Il Tirreno

Pontedera

La storia

A tre anni combatte con la malattia: il 10 dicembre sarà ospite al teatro Era

di Paola Silvi
A sinistra il teatro Era di Pontedera, a destra l'ospedale pediatrico Meyer
A sinistra il teatro Era di Pontedera, a destra l'ospedale pediatrico Meyer

La madre: «È importante sensibilizzare sulla cultura delle donazioni». La piccola sarà in platea per l’evento organizzato da Francesca Masi, “Schiaccianoci per Admo”

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PONTEDERA. Il giorno del suo compleanno ha soffiato sulla candelina a forma di unicorno, circondata dall’abbraccio di mamma e babbo ma aveva la febbre alta. Ha scartato i regali e poi ha avuto bisogno di una trasfusione di sangue ed è stata ricoverata al Meyer.

Stella (nome di fantasia) è una bimba di tre anni che vive in provincia di Pisa e sta affrontando un tumore, catapultata in una quotidianità fatta di momenti di dolore fisico, di ospedali ma anche di impegno, sorrisi e tanto coraggio. Quello dei genitori che non la lasciano un’istante, dei parenti, degli amici e della sorella che ha appena tre mesi.

«Per fortuna la fase acuta della malattia sembra passata e siamo in quella risolutiva. Stella ora sta bene, è una forza della natura – racconta la mamma – ma abbiamo passato mesi difficili. E quando un figlio sta male la sua debolezza te la senti addosso». Era la fine di maggio quando a Stella viene diagnosticato un neuroblastoma che sconvolge la vita di tutti. Iniziano i ricoveri, gli esami e la notizia che non vorresti sentire. «È un tumore – spiega la madre – che si cura con cicli di chemioterapia molto debilitanti e che richiede continue trasfusioni di sangue. Dopo il secondo ciclo i dolori però sono scomparsi e abbiamo visto le prime risposte positive. Ma il percorso deve ovviamente andare avanti».

L’uscita dal tunnel della paura è insomma sempre più vicina e i genitori non solo non dimenticano ma si adoperano per far sì che altri bambini e altre famiglie possano contare sugli aiuti necessari. «Nella nostra esperienza – continua la mamma – è stata fondamentale la donazione di sangue e di cellule staminali emopoietiche, dette comunemente “midollo”. Io stessa sono donatrice da quando avevo 18 anni mentre mio marito dai 25. Ma i genitori non possono donare ai figli. Per questo raccontiamo quello che ci è accaduto e puntiamo a sensibilizzare più persone possibili. Perché la nostra situazione sia di incentivo anche per altri che stanno vivendo queste emergenze».

Così Stella e i suoi genitori saranno in prima fila per assistere allo spettacolo lo “Schiaccianoci x Admo”, che si terrà il 10 dicembre al Teatro Era - promosso da Francesca Masi e Andrea Palmieri - e che ha proprio l’obiettivo di informare sull’importanza della donazione e raccogliere solidarietà diffusa. «Il sangue è una medicina che non si può sintetizzare artificialmente. Per questo deve essere messo in circolo. La serata sarà anche l’occasione per far conoscere – aggiunge – una realtà che ci ha molto sostenuto durante questi mesi, la Fondazione “Tommasino Bacciotti”, che ci ha ospitato, nelle settimane di ricovero e ci ha permesso di stare vicino a nostra figlia e non allontanarci da Firenze».


Messaggi di angoscia di attesa ma anche storie di speranza, attenzione e generosità che saranno condivisi. «Perché la forza che viene dal non sentirsi soli è una medicina importante, come la donazione di sangue», conclude la donna.
 

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