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Cecina, il parco Gallerose e le passeggiate tra i lemuri: come funzionano e come prenotarsi

Un momento del training all’interno del parco zoologico Gallorose
Un momento del training all’interno del parco zoologico Gallorose

La titolare Margherita Ceppatelli: «Siamo al lavoro per organizzare le passeggiate tra i lemuri»

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I due vari (lemuri variegati, ndr) Leonardo e Anastasia non sono gli unici lemuri del parco zoologico Gallorose di Cecina. Da pochissimo sono arrivati anche i “lemuri catta”, i più conosciuti, con la loro coda ad anelli, diventati famosi soprattutto grazie a Re Julien e al film della Dreamworks Madagascar. Sono otto: tre arrivano dalla Polonia e cinque dalla Francia. Per accoglierli è stato realizzato un exhibit tutto nuovo, pensato anche per far entrare in un prossimo futuro piccoli gruppi di visitatori. «Stiamo lavorando per organizzare la possibilità di piccole experience, come le passeggiate tra i lemuri – spiega Margherita Ceppatelli, titolare dell’azienda che gestisce il parco -, vogliamo dare loro il tempo di ambientarsi e di amalgamare i due gruppi. Nel frattempo stiamo portando avanti dei training che stanno andando molto bene. Non hanno alcun timore delle persone».

Il parco

Il parco Gallorose di Cecina, aperto tutti i giorni, esiste dal 2001. Copre cinque ettari e i suoi tre chilometri di sentieri immersi nel verde conducono “a spasso nella biodiversità” alla scoperta di oltre 130 specie selvatiche e razze domestiche di mammiferi e uccelli. È suddiviso in sei aree, cinque delle quali dedicate ai vari continenti, dall’Oceania all’America, e una alla fattoria dal mondo, con razze antiche molte delle quali dimenticate nell’agricoltura intensiva, quelle toscane come la pecora garfagnina bianca, il cavallo di Monterufoli, l’asino amiatino e varie razze di gallina come quella livornese. Gli uccelli rappresentano una specialità del parco che ospita cinque specie di ara, diverse specie di oche, turachi e buceri, pappagalli, uccelli da preda come il candido avvoltoio delle palme, l’aquila reale, il kookaburra sghignazzante e il seriema. «Nel 2024 abbiamo avuto un sacco di nuovi arrivi: oltre ai lemuri coda ad anelli, abbiamo accolto l’ocelot, un felino conosciuto anche come gattopardo, il gatto di pallas, un felino selvatico della steppa, l’uistitì dai pennacchi neri, un piccolissimo primate il cui trasferimento è stato approvato dal coordinatore del progetto di conservazione EEP. Però i bambini vanno pazzi per i capibara, un grosso roditore dal muso buffo, probabilmente perché sono diventati virali con i meme che li vedono protagonisti. Capita che prima di venire chiamino appositamente per sapere se c’è un capibara», evidenzia Ceppatelli. E poi un must, i due wallaby bianchi, piccoli marsupiali albini nati proprio qui al Gallorose qualche anno fa, White e Didì.
Come visitarlo
La primavera tra l’altro è tempo di nascite e proprio in questi giorni ecco che sono spuntati dei musetti dai marsupi dei canguri e piccoli e dispettosi suricati. Per i bambini e le famiglie in particolare il parco Gallorose propone laboratori e percorsi educativi pensati per gite didattiche ma anche per gruppi numerosi, alla scoperta del lavoro dello zookeeper e degli animali a rischio estinzione. Per info e prenotazioni è possibile consultare il sito, www.parcogallorose.it, i social del parco o scrivere a parcogallorose@gmail.com

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