Herons, il presidente Luchi: «Fusione? Se ne può parlare, ma seriamente e senza slogan»
La prossima stagione: «Il ciclo non è finito, Barsotti resta e anche la base. Tre-quattro innesti di qualità per essere competitivi»
MONTECATINI. Lui per primo sognava di tracciare un bilancio dopo un epilogo diverso, raccontando la spasmodica preparazione al ritorno di Montecatini in serie A2. Ma a poco più di una settimana dallo spareggio perso al supplementare con Mestre alla Baltur Arena di Cento, il presidente degli Herons Andrea Luchi parla animato dalla stessa ambizione e passione di sempre, dallo stesso fuoco sacro di chi guida un progetto sportivo che non si fa scalfire nemmeno da una delusione così cocente. Arrivata comunque al termine di una cavalcata difficile da pronosticare, di cui il presidente si dice fiero. Intanto c’è già un’altra stagione da costruire, con tanti tasselli da mettere assieme: dalla programmazione finanziaria a quella sportiva, con le scelte sul roster e il mercato, passando per le incognite sui lavori al Palaterme. Sullo sfondo, almeno per ora, il tema di una futura “fusione” con La T Gema per un’unica Montecatini. Il numero uno degli Aironi non chiude le porte, sottolineando però che solo con un confronto serio e approfondito, che duri dei mesi, si può arrivare a qualcosa di concreto. Magari la prossima estate.
Presidente Luchi, un’altra volta la promozione è sfumata a un passo. Stavolta però sembrava ancora più in pugno. Cosa prova in questi giorni?
«Per natura, dimentico in fretta. Sono arrivato alla diciannovesima finale, ne ho vinte tante e ne ho anche perse diverse e di questo sono molto orgoglioso perché tante persone ne fanno una o due in carriera. Il sentimento che prevale in questi giorni è quello di immensa soddisfazione e di profondo orgoglio, per avere restituito gioia e senso di appartenenza a tantissime persone e per avere riportato stabilmente Montecatini e la Valdinievole nella mappa dei canestri che conta. E posso garantire che siamo stimati e rispettati dall’Italia intera dei canestri, a ogni livello».
Conferma che coach Federico Barsotti resterà l’allenatore anche per la prossima stagione? È il premio per aver portato la squadra in fondo anche in un anno denso di difficoltà come questo?
«Sì, lo abbiamo deciso all’unanimità con i soci, come sempre. Noi abbiamo una filosofia molto distante da quella media dello sport italiano. Valutiamo le persone per il loro atteggiamento e il loro attaccamento alla causa, non ci facciamo mai guidare dalla schizofrenia né valutiamo i nostri professionisti per una vittoria in più o in meno. Come ho già detto, sono più che orgoglioso del percorso di questa stagione: abbiamo resistito in un’annata complicatissima, vissuta di fatto in esilio. Imprevisti, infortuni e problemi a un certo punto sembravano il pane quotidiano, arrendersi sarebbe stata la cosa più semplice, non lo abbiamo fatto e questo ci ha reso tutti molto più forti».
Time out: negli ultimi tempi si è tornati a parlare di una sola squadra a Montecatini. Il sindaco Del Rosso si è espresso a favore di questa soluzione. Nel frattempo, i vostri cugini sono lanciati nel mercato ma il presidente Lulli ha aperto pubblicamente a una trattativa parlando di “opportunità”. Vi siete messi attorno a un tavolo? Ci dice chiaramente qual è la sua posizione?
