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Pistoia, maltratta l’anziana madre malata: il figlio violento finisce in carcere

di Massimo Donati
Pistoia, maltratta l’anziana madre malata: il figlio violento finisce in carcere

Durante un ricovero la donna ha chiesto aiuto: non voleva più tornare a casa

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Pistoia. Ormai terrorizzata, è stato quando stava per essere dimessa dall’ospedale che ha trovato il coraggio di confidarsi con le infermiere del reparto in cui era in cura. Per chiedere loro aiuto. Non voleva tornare a casa, da quel figlio che ormai da anni la maltrattava e la minacciava ogni volta che aveva bisogno di soldi per comprarsi la droga. Spaccando tutto quando lei cercava di dirgli di no, per poi essere costretta ad andare di corsa al bancomat per fare un prelievo. Oppure essere costretta, nonostante la malattia e l’età avanzata, a scappare dalla finestra quella volta che si era chiusa in camera da letto per paura che potesse farle del male mentre, in occasione di uno dei suoi deliri indotti dagli stupefacenti, si aggirava per casa brandendo un coltello.

Giovedì mattina, per il figlio violento, 43 anni, si sono aperte le porte del carcere di Santa Caterina in Brana. Quando l’anziana madre – nel frattempo collocata in un albergo una volta dimessa dall’ospedale – ha saputo che i poliziotti della squadra mobile della questura di Pistoia avevano eseguito la misura cautelare disposta del gip del tribunale, è scoppiata in un pianto liberatorio. I reati contestati all’uomo sono maltrattamenti in famiglia aggravati ed estorsione, che andavano avanti all’incirca dal 2018.

Come accennato, le indagini degli investigatori della squadra mobile hanno preso il via da una segnalazione da parte della Società della salute arrivata verso la metà di luglio, dopo che l’anziana vittima (malata di tumore) aveva confidato la propria paura di tornare a casa in vista dell’imminente dimissione dall’ospedale, chiedendo l’aiuto dei servizi sociali per trovare un posto in cui potesse vivere lontano dal figlio violento. Agli operatori aveva raccontato che l’uomo era solito minacciarla e strattonarla tutte le volte che aveva bisogno di denaro per acquistare la droga. Soldi che non gli bastavano mai nonostante potesse contare su una cospicua rendita mensile personale. E i suoi comportamenti si facevano ancora più violenti quando si trovava sotto l’effetto delle sostanze stupefacenti. Tanto che in un’occasione l’anziana donna si era vista perfino costretta a fuggire in strada dalla finestra quando aveva capito che il figlio, in preda al delirio, dopo aver spaccato suppellettili e mobilio, avrebbe sfondato la porta della camera da letto dove si era chiusa a chiave per paura che le venisse fatto del male.

Ai servizi sociali aveva raccontato anche di tutte le volte che, minacciata di morte, era stata costretta a uscire di casa per andare in tutta fretta al bancomat a prelevare il denaro che il figlio le chiedeva.

Una racconto che poi la donna aveva ripetuto alla polizia, anche se, spinta dall’amore materno, cercando di sminuire un po’, come spesso accade in questi casi, la gravità delle accuse contro il figlio. I fatti tuttavia hanno trovato conferma nel corso delle indagini nelle testimonianze di altre persone. Così come è emersa la mancanza di volontà da parte del 43enne tossicodipendente di sottoporsi a qualunque tentativo di cura al Serd dell’Asl, con appuntamenti presi con i medici del servizio ma poi da lui ripetutamenti ignorati.

Fatto sta che al termine dell’indagine lampo condotta dalla questura, il sostituto procuratore titolare del fascicolo, Chiara Contesini, ha chiesto e ottenuto dal gip l’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, unica misura ritenuta in grado di salvaguardare l’incolumità dell’anziana vittima, costretta, tra l’altro, come detto, a vivere nel frattempo in una camera d’albergo per sfuggire alle violenze del figlio dopo che era stata dimessa dall’ospedale. Una condizione non ancora sostenibile a lungo, secondo il giudice delle indagini preliminari, soprattutto per via del compromesso stato di salute della vittima, che, per essere curata al meglio, doveva al più presto fare ritorno nella propria abitazione.

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