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Sanità e prestazioni, le pagelle della Fondazione Gimbe: la Toscana è seconda in Italia (e migliora nel punteggio)

di Francesca Ferri

	Voti alti per la sanità toscana
Voti alti per la sanità toscana

I livelli essenziali di assistenza: la nostra regione è promossa in tutte e tre le aree prese in esame con un punteggio stellare

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La Fondazione Gimbe promuove la sanità toscana e le assegna la medaglia d’argento tra le 20 Regioni e Province autonome italiane. Riconoscendole un miglioramento di 11 punti rispetto alla precedente valutazione.

Gimbe – fondazione di diritto privato senza scopo di lucro nata nel 1996 per favorire la diffusione e l’applicazione delle migliori evidenze scientifiche con attività indipendenti di ricerca, formazione e informazione scientifica – ha divulgato  i risultati dell’analisi condotta sugli adempimenti delle varie Regioni in materia sanitaria nell’anno 2023, effettuata sulla base dei dati del ministero della Salute.

Ogni anno, infatti, il ministero valuta l’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), ovvero le prestazioni sanitarie che tutte le Regioni e Province autonome devono garantire gratuitamente o previo il pagamento del ticket. Il ministero le divide in tre macroaree: prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale e area di assistenza ospedaliera. Dal 2023 per compilare la pagella vengono utilizzati 26 indicatori, per ciascuno dei quali ogni Regione può ottenere da zero a 100 punti.

Per essere considerata adempiente deve raggiungere la “sufficienza” di almeno 60 punti in tutte le aree. «Si tratta a tutti gli effetti della “pagella” ufficiale per valutare i servizi sanitari regionali – spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – che promuove le Regioni adempienti e identifica le criticità in quelle inadempienti».

Ebbene la Toscana – dove l’assessorato alla Salute è guidato da Simone Bezzini – è promossa in tutte e tre le aree con un punteggio stellare. Nell’area prevenzione ottiene 95 punti su 100, terzo miglior punteggio dopo Provincia autonoma di Trento e Veneto, 98 punti ciascuna, e dopo l’Emilia Romagna, 97 punti, e a pari merito con la Lombardia. Nell’area distrettuale ottiene 95 punti su 100, secondo miglior punteggio dopo il Veneto, a quota 96, seguita dal Piemonte, a 90 punti. Nell’area ospedaliera ottiene 96 punti, dietro alla Provincia autonoma di Trento, che ha 97 punti, e davanti al Veneto, 94 punti. Cumulando i tre risultati il punteggio totale della Toscana risulta 286 su 300, due soli punti in meno rispetto al Veneto e 12 in più rispetto alle terze classificate, l’Emilia Romagna e la Provincia autonoma di Trento.

Tra le Regioni del centro Italia la Toscana supera di gran lunga l’Umbria (257) e le Marche (248) e ancor di più la Liguria (219) e il Lazio (216). Del resto la Liguria, come anche Basilicata, Calabria, Molise, Provincia Autonoma di Bolzano, Abruzzo, Sicilia e Valle d’Aosta sono Regioni inadempienti. In fondo alla classifica c’è proprio quest’ultima, a 165punti. La Fondazione Gimbe sottolinea anche un ulteriore aspetto positivo, vale a dire l’omogeneità nelle prestazioni. La Toscana, come l’Emilia-Romagna, il Piemonte, il Veneto, si colloca in posizioni simili nelle tre aree, documentando uniformità nell’erogazione dell’assistenza.

Altre Regioni invece mostrano forti squilibri nel posizionamento tra le tre aree: in particolare Calabria, Valle D’Aosta, Liguria, Provincia autonoma di Bolzano. «Queste differenze – spiega il presidente di Gimbe – indicano che, anche dove si raggiunge la soglia di sufficienza, persistono marcati squilibri nella qualità dell’assistenza. Ma una sanità che funziona bene solo in ospedale o solo sul territorio non può considerarsi realmente efficace, né tantomeno in grado di rispondere ai bisogni delle persone». Le differenze tra gli adempimenti Lea del 2022 e quelli del 2023 sono state analizzate valutando i punteggi totali delle Regioni e le performance nazionali nei tre macrolivelli assistenziali. Nel 2023, otto Regioni hanno registrato un peggioramento rispetto all’anno precedente, seppure con divari di entità molto variabile. Hanno perso almeno 10 punti Lazio (-10), Sicilia (-11), Lombardia (-14) e Basilicata (-19). Sul fronte opposto, Calabria, con un +41, e Sardegna, con un +26, hanno fatto un grande balzo in avanti.

La Toscana dal canto suo ha migliorato le prestazioni offerte ai cittadini di 11 punti percentuali. «Il monitoraggio Lea 2023 – conclude Cartabellotta – certifica ancora una volta che la tutela della salute dipende in larga misura dalla Regione di residenza e che la frattura tra il Nord e il Sud del Paese non accenna a ridursi». «È un riconoscimento che premia la professionalità e l’impegno di medici, infermieri e di tutto il personale sanitario, che ogni giorno garantisce cure di qualità alle cittadine e ai cittadini», commenta il presidente del consiglio regionale, Antonio Mazzeo. «Sappiamo bene che non mancano criticità e sfide aperte – continua Mazzeo – ma questo risultato ci conferma che siamo sulla strada giusta».

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