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Calcio: Serie A

Con il Milan a 15 anni: clamoroso Camarda, chi è il bimbo che rischia di giocare con la Fiorentina

di Giorgio Billeri
Il 15enne Camarda con la maglia del Milan
Il 15enne Camarda con la maglia del Milan

La favola del ragazzino: i rossoneri perdono tutti gli attaccanti, potrebbe debuttare

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A volte è meglio così. A 15 anni non pensi. Agisci. Non hai posto per la paura del vuoto, perchè voli guardando il cielo sopra di te e non la terra che sta sotto. Non c’è timore nè ossessione, c’è la gioia incredula di essere arrivati lì, a giocartela con i grandi. Davanti a settantamila, nella Cattedrale del calcio che hai vissuto solo da spettatore, apollaiato lassù, guardando e sognando.

La lieve inconsapevolezza potrebbe essere la migliore amica di Francesco Camarda. Fa quasi impressione pensare che è nato il 10 marzo del 2008. Quel giorno Olivier Giroud aveva 22 anni e segnava già grappoli di gol tra Istres e Tours: l’anno dopo la sua carriera sarebbe decollata con il Montpellier. In Formula 1 Lewis Hamilton vinceva il suo primo Mondiale sulla McLaren. Pochi mesi dopo Federica Pellegrini avrebbe vinto i 200 a Pechino. Insomma, ieri.

Che giornata quella di giovedì 23 novembre per il ragazzino. Compulsando l’inseparabile smartphone avrà trovato il messaggio di Stefano Pioli: sabato giochi con noi contro la Fiorentina. Una di quelle congiunzioni astrali che spesso rappresentano il primo capitolo di un gran romanzo: uno dopo l’altro il Milan ha perso Leao, Giroud e Okafor, tutte le punte centrali a disposizione. Ci sarebbe, anzi ci sarà Jovic, che scalda il tecnico rossonero come un ghiacciolo a Natale: per intendersi, è costato un milione e ha tirato in porta solo due volte fino ad oggi: 500 mila euro a tentativo, non proprio l’affare del secolo. L’alternativa, ma trattasi di mero esercizio teorico, è adattare due esterni come Chukwueze e Pulisic a prima punta: fisicamente troppo inferiori a Milenkovic e Quarta, e dunque improponibili.

Così scocca l’ora del ragazzino, noto soltanto agli osservatori che bazzicano i campetti delle giovanili: nove gol in 15 partite di Primavera, un sigillo anche contro i pari età del Psg: talento a profusione, ma con tutti i limiti di un quindicenne.

D’altra parte però, volendo scomodare giocatori seduti nel Nirvana del pallone, le grandi storie sono partite così, quasi per caso.

Francesco Totti venne mandato in campo da Vujadin Boskov il 28 marzo 1993, a 16 anni e mezzo. «Mi si fermò il cuore», ha raccontato Francesco, che restò in campo tre minuti. Gianni Rivera iniziò ad emettere bagliori di classe a 15 anni e 9 mesi, con la maglia della sua Alessandria. La stessa età avevano Pietro Pellegri e Amadeo Amadei, il celebre Fornaretto della Roma. Poco più “vecchio” Andrea Pirlo, che prese in mano le chiavi del Brescia a 16 anni e spiccioli. Il talento con l’acne: l’augurio, per il Milan e per il nostro calcio, è che Camarda abbia le stigmate del fuoriclasse.
 

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