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La testimonianza

Autista morto nell’assalto al bus dei tifosi pistoiesi, la collega: «Poteva essere una strage»

di Redazione web

	Il masso, il paraprezza e la vittima
Il masso, il paraprezza e la vittima

Pistoia, la donna racconta: «Lo hanno colpito per uccidere, perché miravano al parabrezza». Aperto un fascicolo per omicidio volontario

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PISTOIA. «Quello che è successo è gravissimo: lo hanno colpito per uccidere, perché miravano al parabrezza. Se il pullman avesse sbandato, sarebbe stata una strage. Spero che chi ha strappato Raffaele alla vita, agli amici, a sua figlia e alla sua famiglia paghi per quello che ha fatto. Vogliamo sia fatta giustizia». A parlare a Lapresse, è Giada, una collega di Raffaele Marianella, l’autista di 65 anni morto lungo la superstrada Rieti-Terni, durante l’assalto con pietre e mattoni al pullman che trasportava i tifosi del Pistoia Basket.

Parole cariche di dolore e indignazione, che arrivano a poche ore da una tragedia che ha sconvolto l’ambiente sportivo e la comunità locale. Le indagini proseguono per identificare i responsabili del gesto, mentre cresce la richiesta di giustizia per la morte di Marianella. 

«Grande professionista»

La collega racconta ancora: «Raffaele era un grande professionista con decenni di esperienza. Non era il secondo autista, in doppia presenza ci si alterna per i turni di guida. Era un buono, mi faceva fare un sacco di risate e mi ha aiutata tanto quando ero alle prime armi. Scherzavamo sempre», dice commossa.

S’indaga per omicidio volontario

Intanto, è stato aperto un fascicolo per omicidio volontario. Lo si apprende da fonti della Procura del capoluogo laziale. Le stesse fonti riferiscono che sono stati ascoltati diversi testimoni, ma non sono ancora stati individuati responsabili. Dalle prime ricostruzioni, l'assalto sarebbe avvenuto nei pressi del bivio di Contigliano, quando il pullman con a bordo 45 tifosi toscani stava percorrendo la superstrada in direzione Terni, già privo della scorta della polizia. Gli aggressori - presumibilmente ultras reatini - avrebbero atteso il mezzo nascosti poco dopo lo svincolo, per poi colpirlo con pietre e mattoni.

Sport e violenza

Il fatto

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