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Calcio giovanile, il piccolo miracolo di una società toscana: qui i bimbi giocano gratis (ma a una condizione)

di Marco Sabia

	Renzo Ulivieri e il campo sportivo di Corazzano
Renzo Ulivieri e il campo sportivo di Corazzano

Siamo a Corazzano, paese in provincia di Pisa. Qui Renzo Ulivieri ha messo su una anche una squadra di genitori e nonni

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SAN MINIATO. Il calcio che si riappropria delle sue radici popolari e di strada e che si apre ad ogni età, col contributo tra l’altro di un allenatore sanguigno e che ha avuto la fortuna di allenare campioni come Roberto Baggio ai tempi del Bologna. A Corazzano – frazione di San Miniato nei boschi tartufigeni della Valdegola – la locale società di calcio dilettantistico (l’Asd Corazzano 1936) sta portando avanti un piccolo miracolo. Che consiste nell’offrire la scuola calcio a bambini, bambine, ragazzi e ragazze in maniera totalmente gratuita, garantendo inoltre a tutti i genitori (anche quelli delle squadre ospiti) l’entrata al campo gratis quando la domenica c’è la partita. A condizione di andare bene a scuola. Una roba che fa strabuzzare gli occhi ma che non è un’invenzione giornalistica né un’operazione di marketing.

Ed è una storia che potrebbe entrare benissimo nel libro dell’ex prima voce di “Tutto il calcio minuto per minuto” Riccardo Cucchi, che nel suo “Un altro calcio è ancora possibile” narra le vicende di chi ha scelto una via di dare calci al pallone diversa, a volte camminando sul confine sottile fra il sogno e la follia. Ma non finisce qui, perché sempre a Corazzano entro poco nascerà la prima squadra toscana di calcio camminato, una versione che si gioca dai quarant’anni in poi e dove non si può correre e coi contrasti vietati.

In questo caso c’è lo zampino del sanminiatese Renzo Ulivieri, decano delle panchine di Serie A (Bologna, Cagliari, Parma, Torino, Reggina) e presidente dell’Associazione Italiana Allenatori, che sarà un po’ il “deus ex machina” di questa rivoluzione gentile per chi ama ancora il pallone sebbene la carta d’identità si stia inesorabilmente ingiallendo. È proprio Ulivieri a sottolineare l’importanza di progetti di questo genere: «È fondamentale riscoprire i valori del calcio popolare e di strada, quando si tratta dalla mattina alla sera a giocare in strada o nei prati. Anche se i tempi sono cambiati, dobbiamo riprendere i contenuti del calcio che fu. E offrire una scuola calcio gratuita vuol dire essere una società all’avanguardia, che si spende non solo per il pallone ma anche per mettere in campo un nuovo modello di socialità, nel quale è essenziale il coinvolgimento dei genitori e dei nonni. Per questo è nata l’idea del calcio camminato, perché i bambini potranno giocare a poche decine di metri da genitori e nonni, creando un clima sereno dove tutti si divertono. Senza contare che praticare sport dopo una certa età diminuisce in maniera cospicua il rischio di avere problemi cardiovascolari». Al calcio camminato in salsa corazzanese si sono già iscritte trenta persone, per cui i presupposti per partire ci sono tutti. Per quanto riguarda invece il pallone gratis per bambini, già dalla stagione 2023-24 a Corazzano hanno creato una squadra esordienti, che quest’anno sarà affiancata da una dei primi calci (che sarà allenata da Lido Baragli).

Oltre a non pagare la retta, i baby calciatori avranno anche la muta della società, grazie a degli sponsor che copriranno le spese. L’obiettivo non è tanto quello di vincere ma di coinvolgere, anche se sin da piccoli i bambini vogliono arrivare primi sul pallone e fare più gol: «È naturale che ci sia spirito di competizione anche in giovanissima età – sottolinea Ulivieri – ma allo stesso tempo dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi il valore della vittoria e della sconfitta, in un contesto dove si favorisce una socializzazione più limpida e serena e si fa il bene di una comunità. Allo stesso tempo crescendo bisogna comprendere che per migliorare servono anche sacrifici: è vero che alla base del calcio ci deve essere sempre il divertimento ma per raggiungere certi traguardi servono anche alcune rinunce. Il talento emerge sempre e mi viene da ridere quanto sento dire “Io ho scoperto quello, io quell’altro”, però il talento si può anche smarrire se non affiancato dal giusto spirito».

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