Addio a Carlo Meccoli, storico direttore del Sesana di Montecatini e maestro delle piste degli ippodromi
È morto a 84 anni all’ospedale di Careggi Carlo Meccoli, figura di riferimento dell’ippica italiana e dell’ippodromo di Montecatini. Per oltre quarant’anni ha costruito piste in tutta Italia e guidato l’impianto termale fino alla pensione. Funerali domani a Sesto Fiorentino
MONTECATINI Si è spento questa mattina all’ospedale di Careggi Carlo Meccoli, 84 anni, figura storica dell’ippica italiana e volto amatissimo dell’ippodromo Sesana di Montecatini. Era ricoverato da alcuni giorni, la morte è sopraggiunta dopo una malattia. Con lui se ne va un pezzo di memoria di un mondo fatto di cavalli, piste e passione artigiana per un mestiere che Meccoli aveva trasformato in una vera missione.
Dalla fine degli anni Settanta aveva girato l’Italia in lungo e in largo specializzandosi nella costruzione delle piste per gli ippodromi: la sua firma è rimasta impressa nel fondo sabbioso di decine di impianti, dal nord al sud del Paese. Un lavoro fatto di competenza, intuito e di un’attenzione quasi maniacale per i dettagli. Poi l’approdo al Sesana, prima come dipendente, quindi come dirigente, fino a diventarne direttore negli ultimi anni prima della pensione, arrivata nei primi Duemila. Per Montecatini e per l’ippodromo fu molto più di un incarico: fu appartenenza quotidiana.
Accanto all’ippica, Meccoli coltivava un’altra grande passione: il tennis. E in quel singolare incrocio tra sport diversi c’era tutta la sua curiosità instancabile. I tubi delle palline gialle li utilizzava anche per raccogliere campioni di sabbia dalle piste di tutta Italia, li studiava, li confrontava, alla ricerca della miscela perfetta per una pista ideale. Paradossalmente, pur avendo passato una vita tra i cavalli, non era mai salito in sella.
Lascia la moglie Maria Gabriella e il figlio David, collega e collaboratore del Tirreno, al quale vanno le condoglianze della redazione. I funerali si terranno domani alle 15 nella chiesa di Santa Maria a Quinto Alto, a Sesto Fiorentino, dove risiedeva con la moglie. Con Carlo Meccoli se ne va un uomo schivo ma affabile, competente, innamorato del suo lavoro e di uno sport che ha contribuito a costruire, metro dopo metro, granello dopo granello.
