Il mare di Piombino, dall’apnea allo snorkeling: viaggio con l’esperto dei fondali alla scoperta degli angoli più belli
Segreti, caratteristiche e “istruzioni per l’uso” dell’istruttore di apnea Filippo Carletti: «Questo luogo può diventare un punto di riferimento per gli appassionati del settore»
PIOMBINO. È troppo facile fermarsi alla bellezza conclamata di piazza Bovio e della spiaggia di Calamoresca. A Piombino c’è un mondo da scoprire sotto il blu del nostro mare. Una ricchezza tale da rendere il fazzoletto di mare un luogo perfetto per snorkelisti, apneisti e pescatori. «Queste zone sono bellissime, battute dalla corrente e con un mare spesso cristallino». A spiegarlo è Filippo Carletti, master instructor di apnea. Il Tirreno, alle soglie del periodo più intenso dell’estate, lo ha intervistato per scoprire segreti, caratteristiche e delle vere e proprie istruzioni per l’uso per godersi a pieno la bellezza sommersa della nostra città. E, aspetto non secondario, per farlo in totale sicurezza.
Filippo, piombinese doc, ha fondato la scuola di apnea Blu Skill, con sede al Park Albatros d'inverno e alla Sorgente d'estate, assieme a Marco Bertini, influencer di questo mondo. Svolgono le proprie attività in mare partendo dal Porto di Salivoli e ogni anno organizzano stage con il Campione della nazionale Antonio Mogavero.
Filippo collabora inoltre per due riviste di riferimento in Italia di settore: Pesca sub e Apnea e Apnea Dreams. La società di Blu Skill collabora anche con tanti atleti e associazioni del mondo degli sport d’acqua, prima tra tutte Arena Nesc, Camp di perfezionamento per gli aspiranti olimpionici, gestita da olimpionici. «La nostra scommessa è quella di far diventare Piombino un punto di riferimento di questa affascinante disciplina, e perciò si dedicano ogni giorno dell’anno al mare e alla formazione», spiega Carletti.
Filippo, cosa c’è di tanto prezioso nel mare di Piombino?
«Quando molti pensano a questa città è probabile che immaginino luoghi simbolo come piazza Bovio. Giusto, ci mancherebbe. Per me e chi come me passa, forse, più tempo in mare che in terra, quando parliamo di questa città, pensiamo ai luoghi in cui amo andare sott’acqua, tutti da scoprire, perfetti per gli snorkelisti, apneisti o anche pescatori. Alcuni che coincidono con paesaggi altrettanto belli da contemplare dalla costa».
Forza, ci dia due dritte.
«Tra i luoghi più belli da vedere, alla portata e con tanti pesci da ammirare con la maschera c’è sicuramente la punta di Piazza Bovio, Punta Falcone e gli scogli del sale (Baratti). Queste zone sono bellissime, battute dalla corrente e con un mare spesso cristallino».
Si tratta di immersioni alla portata di tutti?
«Sì, anche se serve prudenza tuttavia, poiché soprattutto d’estate sono tante le barche che passano rasenti alla costa, mettendo costantemente in pericolo i bagnanti che transitano in questi tratti. In particolare sotto piazza Bovio ci sono degli scogli vicino alla punta che formano delle barriere naturali simili al reef, intorno alle quali si ammassano le castagnole, richiamando altri pesci più grandi».
Quali sono le caratteristiche dei nostri fondali?
«La conformazione di Piombino è tale che una lingua di terra poco fonda colleghi la costa del promontorio a quella dell’Isola d’Elba. È infatti raro che il fondale sprofondi a oltre 40- 50 metri, quota piuttosto alla portata per un apneista esperto. Il fondale inizia a degradare a nord oltre la batimetrica che collega Baratti con il Cavo e a sud oltre la batimetrica che va dal Golfo di Follonica a Ortano. Questo fa sì che la corrente nel canale sia piuttosto intensa, con effetti positivi per tutta la costa del promontorio, primo fra tutti il portare via sospensioni e sporcizia».
Quali sono le criticità ricorrenti?
«I veri problemi per i diportisti che ancorano profondo sono invece le reti fantasma, di cui il nostro fondale (e scommetterei non solo il nostro) è letteralmente invaso. Si parla di profondità che non possono impensierire i bagnanti, ma che è sicuro abbiano un effetto estremamente nocivo per tutto l’ecosistema marino».
Insomma, è così forte il legame tra questa città e il mare?
«A Piombino la comunità di mare è viva, attiva, profondamente legata e grata al blu che, anche se sempre meno, ricompensa chi vi trascorre tanto tempo. Di questi soggetti, senza alcun ombra di dubbio, le vere sentinelle dello stato di salute del mare sono i pescatori in apnea locali. Le ragioni sono molte: sia perché trascorrono tanto tempo in mare, in ogni momento dell’anno, riscontrando ogni minimo cambiamento del fondale, del comportamento dei pesci e della qualità dell’acqua, sia perché sono proprio loro che frequentano e hanno a cuore le zone di mare più vicine alla costa che d’estate ospitano tanti turisti e cittadini alla ricerca di un rinfrescante sollievo dalla calura estiva».
