Coppa Davis, l’Italia vola in finale con l’Australia: battuta la Serbia di Djokovic
La coppia Sinner-Sonego regala agli azzurri una finale che mancava dal 1998
ROMA. Non è un sabato qualunque ma un sabato tutto italiano per un trionfo che ha i colori accecanti della storia. Gli Azzurri del tennis conquistano la finale di Coppa Davis a venticinque anni di distanza, trascinata da un talento inafferrabile come Jannik Sinner, capace di battere per due volte nella stessa giornata un monumento come Novak Djokovic. Portano la firma dell'altoatesino i due punti vincenti che hanno ribaltato il pronostico della semifinale contro la Serbia e raddrizzato una sfida che era iniziata in salita con la sconfitta di Lorenzo Musetti nel singolare contro Miomir Kecmanovic.
Il 21enne della Val Pusteria, rapido nella sua ascesa come un "Frecciarossa” in questo 2023 da favola, ha piegato Nole dopo aver annullato tre match point nel terzo set, diventando il secondo giocatore in quattro anni a battere il serbo due volte nello stesso anno. Ma poi Jannik si è superato ancora. In coppia con l'amico Lorenzo Sonego, l'azzurro ha “abbattuto” ancora una volta il numero uno del ranking mondiale nel doppio che “Djoker” ha disputato con Kecmanovic: in due set con il punteggio di 6-3 6-4 la coppia azzurra ha regalato così una vittoria magica che consegna all'Italia l'ottava finale della sua storia.
Per l'Insalatiera d'Argento se la vedrà contro l'Australia, seconda nazione più titolata nella storia della Coppa Davis. Gli Aussies puntano al 29mo titolo alla 49ma finale, il primo dal 2003, l'Italia - che non ha mai battuto l'Australia in finale - a diventare l'undicesima nazione con almeno due titoli nella manifestazione.
Il doppio
Nel doppio Sonego ha trascinato la coppia fin dalle prime battute e Sinner ci ha messo subito del suo giocando con estrema attenzione e cercando di trovare punti deboli nella coppia serba, che ha trovato difficoltà nel prendere le contromisure. Vinto bene il primo set, nel secondo l'Italia ha subito la reazione di Djokovic che ha cercato di mettersi in cattedra ma gli azzurri sono stati bravi a non farsi prendere dall'ansia. E dopo il break iniziale hanno portato avanti la loro corsa fino alla fine ottenendo i punti decisivi grazie ad un Sonego solido sotto rete e un Sinner pronto a trovare gli angoli giusti per disinnescare la rimonta serba. «È stata lunga, alla fine di questa giornata ci sono tante emozioni, ci abbiamo sempre creduto e questo ha fatto la differenza. Sono contento che la squadra sia ancora viva, domani abbiamo una finale, la prima per noi tutti. Vediamo come va, siamo contenti ma non ancora soddisfatti abbiamo ancora tanto da fare», ha dichiarato a caldo Sinner al termine di una giornata indimenticabile.
Il singolare
Jannik si era già superato nel singolare regalando all'Italia una vittoria da campione battendo Djokovic 6-2 2-6 7-5. È stato dunque il talento altoatesino a lasciare l'Italia attaccata al sogno della prima finale in Coppa Davis dal 1998 e alla prima vittoria dal 1976. Djokovic non perdeva in Coppa Davis dal 2011, l'ultima sconfitta era maturata per ritiro contro Del Potro mentre in un match completato, la sua ultima sconfitta in nazionale risaliva al 2009, contro un certo Rafa Nadal. Un Djokovic insolitamente irregolare con la prima e attaccabile con la seconda al servizio ha incassato il primo break del match, Sinner, deciso e in palla, ha fatto le mosse giuste in quella che il ct Volandri ha definito una partita a scacchi ancora più complessa delle due precedenti alle ATP Finals. Djokovic ha provato a tenersi su con il servizio, ma Jannik è stato un treno in corsa lanciato verso il futuro, è volato sul 4-1 con un gran rovescio lungolinea e ha chiuso il primo set 6-2 in 37'. Nel secondo set, però, la trama di questo duello shakespeariano è cambiata. Riflettori su Djokovic che ha messo in campo orgoglio e blasone, lo sguardo della tigre e la fierezza del campione e ha restituito il set con lo stesso punteggio. Nel terzo Djokovic ha continuato a incitarsi e il match è cresciuto di intensità e di qualità. Sinner sul filo della tensione ha camminato però con la sicurezza di un acrobata, è riescito a reggere il pressing di Djokovic pur non riuscendo sempre a prendere in mano il gioco. Il numero 1 del mondo lo jha messo nelle condizioni di reagire e adattarsi ma Sinner è stato lì a giocare per vincere, e non per partecipare o per fare bella figura. Ha cancellato tre match point di fila al servizio, senza aspettare l'errore di Djokovic, sul 4-5 0-40. A cambiare la storia della partita è sgtato proprio Jannik, che si è preso il contro-break con un passante che ha scatenato il boato dei tifosi vincendo 7-5. Pareggiato il conto dopo il passo falso di Musetti contro Kecmanovic (6-7, 6-2, 6-1) l'Italia ha raddoppiato la fiducia trovando la forza e la grinta di vincere il doppio. E ora contro l'Australia. Nulla è precluso. «Non posso che ringraziare i ragazzi, il pubblico e la gente a casa. È una finale che manca da una vita, ora festeggiamo un altro quarto d'ora poi tutto il tempo va alla partita contro l'Australia. Siamo venuti qui per vincere, non siamo lontani ma dobbiamo recuperare le forze». L'Italia sogna sempre di più.