Il Tirreno

Prato

L’intervista

Blasi: «Voglio far vivere il centro di Prato anche di giorno»

di Alessandro Pattume

	L'assessore Diego Blasi con Marta Logli
L'assessore Diego Blasi con Marta Logli

Il nuovo assessore: «Credo ci sia l’esigenza di fare eventi di qualità mediando fra residenti e attività commerciali»

24 luglio 2024
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PRATO. L’enfant terrible della politica pratese è tornato a casa. Diego Blasi, 36 anni, portavoce e responsabile della comunicazione del Pd toscano, è il nuovo assessore al centro storico, all’università, alla statistica e all’Urp del comune di Prato. Dall’esperienza giovanile nell’associazione Libertà è Partecipazione (Alp) all’approdo nel Partito democratico, dopo un passaggio in Sel, sono passati più di dieci anni. E quello che sembrò un addio alla politica cittadina nel 2019, quando non venne eletto in consiglio comunale, si è trasformato nell’era Schlein in un ritorno in grande stile. Anche alla partecipazione.

Come sono le prime settimane da assessore? Immagino ci sia una presa di coscienza delle nuove responsabilità.

«È molto emozionante, anche perché sono sempre stato dall’altra parte. E poi, oltre alla spinta di dover dimostrare, che c’è, adesso ti dici “ecco, adesso ci sei”».

E non è nemmeno il più giovane in giunta.

«È vero. Mi sembra una caratteristica di questa legislatura. A Prato ma anche a Firenze, c’è un tasso di innovazione importante, sia nei consigli comunali che nelle giunte».

Come vede il centro storico il nuovo assessore di riferimento?

«È presto per i progetti. Sono appena arrivato e voglio mettere in piedi un percorso d’ascolto: adesso è il momento dell’ascolto e dell’umiltà. A livello strategico dobbiamo comunque difendere le conquiste fatte negli ultimi dieci anni. E poi fare un passo in più e provare a costruire degli strumenti che possono riportare la vita in centro storico anche di giorno. Questo sarà un primo tema: lo fai attraverso i servizi, e l’università in questo senso penso possa svolgere un ruolo importante. Quello al centro storico è un assessorato che riguarda tanti temi: l’ambiente, il sistema dei rifiuti, il decoro, l’assetto urbanistico, il lavoro, il commercio».

Ha già cominciato a incontrare i cittadini?

«Sto incontrando tantissime persone: cittadini, comitati, il personale degli uffici. Io ho anche la delega alla Partecipazione e questa cosa mi fa particolarmente piacere perché vengo da quel mondo là, ero uno di quelli che chiedeva la partecipazione e credo che vada organizzata con un sistema di regole precise. Il tema vero è questo: come integrare la domanda politica che viene dal basso. Non può essere l’assessore e basta a parlare con i cittadini. Deve farlo, certo, però ci vogliono anche le strutture capaci di governare i processi partecipativi. Bisogna organizzare al meglio la partecipazione».

Molto spesso la partecipazione viene criticata perché alla fine di risultati se ne vedono pochi. Soprattutto in centro storico.

«La sindaca ha fatto un investimento vero facendo un assessore al centro storico. Credo possa essere utile costruire un meccanismo per cui ci sia una maggiore prossimità con i residenti e con gli esercizi commerciali. Non sarà facile mediare ma alcune scelte andranno fatte, anche rispetto al tipo di eventi che vengono fatti in centro storico. Credo ci sia bisogno di fare eventi di qualità».

A cosa si riferisce?

«Il centro può essere attrattivo non solo per il comparto enogastronomico. Prato può diventare un modello per tante cose anche sul piano culturale. Essendo bello, vivo e anche ospitale, il centro storico di Prato deve diventare la vetrina di eventi sempre più di qualità».

C’è qualcosa che l’ha sorpresa in questo primo periodo da assessore?

«La competenza dei nostri uffici tecnici: sono incredibili. E poi il Pin. Lo sanno in pochi, e sarà mia cura invece farlo conoscere, ma c’è un mondo incredibile nelle sale del Pin di Prato».

E c’è invece qualcosa che la preoccupa?

«Mi preoccupano i tagli agli enti locali operati dal governo perché una città come la nostra non ha certo bisogno di tagli ma di investimenti. Questo governo è pericoloso, fa gli interessi di pochi sulla pelle delle persone. E proprio per questo, come Pd, passeremo un’altra estate militante promuovendo il referendum contro l’autonomia differenziata e la raccolta firme per il salario minimo».

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