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A Terricciola la mostra “La Piazza del Mondo di Trieste”: immagini di accoglienza e speranza


	Due delle immagini della mostra a Terricciola
Due delle immagini della mostra a Terricciola

Dal 10 al 25 maggio un’esposizione fotografica che racconta il lavoro dei volontari e la vita dei migranti nella piazza simbolo della solidarietà

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TERRICCIOLA. Dal 10 al 25 maggio, la sede dell’Unione Democratica di Terricciola in via Roma ospita la mostra fotografica “La Piazza del Mondo di Trieste”, un racconto per immagini che documenta la quotidianità dei migranti e dei volontari impegnati lungo la rotta balcanica. Un’iniziativa promossa da due cittadini del territorio, Paola Stacchini e Paolo Zappini, testimoni diretti di una realtà spesso invisibile.

Il cuore del progetto: Trieste, crocevia di speranze

Le fotografie esposte nascono da anni di volontariato a Trieste, una città diventata punto nevralgico per chi arriva in Italia dopo lunghi viaggi pieni di ostacoli. «Due volte all’anno – racconta Paola Stacchini – partiamo con la nostra auto carica di vestiti, cibo e aiuti, per raggiungere quella piazza dove ogni giorno si accolgono persone stremate». Lì, i volontari della rete Linea d’Ombra, fondata da Lorena Fornasier, offrono un pasto caldo, cure mediche e ascolto.

Una rete che attraversa l’Italia

Il valore del progetto va oltre Trieste. La mostra testimonia il lavoro di una rete informale che unisce volontari di tutta Italia: da Gorizia a Milano, da Ventimiglia a Pistoia. «Ogni città è un tassello di questa solidarietà – spiega Zappini – e quando serve, ci si attiva in pochi minuti». Un esempio? «Di recente siamo stati contattati da una volontaria di Bergamo per aiutare un giovane migrante diretto a Lucca. Grazie ai contatti con l’associazione Libera, siamo riusciti a dargli un supporto concreto».

Immagini che parlano: tra dolore, cura e dignità

Molti scatti sono stati realizzati direttamente durante i viaggi dei due volontari, altri provengono dai social e da altri membri della rete. Le immagini raccontano la verità di chi arriva in Italia ferito nel corpo e nell’anima, spesso senza alcun aiuto istituzionale. «Molti dormono in edifici abbandonati – dice Stacchini – e trovano un po’ di sollievo solo grazie all’intervento dei volontari». L’assistenza sanitaria, offerta direttamente in piazza da Lorena Fornasier, rappresenta per molti l’unica possibilità di cura.

I piccoli gesti che cambiano tutto

«Ogni volta portiamo con noi anche piccoli doni per i bambini – aggiunge Paolo – una macchinina, una bambola… oggetti semplici che possono accendere un sorriso». L’incontro con persone straordinarie, come Lorena e suo marito – sempre presenti in piazza, anche a Natale – lascia un’impronta profonda: «Noi andiamo due volte l’anno, e ci sentiamo stanchi. Loro ci sono ogni giorno».

Una piazza simbolo: accoglienza contro l’indifferenza

Il titolo della mostra non è casuale. “La Piazza del Mondo” è il nome con cui è conosciuta la piazza triestina dove si concentrano le attività solidali. Un luogo dove si incrociano dolore e speranza, ma anche dove si costruisce una resistenza silenziosa contro l’indifferenza. «C’è troppo odio in Italia – conclude Zappini – troppi pregiudizi, alimentati da certa politica e dai media. Ma anche noi italiani siamo stati migranti. Dobbiamo ricordarlo».

Un invito a riflettere

L’esposizione rappresenta un’occasione per guardare oltre le apparenze e interrogarsi sulla condizione di chi è costretto a lasciare tutto per cercare salvezza. «Non sono solo i migranti a soffrire, anche tanti italiani vivono situazioni difficili – sottolineano Paola e Paolo –. È solo attraverso l’aiuto reciproco che possiamo costruire una società più giusta e più umana».

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