Viabilità
È doloso l’incendio che ha distrutto tre capannoni industriali a Montemurlo
Una telecamera di sorveglianza ha registrato una fiammata improvvisa in un cumulo di pancali all’esterno di un’azienda di logistica: forse era un innesco a tempo
MONTEMURLO. È di origine dolosa l’incendio che nella notte tra l’11 e il 12 luglio ha distrutto tre capannoni industriali a Bagnolo di Montemurlo, tra via Bisenzio e via dell’Industria. A far luce sulle cause del rogo saranno le immagini di una telecamera di sorveglianza piazzata in via Bisenzio. Alle 0,40 la telecamera ha inquadrato una catasta di pancali all’esterno del deposito della Logistica Verrilli, uno dei tre magazzini poi distrutti dal fuoco. Si vede un’improvvisa fiammata che avvolge i pancali dando il via all’incendio. Nelle immagini non si vedono persone nelle vicinanze, dunque si suppone che qualcuno possa essersi servito di un innesco a tempo.
I vigili del fuoco del Nucleo investigativo antincendio si sono concentrati proprio su quell’area alla ricerca dell’innesco, che al momento non è stato trovato, ma ci sono pochi dubbi sull’origine dell’incendio. Dalla catasta di pancali le fiamme si sono estese molto rapidamente al magazzino della Logistica Verrilli e poi all’adiacente deposito della Bartolini Lane, pieno di capi in cashmere, e a quello della Archetipo, un’azienda che si occupa della realizzazione degli stand nelle fiere. A entrambi i depositi si accede da via dell’Industria.
Mezz’ora dopo l’inizio dell’incendio non c’era ormai più niente da fare e ai vigili del fuoco arrivati in forze nella zona industriale di Bagnolo non è rimasto che limitare i danni, evitando che altri capannoni potessero essere attaccati dal fuoco. Intanto un densa nube di fumo nero ha invaso la zona e si è dissipata solo alle prime luci del giorno. Le operazioni di spegnimento sono andate avanti per tutta la mattina. Ora toccherà alla Procura, sulla scorta della relazione tecnica dei vigili del fuoco, cercare di ricostruire la dinamica dell’incendio e soprattutto individuare chi lo ha appiccato.
«È un disastro – commenta sconsolato Massimo Bartolini, proprietario di uno dei tre depositi ridotti in cenere – E’ andato in fumo il lavoro di 32 famiglie da marzo a oggi. Non so come faremo a risollevarci».