Il Tirreno

La beffa

Piombino, operaio cassintegrato deve fare 800 chilometri per avere il premio di 500 euro per una rigidità burocratica

di Gabriele Buffoni
Nella foto lavoratori di Jsw Steel Italy durante un’assemblea nel cortile dell’acciaieria (foto Paolo Barlettani)
Nella foto lavoratori di Jsw Steel Italy durante un’assemblea nel cortile dell’acciaieria (foto Paolo Barlettani)

La storia di un cassaintegrato Jsw: «Il modulo va portato a mano»

24 luglio 2024
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PIOMBINO. Ottocento chilometri di strada per poter ottenere il premio Una Tantum da 500 euro. E tutto perché il modulo di richiesta per ricevere il contributo deve essere consegnato a mano alla portineria centrale dell’impianto Jsw di Piombino. «Ma a me quei soldi servono: ho due figli piccoli e 500 euro in più in busta paga non sono pochi. Come faccio a spenderne 200 solo per poterlo richiedere?».

A parlare è Giovanni Schisano, 50 anni, lavoratore Jsw (ha iniziato nel 2005 nell’allora Lucchini) che dal 2015 si trova in cassa integrazione. Ma con una famiglia a cui provvedere per lui è stato impossibile continuare a pagare un affitto a Piombino e ha deciso di tornare al paese d’origine della moglie, in Puglia. E oggi si trova di fronte a un bivio: risalire mezza Italia solo per consegnare un modulo oppure rinunciare alla tanto agognata Una Tantum, frutto di un’intesa tra Jsw e i sindacati siglata a metà giugno e destinata a tutti i 1.336 lavoratori di Jsw Steel Italy e ai 118 addetti in forza alla Piombino Logistics.

«Requisito paradossale»

La storia di Schisano è una vicenda come tante tra i lavoratori dell’ex acciaieria Lucchini. Impiegato nel reparto cokeria e poi nel settore dei sottoprodotti, con lo spegnimento dell’Afo-4 nel 2014 per lui è iniziata una parabola discendente. Culminata con la cassa integrazione.

«Abitavo in un appartamento dove pagavo 550 euro di affitto mensile – racconta Schisano – ma nel 2015 è nata la mia primogenita e le spese si sono fatte più pesanti. All’inizio ho provato a resistere, sperando di tornare a lavorare – spiega – ma dopo tre anni ho dovuto fare i conti con la realtà. Non me la sentivo, con una bimba piccola, di licenziarmi e perdere quel poco di sicurezza economica che avevo. Così siamo tornati in Puglia – spiega – dove siamo riusciti a gestire meglio le spese: solo l’affitto costa 200 euro di meno».

Poter ottenere i 500 euro in più previsti dall’Una Tantum rappresenta quindi per lui – e per gli altri nelle sue condizioni – un aiuto di grande peso. «Per questo mi sembra assurdo dover spendere 200 euro di viaggio per fare 800 chilometri e consegnare un semplice modulo», si sfoga il 50enne. Nell’avviso ricevuto da tutti i lavoratori infatti si legge che il modulo per richiedere l’Una Tantum va consegnato «al personale di vigilanza di presidio alla portineria centrale – si legge nella nota inviata dalla direzione risorse umane di Jsw Steel Italy e Piombino Logistics – sottoscrivendo altresì un registro ivi presente dal 22 luglio al 25 luglio compreso. Coloro i quali non potranno consegnare il modulo e sottoscrivere il registro nelle date indicate – si precisa – non potranno accedere al credito alla data del 29 luglio».

Soluzioni in cantiere

La vicenda di Schisano non è un caso isolato: sono tanti i lavoratori ex Lucchini che, ridotti in cassa integrazione, sono tornati ai loro paesi d’origine, a volte anche molto lontano dalla costa toscana. Altri invece hanno avuto problemi diversi: c’è chi in questi giorni in cui bisognerebbe consegnare i moduli per l’Una Tantum si trova a letto malato, o ha gravi problemi familiari o addirittura è ricoverato in ospedale in seguito a un’operazione. Tutti casi che sono stati presi in esame dai sindacati.

«L’afflusso in questi giorni è stato notevole – fanno comunque notare le segreterie provinciali di Fim, Fiom e Uilm – un chiaro segnale che bene abbiamo fatto a concordare il premio Una Tantum con la direzione del personale che, a sua volta, ha la necessità di aggiornare con la riconsegna del modulo i database dei lavoratori che da tanti anni sono in cassa integrazione fuori dallo stabilimento». Nonostante questo però i sindacati «hanno riscontrato una serie di difficoltà da parte di alcuni lavoratori – ammettono – per queste o simili situazioni non dipendenti dalla volontà delle persone, in accordo con la direzione del personale che abbiamo già incontrato, c’è la disponibilità già da lunedì prossimo a valutare di consentire l’accredito del premio con l’impegno di riconsegnare la documentazione successivamente». Anche Jsw, contattata dal Tirreno, conferma quanto dichiarato da Fim, Fiom e Uilm e garantisce «massima elasticità nel venire incontro ai propri dipendenti con difficoltà a spostarsi per l’erogazione del premio».

Lo spettro delle elezioni

Ma resta un dubbio. E a sollevarlo è l’Unione sindacale di base. «Altre aziende accettano la delega per quei lavoratori che non possono presentarsi a consegnare il modulo – dichiara Simone Selmi, coordinatore provinciale di Usb – perché qui non è possibile? Appare strano che questa necessità di consegna coincida con le date per le elezioni delle nuove Rsu: è logico pensare – conclude – che i sindacati che hanno firmato l’accordo non abbiano contestato questo punto per far sì che ci fosse una più alta affluenza alle urne».

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