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Elezioni in Toscana tra firme mancanti, capoliste retrocesse e liste escluse. E ci sono anche i No Vax

di Libero Red Dolce
Elezioni in Toscana tra firme mancanti, capoliste retrocesse e liste escluse. E ci sono anche i No Vax

Giani rivendica le sue “buone liste”, il Pd si auto-sabota, Tomasi ha problemi con la lista civica a Pistoia, la Lega implode e FdI prova a superare gli scandali a Prato

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Tra esclusioni clamorose, firme mancanti, capoliste retrocesse e fughe di consiglieri, la presentazione delle liste in Toscana per le regionali del 12 e 13 ottobre è sembrata più una corsa a ostacoli che un rito di ordinaria amministrazione. Il presidente uscente Eugenio Giani parla di “buone liste” e punta al miglior risultato possibile, lo sfidante dl centro destra Alessandro Tomasi si ritrova senza la sua civica a Pistoia, il Pd si divide fino all’ultimo minuto, la Lega implode attorno al caso  Roberto Vannacci, Fratelli d’Italia deve rifarsi il look a Prato dopo gli scandali e perfino i no vax di Forza del Popolo si ritagliano lo spazio per candidarsi. Una fotografia che racconta, meglio di tanti slogan, quanto la partita elettorale sia tutt’altro che semplice.

Le ambizioni di Giani

Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, si prepara alla sfida elettorale con l’obiettivo di centrare il miglior risultato possibile tra le sei regioni al voto. Alla presentazione delle liste ha rivendicato la qualità della composizione in tutte le 13 circoscrizioni, sottolineando il valore aggiunto della lista civica Casa Riformista per Eugenio Giani Presidente. “Si tratta – ha detto – di una presenza importante dentro il Campo largo, che unisce le forze riformiste e un movimento civico che si è avvicinato negli ultimi tempi”.

La corsa in salita di Tomasi: non ha la lista nella sua città

Non senza difficoltà la presentazione delle liste per Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia e candidato presidente del centrodestra. La lista civica È Ora!, a lui collegata, non è stata ammessa nel collegio pistoiese per irregolarità nella raccolta firme: soltanto 340 sarebbero state considerate valide. Secondo l’ufficio circoscrizionale del tribunale, mancano in diversi casi data, luogo e completezza dell’autenticazione. Dallo staff di Tomasi è arrivata la conferma del ricorso con documentazione integrata.

I nodi interni al Pd

Il Partito Democratico toscano ha vissuto ore di tensione fino all’ultimo momento utile per la chiusura delle liste. Nel collegio di Pisa, l’assessora regionale Alessandra Nardini non sarà più capolista: passa al secondo posto per lasciare spazio a Matteo Trapani, perché altrimenti non sarebbe stato possibile formare una lista con candidati dispari, dato che la legge elettorale prevede l’alternanza di genere. La scelta segue la spaccatura interna legata all’esclusione di Sonia Luca, assessora comunale di Pontedera sostenuta dalla Valdera. Una decisione che ha accentuato il clima di malumore in un partito già attraversato da divisioni di correnti e che ora assumano sfumature territoriali.

La frattura nella Lega

Situazione turbolenta anche per la Lega, dove il deposito delle liste ha messo in evidenza una crisi interna esplosa con l’arrivo di Roberto Vannacci. Dei sei consiglieri regionali uscenti, solo uno si ricandida: gli altri hanno abbandonato il campo o scelto di non correre. “Un patrimonio di esperienze disperso sull’altare di un listino bloccato concesso a un iscritto da pochi mesi”, ha denunciato il consigliere Massimiliano Baldini. Nemmeno i parlamentari toscani del partito si sono candidati, compresa la stessa Susanna Ceccardi che aveva dato disponibilità. E Vannacci, pur imponendo i nomi in lista, non ha messo in gioco direttamente la propria candidatura.

Fratelli d’Italia e il caso Prato

La composizione delle liste di Fratelli d’Italia ha risentito degli scandali che hanno scosso Prato, collegio cruciale per il partito. Dopo il caso Cocci e il coinvolgimento di Claudio Belgiorno in un’inchiesta per ricatto, la segreteria ha completamente rivisto le candidature. Capolista è stata designata la deputata Chiara La Porta, seguita da Gianluca Banchelli, Dania Melani, Giulio Benelli, Emanuela Paci e Giovanni Sardi. Una scelta che punta a voltare pagina e a ripresentarsi agli elettori con un quadro rinnovato.

La lista no vax

Chiude il quadro delle candidature la novità di Forza del Popolo, che ha annunciato di aver raccolto oltre 12mila firme in 15 giorni per correre in tutte le circoscrizioni. Guidata in Toscana dal presidente Andrea Colombini, già candidato sindaco a Lucca, la lista rivendica la propria identità “no vax, no euro e no war”. Per la presidenza della Regione è stato scelto Carlo Giraldi, medico anti vaccini ed ex primario di neuropsichiatria all’ospedale di Lucca.

Verso le elezioni: il caso
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