E poi c’è l’apnea...
«Esatto. Avere tanta corrente permette di trovare tratti di mare dove la visibilità è di 30 metri, certi giorni anche 40. È qualcosa di inspiegabile. Te ne stai letteralmente in mezzo al mare, con un cavo che scende e che puoi seguire con lo sguardo, con un blu che rifrange i raggi del sole che si perdono sul fondo. Certe volte, dopo aver dato cima (cavo diciamo noi), si avvicinano mante, aquile di mare, delfini, ricciole, è successo anche con delle balene, incuriositi. È un’esperienza unica che poco ha a che fare con il modo che ad oggi abbiamo di intendere l’andare al mare. Ed è un peccato, aggiungo!».
Si spieghi...
«Piombino ha un altro grandissimo pregio. Chi vi abita lo sa, ma per chi viene è un peccato che non ci sia un cartello che lo spieghi! Noi siamo un’isola a tutti gli effetti, sia per la bellezza del mare, sia per l’esposizione ai venti, sia per la nostra conformazione. Non a caso siamo stati un Principato autonomo fino al 1814. Calamoresca e Baratti sono a ridosso dai venti da sud, la Costa est e Salivoli sono invece a ridosso dai venti da nord. Il mare di via Amendola è quasi sempre in corrente e quindi piuttosto pulito, mentre la spiaggia di piazza Bovio è l’unica a ridosso del libeccio. Se da Piazza Bovio ci dirigiamo verso il faro, la visibilità del mare sulla destra sarà pressoché la stessa del mare a Calamoresca. Dall’ultimo scivolo di marina (Favollo beach) nuotando circa 100 metri in direzione dell’isola di Palmaiola si troverà uno scoglio affiorante su cui poter stare in piedi!».
Come possiamo difendere questa meraviglia?
«Una cosa che purtroppo ancora non si è capito (lo diciamo ma non ce ne rendiamo ancora conto) è quanto lo stile di vita che decidiamo di seguire fuori dal mare influenzi l’ambiente marino. Ancora molti locali usano plastica e materiali inquinanti. Questi finiscono regolarmente in mare, specie nei periodi estivi, intossicando un mondo sommerso che senza la nostra presenza sarebbe invece puro e incontaminato. Non è solo un peccato, ma anche una condotta di autosabotaggio, che nel tempo distruggerà il valore locale che negli ultimi anni sta cominciando ad attirare sempre più turisti».
Un autogol anche in chiave turistica, non crede?
«A proposito di questo vorrei spendere due parole. Negli ultimi anni, soprattutto visto dal mare, stiamo assistendo a una crescente volgarizzazione del turismo, specialmente quello marittimo.
Abbiamo assistito a barche a vela che buttavano sacchi della spazzatura in mare, gommoni guidati senza patente (che è una pura e semplice follia) passare sopra la testa di subacquei e bagnanti, bottiglie, sigarette e bicchieri abbandonati lungo la costa e turisti con la cassa della musica propria, arrogandosi il diritto di rubare il suono del mare a tutti i presenti. Il mio invito è quello di riscoprire e far riscoprire il turismo intelligente, che non è fatto di eccessi, ma di culture, tradizioni e conoscenze marinaresche, perché se queste un giorno si estingueranno per andare incontro alla domanda dei vacanzieri, sarà automatico che ci estingueremo anche noi come società di mare, lasciando posto a un posticcio intrattenimento che non farà altro che creare pochezza tra le persone, tra i rapporti e tra i valori (anche economici) proposti sul nostro territorio. Di più non è meglio. Si pensi che l’Italia è il Paese dove le navi da crociera inquinano di più in Europa. Il mare ci insegna che ha sicuramente una forte attrattiva per tutti i turisti, ma anche che per soddisfare il turismo, noi lo stiamo inquinando e peggiorando sempre di più. Arriverà il giorno in cui Il Bel Paese sarà completamente degradato per accontentare il mercato. Manca poco».
Insomma, andando nella profondità del mare mi pare si schiariscano le idee...
«Sì (sorride, ndr). Tutte queste sono considerazioni che non possono essere prese con la testa fuori dall’acqua. Farà un po’ ridere, ma è la realtà delle cose. Ormai abbiamo perso quasi del tutto il contatto con la natura, e solo chi è disposto a guardare sotto la fragile superficie della veloce routine di oggi può accorgersi che questo stile di vita non è sostenibile. Piombino ha un mare bellissimo, così come l’Italia in generale. Ma se non stiamo attenti ce lo porteranno via, un pezzo alla volta. Il mio invito è quello di andare in mare. Più siamo ad essere consapevoli e spettatori di ciò che sta accadendo e più sarà efficace la salvaguardia al nostro territorio. L’invito è sempre quello: ci vediamo dove tutto è più Blu!».