Il Tirreno

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Piombino, serata con Tecla Insolia al Metropolitan: l’abbraccio della città all’attrice vincitrice del David

di Cecilia Cecchi

	Da sinistra Sara Petraglia e Tecla Insolia rispondono alle domande del pubblico 
Da sinistra Sara Petraglia e Tecla Insolia rispondono alle domande del pubblico 

Emozione e applausi per la regista Sara Petraglia

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PIOMBINO. Una serata di cinema che è diventata molto di più. Al Metropolitan si è respirato quel senso di comunità che va oltre lo schermo, le trame e le emozioni dei film.

Sabato sera, 110 persone prendono posto in sala – tra loro il sindaco Francesco Ferrari con la moglie Sara Cheli – per assistere alla proiezione de L’albero, opera prima della regista Sara Petraglia, con protagonista Tecla Insolia. Prima ancora che si abbassino le luci, è già chiaro che ogni momento sarà speciale.

Tecla entra sorridendo, accanto alla regista. Saluti, abbracci, applausi spontanei. «Che strano vedere così tanti volti familiari! – dice l’attrice, con un filo d’emozione – È bello essere qui. Stiamo facendo un piccolo tour con questo film, e tornare proprio nel posto dove sono cresciuta significa tantissimo».

L’albero, presentato alla Festa del Cinema di Roma, è un’opera intima e coraggiosa che racconta l’amicizia profonda tra due giovani donne, Bianca e Angelica, travolte dalla dipendenza da cocaina. Un racconto duro ma necessario, che non teme di mostrare le ferite, ma pure la possibilità del riscatto.

«Vogliamo che sia un momento di condivisione – esordisce Sara Petraglia – non vi sveleremo troppo, ma restiamo volentieri per parlarne dopo. Anche le critiche sono benvenute, pomodori e bottigliette li prendiamo tutti!».

Il film scuote, fa riflettere, ma è soprattutto l’occasione per un abbraccio collettivo. Alla fine, Tecla e Sara tornano in sala per dialogare con il pubblico. «Grazie per essere rimasti. Questo film è anche la mia storia» ricorda la regista.

«Io e Carlotta Gamba- Angelica, che vi saluta, ci siamo trovate subito – spiega Tecla – Il rapporto forte con la regista ha fatto sì che si potesse rendere reale, nelle poche settimane di lavorazione, questa storia di utopie e sogni, di voglia di vivere, di amare e di grande infelicità».

Nel foyer, un brindisi offerto dalle Cantine Menti chiude la serata. Un calice al talento, all’arte, ma anche all’orgoglio di una città. Tecla, 21 anni, reduce dal David di Donatello come miglior attrice protagonista per il ruolo di Modesta ne L’arte della gioia, è oggi uno dei volti più promettenti del panorama cinematografico italiano. Ma qui resta il suo centro.

In sala, accanto alla famiglia, amici, insegnanti, chi l’ha vista crescere e crede in lei da sempre. A un certo punto, la voce di un bambino rompe il silenzio: «Tecla, we love you!». Un grido semplice, spontaneo, che riassume tutto. Non è stata solo la proiezione di un film. È stato un ritrovarsi, tra orgoglio e affetto, come solo chi vuole bene sa fare quando riconosce il talento – e la dolcezza – di chi è partito, ma non ha mai smesso di portarsi dentro le sue cose più care: i suoi affetti, i suoi primi passi, la sua Piombino.

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