La tragedia
La Capannina a Giorgio Armani, Jerry Calà tra amarcord e futuro: «Il mito non va stravolto, spero che continui a chiamarmi...»
Dal film cult alle serate al pianobar, lo showman ripercorre la storia del locale di Forte dei Marmi: «Grazie a Gherardo Guidi sono salito sul palco, qui ho conosciuto Little Tony e Vianello»
«La chiamo io perché è da stamattina che mi cercano tutti». Jerry Calà, attore, regista, simbolo della «doppia libidine con i fiocchi», risponde al telefono dalla Sardegna dov’è in vacanza. Ma per tutti, è sempre rimasto dentro alla Capannina di Franceschi, a Forte dei Marmi: prima tra i protagonisti della pellicola cult “Sapore di mare”, poi con la chitarra o al pianoforte, mentre canta e fa cantare - l’ultima volta poche settimane fa- il pubblico sul palco dello storico locale della Versilia. Eppure sono passati più di quarant’anni da quando Luca Carraro da Milano, figlio «di uno dei più ricchi industriali della Lombardia e di una delle donne più insopportabili d’Italia» faceva il bischero entrando in spiaggia con la Vespa perculando il povero bagnino. È la scena iniziale del film che ha cambiato la storia di molti e alimentato un mito.
Calà, la Capannina passa dalla famiglia Guidi a Giorgio Armani, finisce un mondo e speriamo che ne inizi un altro, che effetto le fa?
«Io spero che quel mondo non finisca. Intanto diciamo che per adesso c’è una trattativa ma che sappia io la firma non c’è. Sono sincero: non credo che Giorgio Armani abbia bisogno di gestire un locale, so che è stato un grande frequentatore della Capannina. Ecco perché se acquisisce il locale credo che lo faccia come protezione, come atto di affetto, non certo per stravolgerlo. Se intuisco l’animo gentile di questo grande imprenditore senz’altro vorrà dare una rinfrescata alla struttura con le sue idee e il suo stile, ma penso che ci tenga a farlo restare il locale unico che è. Anche perché questa è la sua forza. Ormai negli altri locali non si parla più. Il bello della Capannina è che quando entri è come cambiare epoca. Ci arrivi, varchi la porta e vedi ragazzi e ragazze vestiti eleganti che si divertono in modo sobrio».
Si ricorda la prima volta che è entrato alla Capannina di Forte dei Marmi?
«La prima volta che sono entrato è stato per girare le scene di “Sapore di Mare”. Da ragazzo mica potevo permettermi di frequentarlo. Ma da quando ci ho messo piede, sono stato affascinato e ne sono diventato un frequentatore».
Le ha cambiato la vita?
«Sì, per due motivi: il successo del film e la conoscenza con Gherardo Guidi. È stato lui a insistere: “Dai, metti su uno spettacolo musicale”, mi ripeteva. Io rispondevo dicendo che avevo paura, che non me la sentivo. Poi mi sono buttato e grazie a lui ho raggiunto il successo, sia in Capannina che altrove».
E il suo incontro più bello?
«Tanti, in Capannina ho conosciuto Little Tony, una persona stupenda, Edoardo Vianello. Ho avuto il piacere di duettare con Anna Tatangelo, una grande professionista. Quella sera senza mai provare abbiamo duettato come se cantassimo insieme da sempre».
In una recente intervista al Corriere della Sera ha spiegato: «L’estate di Sapore di mare non c’è più. I ragazzi girano nei suv e ordinano enormi bottiglie di vodka». Che cosa si perdono?
«Si perdono quelle emozioni che si provano da sobri, quando fai un incontro che non ti aspetti, incroci una ragazza, la corteggi. Non voglio fare il bigotto, qualche bicchierino si può bere, ma in tanti posti dove fanno musica techno manco si guardano, fanno i video col cellulare e sono attaccati allo schermo come se non ci fosse un domani. Non capisco quale divertimento ci sia. In Capannina non l’ho mai visto, chi entra si adegua all’ambiente: canta, balla e chiacchiera senza stravolgersi».
A suo avviso che cosa ha reso la Capannina un mito: il film o è il contrario?
«Bella domanda. Credo che uno abbia aiutato l’altro. Vanzina quando ha pesato il film voleva il simbolo dell’estate e della Versilia e non poteva che scegliere la Capannina. Così ha reso popolare un luogo che già era importante».
Potesse dare un consiglio a Giorgio Armani su come gestire il futuro della Capannina cosa gli direbbe?
«Intanto di continuare a chiamare il sottoscritto. A parte gli scherzi, spero prosegua con una bella programmazione musicale, magari con i cantanti che hanno fatto la storia della musica italiana: Tozzi, Concato, Morandi».
Il 6 settembre la rivedremo alla Capannina a cantare al pianobar, sarà un addio a un arriderci?
«Macché addio, spero tanto sia un arrivederci. Intanto prometto fin da ora a Giorgio che se mi conferma vestirò volentieri Armani».
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