Comunicato sindacale
Profondo disagio, forte turbamento e grande imbarazzo. Sono i sentimenti con cui l’assemblea dei redattori del Tirreno, riunitasi nella mattina del 23 maggio, reagisce all'unanimità (con 44 voti a favore su 44 partecipanti) alle espressioni usate dai manager del Gruppo Sae che ad un tavolo ufficiale, davanti ai vertici di Associazione Stampa Toscana, Federazione Nazionale della Stampa e comitato di redazione, hanno paragonato la maternità di una collega alla gestazione di un elefante.
L'assemblea ha deciso di denunciare pubblicamente questo approccio violento e spaccone, che non rappresenta un caso isolato, una gaffe o uno scivolone, ma una modalità ormai sperimentata di alzare il livello della provocazione e dello scontro con un corpo redazionale stremato dal punto di vista dei carichi di lavoro, penalizzato da anni a livello stipendiale, ma che non può accettare di essere oltretutto offeso e denigrato dai rappresentanti aziendali.
Le parole inaccettabili usate verso la collega sono in linea con altre affermazioni false, offensive e irrispettose delle professionalità, delle personalità e dei diritti proferite allo stesso tavolo dal medesimo management e relative ad "un tasso di assenza per malattie mai visto in nessuna azienda editoriale". Così come le affermazioni relative al fatto che i giornalisti del Tirreno sarebbero fannulloni e passerebbero ore e ore tra pause pranzo e caffè al bar. Ci troviamo di fronte a toni e modalità di comportamento che niente hanno a che fare con la storia di un giornale progressista e da sempre attento ai diritti, valori che le persone, i lettori e i territori ci riconoscono come elementi di distinzione. Le parole usate dal management sono inaccettabili per noi e per i nostri interlocutori quotidiani. Ne va del nome della testata, di noi giornalisti, della storia che ci portiamo dietro e del giornale che quotidianamente mandiamo in edicola.
L'assemblea dei redattori del Tirreno, all'unanimità, si chiede se i 34 soci del Gruppo Sae, le fondazioni bancarie che stanno entrando con capitali importanti nell'azionariato, a partire dalla Fondazione Sardegna siano al corrente e condividano i metodi utilizzati dai loro manager nei confronti dei lavoratori.
E se non provino lo stesso imbarazzo dei giornalisti nei confronti dei lettori ma anche dei progetti in atto, a partire da Scuola 2030, rivolto a migliaia di studenti degli istituti superiori di Toscana, Emilia Romagna, Sardegna, nei quali si avvicinano i giovani al giornalismo e all'importanza dell'impegno civile e dal quale escono quotidianamente articoli scritti dai ragazzi sull'importanza del rispetto delle donne, dei più deboli, dei diritti. Lo stesso vale per il Progetto Erasmus in procinto di partire nelle Università italiane.
Di chi sarà domani la colpa della perdita di copie e credibilità? Dei giornalisti fannulloni o di manager che gettano discredito sulla testata con frasi sessiste e medievali durante una vertenza? La storia e le ambizioni di questa testata possono permettersi al vertice dell'azienda manager di questo tipo?
Allo stesso tavolo è stato affermato dal management che l'azienda è a conoscenza di ogni azione che compiono i giornalisti, che vengono contati i numeri dei pezzi scritti e firmati, segnati e registrati gli orari di entrata e di uscita. E' palese in queste affermazioni l'ignoranza totale del contratto di lavoro e del funzionamento della professione da parte di dirigenti aziendali che dovrebbero ben sapere come si fa un giornale. Ma emerge soprattutto chiaramente una grave violazione dei diritti personali e dello Statuto dei lavoratori che prevede una normativa chiara su come funziona il controllo dei lavoratori.
L'assemblea chiede al consiglio di amministrazione di Gruppo Sae e Sae Toscana, al presidente di Gruppo Sae e al presidente di Sae Toscana e alla proprietà tutta se estranei alla struttura giornalistica o a quella amministrativa registrino presenze, orari e attività giornalistiche riferendole ai manager, e chiede di sapere se personale esterno abbia accesso al portale presenze, ai sistemi editoriali, ai livelli di produzione e nel caso se sia autorizzato e da chi. In questo contesto di gravi e ripetute violazioni dei diritti civili l'assemblea dei redattori del Tirreno, all'unanimità, ha dato mandato al Comitato di redazione di respingere da oggi in avanti ogni interlocuzione con l'attuale management, sedendosi ad un tavolo solo con nuovi e diversi interlocutori.
L’assemblea dei redattori del Tirreno
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La replica dell’editore
Spiace leggere un comunicato con questi toni anche perché finora i rapporti sindacali sono stati tenuti nel reciproco rispetto e nella normale dialettica negoziale.
Purtroppo nell’ultimo confronto del 20 maggio, a cui ha partecipato in presenza un solo membro del Cdr e la delegazione dell’AST con tre giornalisti collegati telefonicamente, dopo le prime interlocuzioni l’Associazione Stampa Toscana ha assunto posizioni non concilianti.
Parlando poi degli organici, si è accennato alle assenze per malattie e a una maternità che dura da 15 mesi.
Riguardo a questa ultima circostanza il direttore generale, al solo fine di provare a stemperare il clima della riunione, in un inciso ha detto “gestazione da elefante”. Ovviamente non c’era alcuna volontà di offendere la collega né di esprimere valutazioni di merito essendo tra l’altro a conoscenza delle problematiche che si erano manifestate sin dall’inizio della gravidanza.
Prendendo atto però che la frase è stata interpretata come sessista e offensiva, è giusto esprimere le scuse alla collega e a tutti coloro che se ne sono sentiti coinvolti in quanto mai il direttore generale si sarebbe permesso di offendere qualcuno o di ledere i diritti personali dei lavoratori.
Venendo poi ai carichi di lavoro, è bene precisare che si è parlato solo di una verifica fatta sul numero dei pezzi scritti dai collaboratori rispetto a quelli scritti dai giornalisti interni e mai si è detto che vengono registrati gli orari di ingresso e di uscita dei giornalisti se non su affermazione del Presidente dell’AST, anche perché è noto a tutti che il CCNL giornalisti non prevede la registrazione degli orari.
Infine, riguardo alle affermazioni dell’Associazione Stampa Toscana circa giornalisti che lavorano 14/15 ore al giorno è stato semplicemente risposto che le presenze in redazione sono registrate sul portale delle presenze gestito dall’Ufficio del Personale anche per poter redigere e calcolare le buste paga.
La strada da percorrere per il risanamento del Tirreno è ancora lunga e difficile ma alla fine del percorso sarà sicuramente raggiunto l’obiettivo della salvaguardia della nostra storica testata, dei posti di lavoro e della tutela della redazione intera. Resta inteso che non è prerogativa di alcuna parte scegliere l'interlocutore al tavolo negoziale.
L’Azienda