 137,50 milioni di euro dell’anno prima, 187,70 milioni di euro. Insomma, in proporzione, il dato di Prato è molto più pesante rispetto a quello di Firenze.

In negativo 7 su 10

Il secondo dato che balza agli occhi è che su dieci province, solo tre, Arezzo, Firenze e Massa Carrara,hanno visto aumentare il credito da parte delle banche. Le imprese aretine hanno goduto di un aumento del 3,1% dei crediti (+128,50 milioni di euro), seguite, come detto, da quelle fiorentine, +2,6% (+329,2 milioni di euro), mentre le imprese carrarine e massesi hanno potuto contare su prestiti pari al +2,4% rispetto all’anno prima (+36,5 milioni di euro).

Le altre sette province toscane sono tutte in territorio negativo, hanno cioè visto diminuire i presiti delle banche, in controtendenza con il dato nazionale.

Oltre a Prato, che è fanalino di coda con il -5,6% (-187,7 milioni di euro), male anche Lucca (-2,6%, cioè 134,9 milioni di euro in meno), Pistoia e Siena (-2,4%, con - 76,3 milioni di euro per le imprese pistoiesi e 72,7 milioni in meno per quelle senesi). Spiccano poi le contrazioni registrate in provincia di Grosseto, -1,6% (-35 milioni), a Pisa, -1,2% (-43,7 milioni) e a Livorno, -0,5% (-12,5 milioni). Come accennato, del resto, il dato generale in Toscana ha segno negativo per 66,8 milioni di euro. Perché?

La soglia di 20 dipendenti

È la stessa Cgia di Mestre a spiegarlo, e questo è il terzo dato da considerare per capire la situazione in Toscana. Non tutte le imprese – spiega la Cgia di Mestre – hanno beneficiato della ritrovata disponibilità delle banche a prestare liquidità al sistema economico. Nei primi sette mesi del 2025, infatti, alle attività con più di 20 addetti la variazione è stata positiva e pari all’1,5% (+8,2 miliardi di euro), mentre alle aziende con meno di 20 addetti l’incremento è stato negativo e pari al 2,8% (-2,7 miliardi). «Se ai più la cosa può sembrare insignificante, ricordiamo che in realtà non lo è per niente. Nel nostro Paese, infatti, le aziende con meno di 20 addetti costituiscono il 98% del totale e vi trova lavoro, al netto dei dipendenti della Pubblica amministrazione, quasi il 55% degli italiani», commentano dalla Cgia di Mestre.

Considerando che in Toscana, al 31 dicembre 2024, le imprese attive registrate alla Camera di Commercio erano 341mila, quelle con meno di 20 addetti si stima siano oltre 330mila. Ma non solo.

«Purtroppo – prosegue la Cgia di Mestre – da qualche anno molte banche hanno deciso di “sacrificare” i prestiti più complicati: ovvero quelli da erogare alle piccolissime imprese che, rispetto alle realtà di dimensione maggiore, presentano costi di istruttoria relativamente più elevati e una gestione amministrativa molto più complessa». 

Primo piano
L’operazione

Maxi arsenale scoperto a Quarrata: arrestato 53enne con fucili, pistole e 500 munizioni

di Redazione Pistoia