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Optical Valley, sguardo al futuro: viaggio nell’hub Leonardo a Campi Bisenzio


	Tecnologia elettro-ottica nell’area di collaudo (foto Leonardo)
Tecnologia elettro-ottica nell’area di collaudo (foto Leonardo)

Nello stabilimento in provincia di Firenze nascono le nuove tecnologie per difesa, sicurezza e spazio che creano sempre più innovazione e professionalità

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FIRENZE. Occhi per guardare lontano e orientarsi in sicurezza, per tracciare e identificare, ma anche per andare nello spazio più profondo per esplorare, navigare e osservare la Terra. Queste tecnologie, e molte altre, nascono e vengono prodotte a Campi Bisenzio, in provincia di Firenze, nello stabilimento Leonardo, dove storiche realtà come Officine Galileo, Ote e Sma sono confluite e hanno creato un hub tecnologico specializzato nella difesa, nello spazio e nella sicurezza, sempre più centrale nei principali programmi internazionali e nazionali.

Basti pensare, per citarne solo alcuni, ai nuovi programmi della difesa, alla costellazione per l’osservazione della Terra Iride e ai diversi grandi eventi, come il Giubileo in corso, in cui le comunicazioni critiche e le piattaforme di data intelligence e global monitoring – abilitate dall’uso dell’AI – fiorentine concorrono ad assicurare la massima sicurezza. La storica eccellenza delle Officine Galileo traina la crescita del sito che oggi punta a diventare la colonna portante dell’Optical Valley, un incubatore di innovazione tecnologica in cui università, centri di ricerca e piccole e medie imprese del territorio fanno rete per costruire sistemi elettro-ottici avanzati che guardano al futuro. Futuro è innovazione, ricerca e soprattutto formazione.

Formare direttamente all’interno dei propri laboratori, mettendo a disposizione esperti e competenze, consente a Leonardo di rispondere autonomamente alla necessità di figure professionali sempre più ricercate. È in questa prospettiva che si sviluppa anche la collaborazione con l’Its Prime che, all’interno del sito campigiano, ha attivato con Leonardo percorsi di studio altamente specializzati, in cui gli studenti vengono formati prima nella fisica della materia, poi nell’utilizzo dei sistemi per la lavorazione industriale, con la possibilità di essere integrati nella azienda stessa o nelle realtà produttive del territorio.

Uno sguardo al futuro arriva invece dai Leonardo Innovation Labs, in cui si validano le tecnologie più innovative. Nei laboratori campigiani esperti e giovani ricercatori studiano materiali e nanotecnologie per lo sviluppo di sensori “neuromorfici” in grado di riprodurre la perfezione dell’occhio umano e applicabili nella difesa e nell’aerospazio, ma anche nella meccanica e nella biotecnologia. Metalenti, ovvero lenti sottili come un foglio di carta e 100 volte più piccole di quelle tradizionali che presto alleggeriranno smartphone e telescopi e, infine, il camouflage termico, ovvero un rivestimento intelligente nato dalla manipolazione della luce che consente la mimetizzazione. Il camouflage, ad esempio, se utilizzato per ricoprire gli edifici, può aiutare a trattenere il calore in inverno e ad espellerlo in maniera efficiente d’estate, con un’importante risparmio energetico.

Nel sito fiorentino di Leonardo il futuro è anche nei processi produttivi industriali. Qui l’incremento produttivo è reso possibile, da un lato, da un’infrastruttura smart che applica digitalizzazione e intelligenza artificiale ai cicli di lavorazione fin dalle prime fasi, e dall’altro dalla capacità di sviluppare e lavorare in modo indipendente lenti e ottiche. Sostenibilità e razionalizzazione dei processi consentono un’ottimizzazione delle risorse e sistemi finali di elevatissima qualità. Anche la nuova camera bianca dedicata alle tecnologie spaziali, oggi una delle tante nel sito, è parte della logica di semplificazione dei processi.

Unica in Italia per la sua ampiezza di 1.200 metri quadrati e per un livello di pulizia pari, se non superiore, a quella di una sala operatoria, al suo interno gli esperti replicano il vuoto spaziale per testare alcuni degli assetti protagonisti di progetti come Ariel e Prisma. Ariel prevede lo sviluppo di uno dei più grandi telescopi spaziali per lo studio di esopianeti; Prisma di seconda generazione serve per l’osservazione iperspettrale della Terra.

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