Il caso
Come arrivano i cani nei canili? Le storie dalla Toscana, tra destini crudeli e gesti di cuore
Sono un’ottantina i cani ospiti della struttura di Scarlino. La direttrice sanitaria: «In crescita le cessioni di proprietà»
A finire in un canile, sempre più spesso, sono i cani ceduti dai loro padroni non più in grado di sostenere la spesa per accudire l’animale oppure persone malate costrette a lunghi ricoveri in ospedale che non sanno a chi lasciare il loro fedele amico. Al
c anile comprensoriale di Scarlino, in provincia di Grosseto, i cani sono un’ottantina e ciascuno di loro è arrivato per vie diverse, ma tutti cercano una famiglia in cui poter terminare la vita o un abbraccio da cui tornare. Il canile comprensioriale “Un amico ti aspetta” oltre al comune capofila di Scarlino comprende Gavorrano, Follonica, Massa Marittima, Montieri e Monterotondo.La direttrice
«Nella zona non ci sono cani randagi – spiega Elisa Granatelli, medico veterinario e direttrice sanitaria – . Negli ultimi quattro anni è aumentato il numero dei cani arrivati nella struttura per cessione di proprietà. Le modalità di cessione di proprietà cambiano da comune a comune, ma in linea di massima si può chiedere questa modalità se si forniscono le prove di avere un basso reddito di Isee e quindi si dimostra che non si può accudire il cane. Oppure quando il proprietario è gravemente malato e impossibilitato a occuparsi dell’animale. Cerchiamo sempre di aiutare il proprietario a far in modo di tenere il cane senza farlo passare dal canile, ma non sempre è possibile e se non ci sono strade per mantenere il cane con il padrone, l’animale viene messo in adozione».
La storia degli esemplari
Oltre a questa recente modalità, gli altri cani sono arrivati al canile perché trovati liberi sul territorio dotati o meno di microchip. «Quando arrivano al canile vengono subito controllati – spiega Granatelli – e nel caso in cui sia presente il microchip controlliamo i dati del proprietario che, avvisato, deve venire a ritirare il proprio animale. Nei casi in cui, invece, non c’è il microchip proviamo a mostrare la foto dell’animale sui social per trovare il proprietario. Quando nessuno reclama il cane, l’animale entra nel canile e viene messo in adozione». Ci sono poi i cani dopo un sequestro da parte delle forze dell’ordine. «Questi animali vengono tenuti nella struttura per la durata del sequestro – prosegue Granatelli – e a volte restano anche quando vengono dissequestrati e confiscati al proprietario: condizione che consente poi di metterli in adozione».
Numeri e contatti
Tra i box della struttura si incrociano gli sguardi degli animali, tra loro ci sono i più giovani di circa sei mesi fino al più anziano, Tatù di 20 anni. La sua storia è quella del passaggio da un canile all’altro e anche a quello di Scarlino è arrivato dopo lo stop in un’altra struttura. È anziano, ma spera ancora in un’adozione del cuore. Un po’ come è avvenuto per Saetta, Segugio maremmano di soli due anni e mezzo, ma con problemi fisici: Saetta soffre di una patologia cardiaca ed è positivo alla Leishmaniosi eppure la sua storia di acciacchi e malattie non ha fermato l’amore di una coppia di pensionati arrivata al canile di Scarlino per adottare un cane di taglia media. «Alla fine la coppia ha adottato proprio Saetta – racconta Granatelli – . Aveva già avuto cani e si è approcciata a Saetta con un amore infinito e con la consapevolezza che la nuova famiglia può aiutare l’animale fino alla fine». Insomma, è proprio vero: la malattie dei cani non fermano le adozioni. È accaduto anche per Atena, una molossina di otto anni con problemi renali, scelta per la sua gioia di vivere da una coppia che a dicembre è entrata in canile. È scattato subito la scintilla e la cagnolina ora ha una casa e una famiglia. Il protocollo per l’adozione è severo ma necessario per evitare che il cane non debba tornare in canile. «Spieghiamo che l’adozione è una responsabilità – evidenzia la direttrice sanitaria del canile – . All’adottante viene chiesto di compilare un questionario che aiuta anche a capire le motivazioni dell’adozione. Valutiamo poi il contesto ambientale e familiare, il tempo a disposizione della famiglia nei confronti del cane e la presenza eventuale di altri animali. Dopo aver tracciato il profilo del cane facciamo incontrare gli animali alla nuova famiglia». E, a questo punto, inizia il percorso di avvicinamento tra cane e persona. «Si fanno incontri con tutta la famiglia – conclude Granatelli – e in tutto questo percorso c’è la visita a casa della nuova famiglia per permettere al futuro adottato e adottanti di fare conoscenza. In ogni caso noi restiamo sempre a disposizione per informazioni e consigli». Per contattare il canile “Un amico ti aspetta” di Scarlino è possibile chiamare il numero di telefono 333 970 7752 oppure scrivere una mail a canile@coopmelograno.org.