Il Tirreno

La Toscana da scoprire

A casa di Terzani

di Stefano Adami
A casa di Terzani

Orsigna, sui monti sopra Pistoia, è luogo di pace immerso nel verde e nel ricordo del celebre figlio

09 giugno 2023
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Orsigna se ne sta aggrappata forte sui monti sopra Pistoia, alta su una valle rigata da un fiume che porta lo stesso nome del paese. Vi si sale alla ricerca di salute. Il viaggiatore inquieto vi arriva infatti dopo una lunga arrampicata, lasciandosi alle spalle appunto l’elegante centro storico pistoiese, in alternate bande bianche e nere. L’arrivo all’antico abitato è silenzioso, verdissimo, carico di promesse. Sì, perché vi si approda usando come guide alcuni libri di un grande figlio di questo piccolo paese, Tiziano Terzani. Libri, e anche un film, con un grande attore, Bruno Ganz.

Orsigna, di fatto, è nota fin dal 1200, quando alcuni documenti descrivono la sua economia, la raccolta delle castagne, i suoi molini. Altri documenti raccontano anche che per questo abitato passò perfino Federico II di Svevia, il grande sovrano tedesco dell’epoca. Che, per la sua cultura, la sua visione del mondo, le sue arti diplomatiche, era chiamato appunto “stupor mundi”, stupore del mondo. In quell’epoca erano già attivi i molini del paese, che producevano principalmente farina di castagne. E la valle del fiume era detta Ursina. Da questo nome poi venne quello del paese. E anche lo stemma dell’abitato, che vede appunto due orsi che mostrano, uno a destra, uno a sinistra, uno scudo con i colori locali.

Ma una bella descrizione di questo incrocio di destini la troviamo appunto in uno degli ultimi libri del suo grande figlio, Tiziano. In pagine che ci parlano di un abitato contadino ancora vivacissimo fino alla prima parte del 1900. Poi cominciò l’abbandono in favore dei più grandi centri urbani, che promettevano una vita più facile, con più opportunità di lavoro.

Anche Tiziano se ne andò. Era un ragazzo sveglio, e doveva per forza continuare a studiare. Dopo il liceo, vinse un posto al collegio Sant’Anna di Pisa dove concluse ottimi studi nelle discipline economiche e giuridiche.

Appena laureato, ebbe la possibilità di andare a lavorare in Giappone. È una lunga strada, dalle viuzze e piazze dell’Orsigna. Ma lì, il ragazzo di paese sentì ancora un’altra chiamata. Si innamorò delle lingue e culture orientali. Si innamorò anche di una ragazza tedesca, e fu proprio in alcune testate tedesche che iniziò la sua carriera di scrittore e giornalista. Orsigna era sempre lassù, silenziosa, profonda, accogliente, su quelle verdi montagne, sempre pronte a riabbracciare i figli.

Tiziano intanto andava sempre alla ricerca di avventura, attraversando a piedi l’universo cinese, osservando e raccontando molte guerre. Ma sempre con l’Orsigna nel cuore. Ogni volta faceva in modo di tornarci, una volta ogni anno almeno, per risentire le proprie radici, rivedere la madre, raccogliere di nuovo le forze. E ripartire.

Quel suo ritorno, quella sua ricerca, all’Orsigna, si sente ancora oggi. Alcuni anni fa, tutto il paese è stato restaurato. E con esso, anche l’antica chiesa di Sant’Anastasio. Durante i lavori, sono riemersi, dentro la chiesa, dei bei cicli di affreschi compiuti nell’Ottocento da un apprezzabile pittore locale.

Intanto, dopo aver scritto fiumi di articoli, e alcuni libri, Tiziano aveva azzeccato quello che gli avrebbe dato la fama mondiale. Si era imbattuto, infatti, in una bellissima storia. Un indovino orientale gli aveva suggerito di lavorare almeno un anno senza viaggiare in aereo: tutti i segni indicavano che, se avesse volato, quell’anno, sarebbe morto. Impossibile a farsi, per uno che di lavoro faceva l’inviato speciale nei teatri di guerra, come lui. Ma Tiziano decise invece di seguire il monito, passò un anno intero a spostarsi via terra. Raccontandolo. Ci scrisse sopra un bel libro: “Un indovino mi disse”. Con quel volume, la sua figura divenne quasi il centro di un vero e proprio culto.

Frotte di turisti si riversarono all’Orsigna, alla ricerca dei suoi luoghi, delle sue radici, della sua famiglia. Sembrava che fosse diventato un guru, suo malgrado.

Dopo vari anni, però, Tiziano si ammalò gravemente. Decise di andare a vivere in India, in una sorta di altra Orsigna, alla ricerca di solitudine, di meditazione. Scrisse altre pagine molto belle, altri bei libri. Uno divenne un film. Tutto ambientato proprio a Orsigna, “La mia fine è il mio inizio”. Vale la pena rivederlo oggi, prima di affrontare la salita, per arrivare alla nostra piccola Shangri La sopra Pistoia. Orsigna accoglie ogni viaggiatore e gli regala la pace che cercava. L’abitato e la natura intorno vogliono essere profondamente contemplati, come facciamo adesso. E poi, a Orsigna, oggi, c’è ancora Folco, Folco Terzani, che osserva le linee dolci di questo paesaggio, mentre è ancora a colloqui con suo padre.




 

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