Il Tirreno

Pisa

Il ritrovamento

Tirrenia, messaggio in bottiglia tra le onde. Nel testo: «Mi concedo un’ultima traversata»

di Roberta Galli
Lo studente Francesco Garzella; e la bottiglia che conteneva il messaggio e, sotto, il testo del biglietto
Lo studente Francesco Garzella; e la bottiglia che conteneva il messaggio e, sotto, il testo del biglietto

Il ritrovamento a Tirrenia fatto dallo studente Francesco Garzella

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PISA. Nell’era della comunicazione digitale, dove i social la fanno da padroni, è singolare sentire parlare di messaggi contenuti in una bottiglia. Eppure c’è sempre chi alle onde del mare affida un pensiero, nella speranza che venga raccolto e magari fatto conoscere. Ne sa qualcosa Francesco Garzella, 18 anni, di Tirrenia, iscritto all’ultimo anno del liceo classico Galilei, che ieri (mercoledì 31), nel tratto di mare tra Marina di Pisa e Tirrenia, ha raccolto una bottiglia di vetro, di quelle da aceto, chiusa con un tappo di metallo e contenente un messaggio su carta scritto al computer.

Francesco è rimasto colpito da quelle dodici righe, molto struggenti, presumibilmente opera di una persona di una certa età, gli indizi in questo senso sono diversi, toscano sicuramente, scrive babbo, e magari anche un navigatore di lungo corso. Tra i tanti misteri c’è solo una certezza però: se quelle parole sono vere, o meglio scritte con il cuore, sono state buttate giù in un momento di crisi, nel corso del quale l’autore misterioso ha voluto fare una sorta di bilancio generale tra chiaro e scuro di quello che è stato il suo percorso. Un uomo che ha voluto affidare, attraverso la “posta del mare”, le proprie fragilità all’ignoto, legate a notti insonni, dove lacrime e problemi insormontabili avrebbero minato la quotidianità, parlando anche del duro periodo legato al Covid. Ma non tutto è perduto, quelle righe sono anche un inno alla speranza, alla voglia di ripartire, di andare avanti, di guardare la vita con occhi diversi e lasciarsi tutto alle spalle e nuotare verso un nuovo orizzonte.

«Non so se l’autore abbia voluto fare uno scherzo, raccontando magari una storia di fantasia – sostiene Francesco –, so solo che quelle frasi mi hanno colpito e sono convinto che la bottiglia sia stata gettata in mare pochi giorni fa. La lettera è datata luglio 2024 e il contenitore di vetro aveva ancora parte dell’etichetta di carta attaccata». Il ritrovamento è avvenuto in mare a un paio di miglia dalla costa. Francesco, appassionato di sup, stava facendo una delle sue solite uscite a remi quando la sua attenzione è stata colpita da quell’oggetto che galleggiava. «Da lontano sembrava vuoto – dice ancora lo studente –, poi quando l’ho raccolto ho visto subito che conteneva un messaggio». Tra i desideri di Francesco ci sarebbe quello di conoscere l’autore. «Magari per abbracciarlo – dice –, per fargli capire che anche i momenti brutti si possono superare e non è solo. Per questo ho voluto rendere nota la mia storia».

La lettera è ancora custodita da Francesco e al Bagno Hoasy di Tirrenia, dove il liceale trascorre l’estate insieme alla sua famiglia, quelle righe misteriose hanno fatto il giro della spiaggia. Eccole: «Luglio 2024. Message in a bottle. Mi è capitato una volta, mentre ero in barca a vela nel Tirreno, di trovarlo davvero. Così, alla fine della mia avventura, ho deciso di affidare al caso e ai flutti, personale testimonianza. Mi dicono che sono stato fortunato; molti mi hanno invidiato. In effetti non mi posso lamentare: ho avuto molto di più di quello che sono riuscito a dare e forse quello è il mio unico e vero rimpianto. Peraltro la mia “fortuna” è stata il premio (o il prezzo?) di grande sofferenza. Ho perso il babbo da piccolo e quando ci penso mi viene ancora da piangere. Ho perso gli amici più cari: non ho praticamente nessuno a cui poter dire, di fronte a un bicchiere di vino, ti ricordi? Come erano belli i nostri tempi! Le difficoltà della vita, compreso il Covid, hanno complicato tutto, rendendo difficile il quotidiano. Troppi i pensieri, troppe le crisi di panico, le notti insonni, lo scoprirsi tra le lacrime che scendono senza ragione diversa dal confronto con problemi insormontabili. Mi concedo un’ultima traversata; poi come il piantatore di Malata mi metterò a nuotare verso l’orizzonte».


 

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