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Pistoia

Il caso

Pistoia, prima la scusa poi la folle aggressione per rubarle la collana. La donna: «Ho avuto paura di morire»

di Tiziana Gori

	La donna rapinata
La donna rapinata

La violenza a Ponte di Serravalle: è successo nel giardino di casa. Parla la figlia della 83enne: «Non ha voluto farlo entrare in casa». Il racconto di quei minuti di terrore

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PISTOIA. «Stefania, ho avuto paura di non rivedere più nessuno di voi». È la prima cosa che Vincenza Tognozzi, 83 anni, ha detto alla figlia. Sotto choc e impaurita, con escoriazioni al volto, un ematoma al fegato per i calci ricevuti quand’era a terra, una mano tumefatta perché il rapinatore le ci era salito sopra con i piedi, la signora ha guardato la figlia e le ha detto: «Ho avuto paura di non rivedervi più». Lei, suo genero, il suo adorato nipote di 18 anni, che in quel momento era a scuola.

Per Vincenza il referto del pronto soccorso parla di una prognosi di una decina di giorni. Quelli necessari a riprendersi fisicamente. Per il dolore subìto a livello emotivo avrà bisogno di più tempo.

L’aggressione in giardino

Ieri mattina, venerdì 7 novembre, è stata aggredita con calci e schiaffi, trascinata per i piedi nel giardino, strattonata. Per una collana. «Un collier di valore a cui mia mamma – racconta la figlia – era molto affezionata, perché era il regalo delle nove sorelle per il 25esimo anniversario di matrimonio. Mio babbo non c’è più e lei la portava sempre al collo».

Il rapinatore

Ma non può essere stato solo questo a scatenare la rabbia irrazionale e violenta dell’aggressore. Un giovane, oltretutto, ha raccontato Vincenza. Tra i 20 e i 25 anni, che parlava in italiano, e che era atteso da un complice in auto. A farlo infuriare è stata la scaltrezza della signora Vincenza, il suo non cedere alle richieste e alle scuse inventate per entrare in casa. Vincenza e la figlia abitano in una bifamiliare in via Marlianese, a Ponte di Serravalle. Sulla strada che da Ponte porta a Montecatini Alto e Marliana. Accanto si trovano diverse villette a schiera, e difatti la prima a soccorrere l’83enne è stata una vicina, Floria Filoni, ex consigliera comunale.

La scusa

«Erano le 11,30 – racconta la figlia Stefania – mia mamma si trovava in giardino. Si è avvicinato un giovane, le ha detto che aveva sete. Abbiamo una fontanina, lei gli ha suggerito di bere da lì. Lui ha detto che non sapeva come fare. Allora mia mamma ha riempito una bottiglia d’acqua». Prima di passargli la bottiglia ha chiuso dietro di sé la porta di casa, per fargli capire che lì non si entrava. Lui s’è adombrato e ha accampato un’altra scusa: «Mi sento male, ho bisogno di sdraiarmi». «Sdraiati qui per terra – ha detto Vincenza Tognozzi – chiamo subito il 118».

La violenza

E questo l’ha fatto infuriare. «Le ha tirato la bottiglia d’acqua addosso, colpendola sul volto. Poi l’ha presa per il collo, cercando di strapparle la collana. Mia mamma si è divincolata ed è riuscita a liberarsi. Purtroppo – aggiunge – non ce l’ha fatta a raggiungere il cancello . Lui le è arrivato alle spalle e l’ha afferrata». È letteralmente andato fuori di testa: «Le ha tirato calci allo stomaco, le è salito con i piedi su una mano... Si è dato alla fuga solo dopo aver strappato la collana».

Floria Filoni è accorsa sentendo le grida di Vincenza. «Mia mamma non si scorderà quel volto. Non è stata mai lasciata da sola. Io sono arrivata intorno alle 12,15. Tra l’altro il giorno prima mio figlio era tornato presto da scuola perché aveva assemblea d’istituto. I carabinieri sono stati sempre con noi. Al pronto soccorso ci hanno raggiunto anche quelli della Stazione di Serravalle, che ringrazio».

L’assessore ha fornito i filmati delle telecamere presenti in zona: «Sto cercando di avvisare più persone possibili – spiega Bruschi – soprattutto gli anziani. Certi episodi lasciano senza parole».

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