Il Tirreno

Pisa

Voto e polemiche

Elezioni in Toscana, Diego Petrucci (FdI) torna in Regione ma attacca sindaco e giunta di Pisa: «Da loro un disimpegno assoluto»

di Luca Cinotti

	Diego Petrucci, confermato consigliere regionale di FdI
Diego Petrucci, confermato consigliere regionale di FdI

L'esponente di Fratelli d'Italia raddoppia i consensi rispetto a cinque anni fa ed è tra gli eletti in consiglio regionale

3 MINUTI DI LETTURA





PISA. L’orgoglio e la polemica. Diego Petrucci torna in consiglio regionale tra le fila di Fratelli d’Italia raddoppiando le preferenze rispetto a cinque anni fa ma non rinuncia a punzecchiare sindaco e giunta di Pisa, accusati di scarso impegno nella campagna elettorale: «Sono sembrati dei turisti».

Petrucci, nel 2020 fu eletto con 4.200 preferenze, oggi con 8.300. Al di là dell’ovvia soddisfazione, come metterà a frutto questo capitale di voti?

«Continuando a fare quello che ho fatto nei cinque anni passati. Un’opposizione intellettualmente onesta, che non si limita a dire di no. Ricordo solo che ho presentato 17 proposte di legge, tre delle quali sono state approvate».

Come è riuscito a ottenere questo risultato?

«Con una campagna elettorale nella quale ho speso poco e ho girato tanto, con intorno le persone che mi vogliono bene. Non avevo un’agenzia, facevo tutto da solo. Eppure quando avvisavo che avrei messo un gazebo in un luogo, arrivavano 15 persone per il volantinaggio».

È stato faticoso?

«A chi mi fa questa domanda rispondo così: ricordiamoci che c’è chi la mattina va a lavorare. Quella è la fatica. Quella che ho provata quando facevo il barista stando per ore dietro il banco».

Cosa vi è mancato per avvicinarvi a Giani, se non per arrivare a batterlo?

«Noi volevamo vincere, altrimenti sembra di aver preso in giro gli elettori. Detto questo, è difficile vincere un’elezione regionale con 45 giorni di campagna elettorale. Ma va detto che evidentemente sulla proposta politica il centrodestra non è riuscito a convincere gli elettori».

Elettori che per la maggior parte, tra l’altro, hanno preferito rimanere a casa.

«Sì, credo che mai come questa volta ci fossero le condizioni giuste. Bisognava riuscire a convincere chi non si è recato alle urne, ma evidentemente il nostro messaggio non è stato convincente per gli elettori».

Tomasi sarà il portavoce del centrodestra?

«Credo sia abbastanza naturale, anche se il ruolo del portavoce non è certo molto incisivo. Piuttosto, sarò interessante capire quale sarà il comportamento della maggioranza».

In che senso?

«Rispetto alla scorsa legislatura la situazione all’interno delle coalizioni si è ribaltata. Negli ultimi cinque anni Giani poteva contare su 22 consiglieri del Pd e due di Italia Viva, in pratica un monocolore. Noi, invece, eravamo più eterogenei. Oggi il centrodestra avrà Fratelli d’Italia con 13 consiglieri su 16 di opposizione mentre la maggioranza sarà più frammentata, con quattro forze rappresentate e il Pd che scende a 14 seggi. Vedremo come se la caveranno».

Nel Comune di Pisa il centrosinistra ha staccato il centrodestra di oltre 20 punti. Questo vi preoccupa in vista delle elezioni comunali del 2028?

«È chiaro che c’è stata una difficoltà della quale sindaco e giunta si devono fare carico. Invece in questa campagna elettorale hanno fatto i turisti».

Cioè?

«A parte l’assessore Mancini, peraltro incaricata da poco e l’assessore Porcaro non ho visto in campagna elettorale né il sindaco né gli altri componenti della giunta comunale. C’è stato, da parte loro, un disimpegno totale e questo non va bene. Perché poi arrivano risultati come questi, che non possiamo chiamare in altra maniera che débâcle assoluta».


 

Primo piano
La tragedia

Peccioli, precipita in un burrone e muore nell’auto in fiamme