«Noi abbiamo dato la nostra disponibilità al sindaco per parlarne. Poi se vogliamo affrontare seriamente un’operazione del genere, non lo si può fare in 5 o 6 giorni. Noi abbiamo circa 40 persone a libro paga e non possiamo fare operazioni improvvisate in meno di una settimana. Ci vuole rispetto di tutti. Personalmente, sono stato “pressato” per un paio di anni prima di rimettermi in gioco e di costituire la nostra società. Mi è stato chiesto di dare una mano a una pallacanestro che arrancava, lo dicono i fatti, con pochi spettatori e poche risorse. L’ho fatto volentieri e sono felicissimo dei risultati, che assieme ai nostri soci, abbiamo raggiunto in questi 4 anni: 120 aziende partner, un popolo quello rossoblù divenuto sempre più numeroso con uno spirito di identità fortemente ricostituito, sempre nelle prime quattro, 5 finali, due promozioni, una Coppa Italia. Un’organizzazione che tanti ci invidiano. Quindi la mia posizione è che se ne può parlare ma non a colpi di slogan, sui social o meno, bensì attraverso un confronto serio nelle sedi opportune che dovrà decretare la fattibilità o meno del progetto».
Riproiettiamoci sull’oggi, perché è già tempo di programmare la prossima stagione. Con quali certezze e obiettivi ripartire? Avete definito il budget?
«Avendo giocato l’ultima partita il 22 giugno, abbiamo poco più di un mese per riprogettare la nuova stagione, una follia. Abbiamo già definito con i soci le strategie e il budget della nuova stagione che, come sempre, è in linea con le nostre possibilità. Sono sicuro che ci continueremo a divertire e che gli Herons ancora una volta saranno competitivi».
Col coach valuterete anche le scelte tecniche. Premesso che dipende anche dai giocatori e dal mercato, ma fino ad ora mantenere in larga parte l’organico della stagione precedente ha sempre ripagato. Pensate sia la cosa più giusta anche stavolta, oppure va aperto un nuovo ciclo?
«I cicli finiscono quando si esce a maggio o quando non si fanno i playoff. Quando invece si arriva alla pari con l’altra pretendente allo spareggio, dopo 53 partite e 40 minuti vuol dire che le cose buone sono nettamente superiori a quelle negative. Stiamo valutando in queste ore ma l’idea è quella di continuare a tenere la base della squadra con 3-4 innesti mirati che alzino ulteriormente il livello».
È stato un anno dispendioso. Come ne esce la società?
«È stato un vero e proprio bagno di sangue dal punto di vista economico, il ticketing ha risentito profondamente in negativo delle partite giocate a Lucca. Abbiamo tenuto proprio perché la nostra organizzazione era rodata per ogni evenienza e ha ripetutamente gettato il cuore oltre l’ostacolo. Mantenere una realtà del genere in B Nazionale è durissimo ma noi abbiamo sempre cercato di fare il passo lungo quanto la nostra gamba, onorando gli impegni e rispettando al 100% leggi e regolamenti. Devo ringraziare i nostri soci che hanno fatto un lavoro straordinario, assumendosi il peso di questa annata difficile a livello economico. Noi abbiamo creato i presupposti per riportare il basket ad alto livello in modo stabile, per poterlo fare abbiamo bisogno di un ulteriore upgrade (salto di qualità, nda) che da soli non abbiamo la possibilità di fare».
Questione Palaterme, dal Comune avete avuto garanzie sulla fine dei lavori? E sui ristori?
«Questo è un tema delicato e di fondamentale importanza per il nostro futuro. Le previsioni attuali parlano di avere la struttura entro fine ottobre e non nascondo una certa preoccupazione. Dodici mesi fa avevo detto al sindaco che la nostra società poteva reggere l’urto per un anno, non di più. Mi auguro che i lavori al tetto inizino presto altrimenti noi andremo sicuramente in difficoltà. Per i ristori, abbiamo ricevuto a più riprese rassicurazioni e sembra che la procedura stia per essere attivata, anche qua l’augurio è che si faccia in fretta».
Un breve messaggio ai tifosi.
«Li ringrazio dal profondo del cuore e non dimentico i sacrifici che hanno fatto per seguirci. Avere riportato centinaia, talvolta migliaia, di persone in trasferta è un fatto che ha un’importanza straordinaria per il nostro club. Così come avere avuto tremila persone al Palaterme contro Avellino, dati che mancavano da decenni. Una società senza pubblico non ha futuro e, da questo punto di vista, credo di poter dire che il nostro domani possa avere un orizzonte molto luminoso, con tante belle pagine di storia ancora da scrivere».