Il Tirreno

Pistoia

L’inchiesta

Pistoiese Calcio, bufera sulla vecchia gestione: 5 indagati per bancarotta fraudolenta e false fatture, coinvolto anche Maurizio De Simone


	Maurizio De Simone
Maurizio De Simone

Nel mirino della Guardia di Finanza l’ex dirigenza del club arancione, accusata di aver utilizzato la società per emettere fatture false, compensare crediti fiscali inesistenti e distrarre fondi e beni. Sequestrati beni per 1,7 milioni di euro

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PISTOIA. Il comando provinciale della Guardia di Finanza di Pistoia, unitamente all’aliquota di polizia giudiziaria presso la Procura della Repubblica locale, ha eseguito un sequestro preventivo di circa 1,7 milioni di euro nei confronti degli ex vertici di fatto e di diritto della Us Pistoiese 1921. L’operazione, frutto di un’indagine coordinata dalla Procura, si basa su acquisizioni documentali, audizioni testimonali e accertamenti patrimoniali ed economico-bancari.

Secondo l’ipotesi accusatoria – da confermare nei successivi gradi di giudizio – un gruppo composto da due imprenditori e due professionisti campani, insieme a un prestanome albanese, avrebbe usato la Pistoiese per una serie di reati: bancarotta fraudolenta, emissione e utilizzo di fatture false, compensazione di crediti fiscali inesistenti e appropriazione indebita. In estrema sintesi, l’edizione locale del club sarebbe stata spogliata attraverso un sistema di false fatture pari a circa 900.000 euro, contratti di sponsorizzazione gonfiati e crediti d’imposta fittizi per 500.000 euro. In bilancio sarebbe stata occultata la reale entità della perdita, mentre somme e persino autovetture societarie – prese in leasing – sarebbero state dirottate. Le perquisizioni e i sequestri realizzati oggi (circa 1,7 milioni di euro tra disponibilità e beni mobili/immobili) sono la diretta conseguenza di queste accuse, formulate dal GIP di Pistoia 

Chi è Maurizio De Simone? Un passato più che turbolento

Al centro delle cronache – e dell’inchiesta – c’è Maurizio De Simone, 45 anni originario di Avellino, già noto in ambienti calcistici. La sua figura emerge come garante del “trust Orange” nel passaggio di quote della Pistoiese tra il gennaio 2022 e il 2023, da manos tedeschi a sedi trust in Inghilterra e nuova gestione basata proprio su De Simone .

Maxi-frode Pnrr

All’inizio di aprile 2024, De Simone è stato arrestato nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia su una maxi-frode ai danni dell’UE e del PNRR, condotta tramite società “cartiere” in più regioni d’Italia. Tra i 23 indagati, 8 in carcere – tra cui lui e l’ex proprietario tedesco Lehmann – e sequestri preventivi per oltre 600 milioni di euro.

Secondo le investigazioni, le imprese fittizie avrebbero chiesto fondi “internazionalizzazione” tramite Simest (es. 150 000€), mai impiegati per il progetto ma trasferiti alla Pistoiese. Le frodi, inoltre, avrebbero coinvolto false fatture e crediti inesistenti (bonus facciate), danno patrimoniale stimato in decine di milioni 

Evasione bonus facciate e ristrutturazioni

Nel 2022 era già indagato – con la Omav e il commercialista Gammieri – dalla Procura di Avellino per una presunta truffa milionaria sui “bonus facciate” e ristrutturazioni. La Guardia di Finanza aveva individuato circa 29 milioni di crediti, con oltre 7 milioni ceduti e circa 5 milioni monetizzati 

Crac del Trapani Calcio

Il curriculum giudiziario di De Simone include anche l’arresto di agosto 2020 come ex patron del Trapani Calcio, con contestazione di sottrazione di circa 9 milioni all’erario e 200 000 euro dalle casse del club. A seguito di tali fatti, nel 2021 è stato inibito dalla FIGC per cinque anni, ma avrebbe comunque continuato a operare in Pistoiese attraverso la Omav 

Implicazioni per la Pistoiese e la città

La Pistoiese, già in crisi sportiva e amministrativa dopo il restyling societario di fine 2023, si trova sull’orlo della radiazione. Le azioni odierne delle Fiamme Gialle sovrappongono un ulteriore strato di gravità: non più solo frodi ai danni dell’UE, ma frodi interne che mettono a rischio la sopravvivenza stessa del club .

Il sequestro da 1,7 milioni giunge al termine di perquisizioni domiciliari, sequestri di beni e misure cautelari, che seguono quelle veneziane basate su fondi Ue . La Procura di Pistoia ha proposto la liquidazione giudiziale del club: una procedura estintiva finalizzata alla vendita del patrimonio per soddisfare i creditori .

Verso cosa andiamo incontro?

Le accuse sono gravissime: bancarotta fraudolenta, false fatturazioni, crediti inesistenti, appropriazione indebita. Reati che – se accertati con sentenza definitiva – potrebbero portare a pene detentive, interdizione dai pubblici uffici e inabilitazione all’esercizio di impresa per un massimo di dieci anni (art. 216 R.D. 267/1942) . Tutto ciò non ha un impatto sul club arancione, che dall’uscita di scena di De Simone ha una nuova società con una nuova proprietà completamente estranea alle vicende. 

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