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Pisa, inflazione al top in Italia: pesano salute e beni alimentari

di Francesco Paletti
Pisa, inflazione al top in Italia: pesano salute e beni alimentari

I dati dell’Istat: aumento record anche per alberghi e ristoranti, a giugno 2024 i rincari sono in media dell’1,6% rispetto all’anno precedente

27 luglio 2024
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PISA. Siena in testa. E subito dopo Pisa. Ma stavolta il podio non è di quelli di cui andare troppo fieri ed è anche decisamente oneroso per i residenti. A giugno, infatti, la città della Torre è stata il secondo comune capoluogo più caro d'Italia, preceduta solo da quella del Palio. Ma davanti a tutte le altre 106 monitorate dall'Istat. È un primato salato che per le famiglie pisane significa un incremento di spesa medio annuo di 408 euro. Sì, 255 in meno rispetto a quelle senesi, per le quali l'aumento è stato quasi shock (+663 euro su base annua), che, però, sono pure le uniche a dover fare i conti con un incremento superiore a quello registrato all’ombra della Torre.

Complici gli aumenti di Pisa e Siena (ma anche di Lucca che, con un +383 euro l’anno, si posiziona al sesto posto), nella classifica delle regioni per aumento del costo della vita, la Toscana a giugno è seconda, superata soltanto dal Veneto. Ma per i residenti in regione l'incremento medio è di “solo” 297 euro l'anno, ben il 37% in meno di quello delle famiglie pisane. E la differenza è ancora più marcata nel raffronto con la media nazionale: i 408 euro di spesa in più a carico di chi vive all'ombra della Torre, infatti, sono pari a più del doppio (+117%) dell’incremento medio italiano (188 euro).

Gli aumenti monetari per ciascun capoluogo di provincia dello Stivale sono stati calcolati nei giorni scorsi dall'Unione nazionale consumatori, basandosi sui dati territoriali dell'inflazione di giugno resi noti dall'Istat. È a questi, dunque, che bisogna guardare per comprendere l'impennata del “caro vita” che il mese scorso ha riguardato Pisa molto di più rispetto a quasi ogni altro comune capoluogo della Toscana e d'Italia. A giugno all'ombra della Torre, infatti, l’inflazione è cresciuta dell' 1,6%, una dato sì lontano dal record di Siena (+2,6%) ma superiore a quello delle maggiori città italiane (Venezia si è fermata all'1,5%, Firenze all'1,2%, Milano all'1,1% e Roma all'1% solo per dare qualche termine di paragone) e nettamente superiore all'inflazione media registrata in Toscana (1,2%) e pari al doppio di quella italiana (+0,8%).

Fin qui i dati medi. Ma non tutti i panieri di beni che compongono l'indice generale dei prezzi al consumo sono aumentati nella stessa misura. Anzi, ce n'è qualcuno che è addirittura diminuito. In modo anche sensibile. Nelle comunicazioni (soprattutto servizi postali e di telefonia fissa e mobile), ad esempio, a Pisa l'inflazione è diminuita addirittura del 6,4% e in quello definito dall'Istat come “abitazione, acqua, elettricità e altri combustibili” e che riguarda sostanzialmente le spese fisse dell'abitare in (affitto e bollette idriche ed energetiche o altre ai costi degli interventi di manutenzione) del 5,6%. Diminuzioni anche consistenti ma in linea con l'andamento regionale e nazionale dato che in Toscana i due panieri, sono scesi, rispettivamente del 6,3% e del 5% e in Italia del 5,6% e del 6,2%. Il paniere degli “arredi e degli articoli e dei servizi per la casa”, invece, non ha subito variazioni percenutali, ma anche questo è in sostanzialmente in linea con gli indici toscano e nazionale.

Dunque che cosa ha fatto lievitare l'inflazione pisana, in misura nettamente superiore alle medie del resto del Paese? Sostanzialmente i beni relativi a tre panieri. L'aumento percentuale più elevato riguarda quello dei servizi ricettivi e della ristorazione: a Pisa, nel giugno scorso, si è registrata una crescita dei prezzi del 6,4%, un incremento molto significativo e nettamente superiore sia alla media regionale (+1,5%) che a quella nazionale (+2,2%) dove, pure, sono stati realizzati aumenti pari, rispettivamente, al 4,9%e al 4,2%. Meno rilevanti in termini percentuali ma più pesanti sul piano dell'impatto sui bilanci familiari pisani, però, sono gli altri due panieri che hanno registrato gli incrementi più marcati. Il primo è quello delle spese dedicate ai servizi sanitari e alla salute. Per capire di cosa si tratta basti dire che all'interno ci sono farmaci, attrezzature e apparecchi terapeutici (occhiali sì, ma anche aerosol e deambulatori) e servizi paramedici, di medicina specialistica e dentistici. Insomma spese che, in caso di necessità, sono difficilmente comprimibili e che, a giugno 2024, rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, hanno fatto segnare un +3,3%, un incremento pari a più del doppio di quello medi regionale (+1,4%) e nazionale (+1,6%). L'altro paniere di beni in cui si è registrato un aumento ampiamente superiore alle medie è quello dei generi alimentari (e delle bevande analcoliche), anche questo difficilmente comprimibile oltre una certa soglia: a Pisa l'aumento medio è stato del 3,1% contro l'1,6% della Toscana e l'1,4% dell'Italia.

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