Festa dei nonni, da Pisa la storia di una famiglia extra large: «Il segreto? Le regole»
Nell’Italia delle culle vuote non è facile trovare famiglie numerose o genitori con tre o quattro figli
PISA. Ci sono i nonni, tre figli maschi e sette nipoti, dai nove ai quindici anni d’età, entrati a far parte della famiglia extra large pisana in sette anni. Per i coniugi Menchini Fabris la festa dei nonni, si può dire, è quasi tutto l’anno. Non passa giorno senza che abbiano in casa un nipote o una nipotina. Al pranzo in famiglia della domenica poi ci sono sempre almeno quindici posti a tavola che, nelle occasioni speciali, come Natale o per compleanni, ci vuole un attimo a farli arrivare a trenta.
Il 2 ottobre è il giorno dedicato ai nonni, un’occasione per celebrarli e per ricordare il valore del loro ruolo nella società.
Abbiamo colto l’occasione per raccontare due nonni con tanti nipoti. Nell’Italia delle culle vuote non è facile trovare famiglie numerose o genitori con tre o quattro figli. Ci sono anche eccezioni.
Il padre dell’andrologia italiana, professor Fabrizio Menchini Fabris, 86 anni, e la moglie, Maria Cecilia Anguillesi, docente per molti anni di biologia all’Università di Pisa, sono oggi nonni di sette nipoti.
Forse alcuni anni fa non se lo sarebbero aspettato di avere a che fare con tanti ragazzini per casa, dopo i tre figli, Tommaso, Giovanni e Filippo, oggi respettivamente farmacista, dentista e urologo. Ora tutto va moltiplicato per sette, dai regali, alle attenzioni, così come le richieste d’aiuto per fare i compiti, le gioie, le condivisioni, le risate o le difficoltà. Un rapporto che è sempre speciale, di scambio reciproco. Per una famiglia che sembra quasi d’altri tempi con Maria Elettra, Anita, Ranieri, Maria Celeste, Fabrizio Paolo, Alessandro Francesco e Giovanni Tommaso al centro di tutte le attenzioni.
Festeggerete la giornata dei nonni?
«Non sapevamo di questo giorno dedicato ai nonni ma può essere una buona idea. A noi piace tantissimo avere tutti questi nipoti, passiamo molto tempo con loro e sono tutti affettuosi. È bello vederli crescere. Ogni momento diventa l’occasione per ricordare quanto sia importante il ruolo dei nonni in una famiglia. Li vediamo spesso, ci piacciono le loro attenzioni e, ovviamente, siamo pronti a ricambiarle».
Non è impegnativo avere una famiglia extra large?
«È tutto più impegnativo (sorridono, ndr) è vero, ma non ci siamo mai scoraggiati, c’è allegria nel nostro rapporto con loro. Quando vengono a pranzo da noi, siamo in tanti, si sa, tutti aiutano, si danno da fare, si crea subito un clima di familiarità».
I nonni possono avere un ruolo educativo e non solo “viziare” i ragazzini. Voi come cercate di essere?
«Le abitudini degli adolescenti come quelle delle famiglie sono molto cambiate negli ultimi anni. Noi, per quanto possibile, abbiamo cercato di darci alcune piccole, anzi piccolissime, regole. Si sa che a volte può capitare di restare a tavola a lungo. Ma i ragazzi sanno che prima di alzarsi devono aspettare che tutti abbiano finito, così hanno l’abitudine di chiedere al nonno se possono andare a giocare. È solo una piccola regola di comportamento ma aiuta a stare sereni quando siamo tutti insieme».
I nonni sono preziosi nelle famiglie anche per aiutare a fare i compiti. È così anche per voi?
Maria Cecilia: «Avendo consuoceri più giovani di noi, spesso sono loro ad aiutare di più i ragazzi. Io mi definisco la “nonna delle emergenze” chiaramente dove i genitori, impegnati sul lavoro non possono esserci i nonni possono andare in loro aiuto».
È difficile trovare famiglie numerose. Cosa ne pensate?
«La famiglia è soprattutto impegno e fatica. Tante giovani coppie non sono disposte a fare i salti mortali per trovare tempo da dedicare alla famiglia e ai figli. Poi è anche una questione economica, è vero. Ma ci sono anche aspetti che riguardano il tempo da dedicare ai figli e su questo rispetto a quando siamo stati noi genitori, che pure siamo stati impegnati nelle nostre professioni, la realtà è molto diversa»
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