Livorno, falso allarme bomba sul traghetto: bloccati oltre mille passeggeri. Scatta la maxi-emergenza, poi la nave riparte (dopo ore)
Telefonata agli uffici di Grimaldi blocca la “Zeus Palace”: controlli, poi il via libera. Il prefetto: «Tutto si è svolto in un clima di tranquillità»
LIVORNO. «C’è una bomba sul traghetto». Un falso allarme, per fortuna, che dalle 18,15 di oggi, 18 luglio, per ben quattro ore ha bloccato in porto la “Zeus Palace”, la nave passeggeri di Grimaldi Lines diretta a Palermo con a bordo oltre 1.100 persone.
La segnalazione, giunta con una telefonata anonima negli uffici romani dell’armatore, ha costretto la compagnia napoletana ad avvertire le forze dell’ordine, mobilitando anche la propria unità di crisi. Con un disagio inevitabile: il blocco del porto, con gli accessi dalla Fi-Pi-Li verso la Darsena Toscana che, per ragioni di sicurezza, sono rimasti a lungo paralizzati, così come l’ingresso delle merci in Tdt e gli svincoli che collegano via Quaglierini alla strada di grande comunicazione, con persone scese a piedi in strada per capire che cosa stesse succedendo.
I controlli
Quando è giunta la segnalazione, che si tramuterà in una denuncia per procurato allarme presso le autorità e probabilmente anche interruzione di pubblico servizio, il traghetto stava per salpare dalla banchina 14E verso la Sicilia. La partenza era prevista alle 18,30. Il Palazzo del Governo, con il prefetto Giancarlo Dionisi, insieme alla capitaneria di porto, comandata dal contrammiraglio Giovanni Canu, ha assunto il coordinamento delle operazioni di soccorso, una «maxi-emergenza» come viene definita. Mobilitata la security portuale, che ha svolto un’ispezione visiva, così come gli artificieri.
Dopo le prime due verifiche a distanza, per permettere l’attracco in Darsena Toscana della “Cruise Europa”, traghetto sempre di Grimaldi che stava attendendo l’ok per entrare in porto, la “Zeus Palace” è stata fatta spostare alla Calata Bengasi, a poca distanza, per proseguire le operazioni di verifica più nel dettaglio. A bordo, quindi, sono intervenuti oltre ai militari della guardia costiera anche i vigili del fuoco, il personale dell’Autorità di sistema portuale del mar Tirreno settentrionale, gli agenti della polizia di frontiera marittima, mentre preallertati a terra c’erano i volontari della Svs di via San Giovanni, i colleghi della Misericordia di Antignano di presidio nel punto di primo soccorso in Tdt, il medico e l’infermiere del 118 sull’automedica partita dall’ospedale e i soccorritori della Croce rossa italiana. Interessata anche la Centrale remota operazioni soccorso sanitario di Pistoia, la cosiddetta “Cross”. In tutto questo lasso di tempo i viaggiatori sono sempre rimasti a bordo.
Il via libera
Verso le 22,30, l’ultimo controllo delle autorità, ha sancito il via libera definitivo, con il comandante che ha annunciato ai passeggeri la partenza con oltre quattro ore di ritardo. Per tutti un grande sospiro di sollievo, che ha alleggerito il conseguente fastidio per l’enorme disservizio subito, per il quale chiaramente la compagnia non ha alcuna colpa. A questo punto, essendo palese il reato di procurato allarme presso le autorità, chi ha telefonato alla compagnia annunciando la presenza dell’ordigno, se identificato, sarà punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da dieci a 516 euro. Per l’interruzione del pubblico servizio, inoltre, se verrà ravvisato è prevista la reclusione da sei mesi a un anno, con la multa non inferiore a 516 euro.
Parla il prefetto
Il prefetto Giancarlo Dionisi ha gestito in prima persona ogni fase dell’emergenza. «I controlli si sono svolti in un clima di tranquillità dei passeggeri – spiega una volta conclusa l’emergenza – con il massimo coordinamento delle forze in campo a cominciare dalla capitaneria di porto, con l'ammiraglio Giovanni Canu, le forze dell’ordine e l’Autorità di sistema portuale del mar Tirreno settentrionale».