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Il “Bonus mamme” spetta anche ai precari: la sentenza a Prato – Perché è una svolta

di Redazione Prato

	Bonus Mamme: sentenza-pilota a Prato
Bonus Mamme: sentenza-pilota a Prato

Il giudice ha riconosciuto il diritto all’esonero contributivo fino a 3.000 euro a favore di una collaboratrice scolastica

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PRATO. Il cosiddetto “Bonus mamme”, cioè l’esonero contributivo fino a 3.000 euro annui previsto dalla legge di bilancio 2024 per le lavoratrici madri, spetta anche ai precari della scuola. Lo ha stabilito una sentenza del Tribunale di Prato pronunciata il 13 novembre dal giudice Mariella Galano.

La sentenza

Il Tribunale ha riconosciuto il diritto ad accedere al bonus per una una collaboratrice scolastica, madre di due figli, che ha un contratto a tempo determinato.

L’agevolazione era stata applicata esclusivamente al personale con contratto a tempo indeterminato, escludendo le lavoratrici con contratto a termine. Tale limitazione è stata giudicata illegittima e discriminatoria, in violazione del principio europeo di non discriminazione previsto per i rapporti di lavoro a tempo determinato.

Accogliendo la tesi sostenuta dalla Uil Scuola, il Tribunale ha stabilito che lo sgravio contributivo costituisce una condizione di impiego e, pertanto, non può essere negato alle lavoratrici precarie che svolgono le medesime mansioni delle colleghe con rapporto stabile, in assenza di oggettive e comprovate ragioni che giustifichino un trattamento diverso.

Il commento dei sindacati

Conseguentemente, il Ministero è stato condannato a riconoscere l’esonero spettante, fino all'importo massimo di 3.000 euro annui. «Questa decisione – commenta Uil Scuola – ribadisce un principio essenziale: la tutela della maternità e i diritti dei lavoratori non possono essere subordinati alla tipologia di contratto».

Il ricorso, promosso dalla Uil Scuola, è stato patrocinato dall’avvocato Domenico Naso dell’Ufficio Legale Nazionale della Federazione Uil Scuola e dall’avvocato Matteo Senesi.

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