L’ex sindaco di Calenzano rinviato a giudizio per il crollo del muro che uccise una donna
Riccardo Prestini è accusato di omicidio colposo insieme a due tecnici del Comune. Stralciata la posizione del proprietario americano della villa, un luminare di cardiologia
CALENZANO. L’ex sindaco di Calenzano, Riccardo Prestini, insieme a due tecnici del Comune, Nicola Tanini e Roberto Gori, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio colposo in relazione alla morte di una donna di 49 anni, travolta il 5 ottobre 2021 dal crollo del muro perimetrale di Villa Peragallo. Lo ha deciso il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Prato, Marco Malerba, che invece ha stralciato la posizione del proprietario della villa, il noto cardiologo Saadeldin Aziz Kusai, originario dell’Iraq e ora cittadino americano (vive e lavora a San Francisco) .
Kusai, difeso da Enrico Guarducci, ha comprato l’imponente villa di Calenzano sborsando diversi milioni di euro ma non ci ha mai vissuto, in attesa di terminare i lavori di ristrutturazione, e la sua posizione verrà valutata in seguito perché è emerso che gli erano stati notificati atti solo in lingua italiana e bisognerà attendere la traduzione in inglese.
Il 5 ottobre 2021 Federica Pastacaldi, una donna di 49 anni che abitava nelle vicinanze della villa, uscì per fare la sua solita passeggiata mattutina, ma arrivata a ridosso del muro perimetrale di Villa Peragallo rimase schiacciata dal crollo di una porzione del muro lunga alcune decine di metri. Il marito lo seppe al telefono dai medici dell’ospedale di Careggi, dove la donna era stata ricoverata in condizioni gravissime. «Venga subito qui – gli dissero – Sua moglie sta molto male». Lui, non vedendola rientrare, aveva provato a chiamarla sul telefono cellulare e alla fine gli rispose un medico. Poche ore dopo la donna morì senza riprendere conoscenza.
Il processo, che inizierà il prossimo 20 marzo davanti al giudice Santarelli, si gioca essenzialmente sulle perizie tecniche. Bisognerà capire che cosa ha provocato il crollo del muro e chi doveva vigilare sulle sue condizioni. Secondo la Procura toccava sia al Comune di Calenzano che al proprietario della villa. La tesi della difesa del cardiologo iracheno-americano è che nella vicenda possa aver giocato un ruolo la decisione del Comune di Calenzano di chiudere un ponte deviando il traffico fino alla portata di 35 quintali sulla stradina che corre accanto al muro della villa. Il continuo passaggio dei mezzi potrebbe aver minato la stabilità del muro fino a farlo cadere, ma è ancora troppo presto per arrivare a una conclusione del genere, anche perché, come detto, la posizione del proprietario della villa verrà esaminata in seguito. Nel processo volevano costituirsi parte civile i due suoceri di Federica Pastacaldi, ma il giudice ha respinto l’istanza perché questa non era stata presentata in via telematica, come prescrivono le nuove norme del processo penale, ma solo in forma cartacea durante l’udienza. Il marito e la figlia della vittima, invece, sono intenzionati a chiedere i danni in sede civile all’esito del processo penale.
L’ex sindaco Prestini è difeso dall’avvocato Gaetano Viciconte, mentre i due tecnici Nicola Tanini e Roberto Gori sono difesi da Francesco Righetti, Giovanni Danesin Sighieri, Massimiliano Manzo e Cosimo Magazzini.