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L’inchiesta

Uzzano, rubavano autocarri e camion per “ripulirli” utilizzando i documenti di mezzi da demolire: in otto davanti al giudice, chi sono


	Un'aula di tribunale (foto di archivio)
Un'aula di tribunale (foto di archivio)

L’indagine della polizia era iniziata in seguito al furto di un autocarro avvenuto nel novembre del 2022 a Firenze

17 luglio 2024
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UZZANO. Rubavano camion e autocarri, e anche carroattrezzi, e utilizzavano targhe e documenti di mezzi incidentati acquistati in maniera legittima a prezzi modesti come rottami per poi rivenderli sul mercato legale, soprattutto in Sicilia, nello specifico nella zona di Palermo. Con base operativa in un’officina di Uzzano.

Accusati di furto (15 quelli contestati in varie province toscane), riciclaggio e autoriciclaggio, in cinque erano finiti in carcere e ai domiciliari lo scorso gennaio, su disposizione del gip del tribunale di Pistoia, mentre altri tre indagati erano rimasti a piede libero. Ieri mattina, 16 luglio, tutti sono comparsi davanti al gup del tribunale di Pistoia per essere processati, sei con il rito abbreviato e due dopo la richiesta di patteggiamento da parte del loro avvocato difensore, Giovanni Giovannelli.

Chi

Si tratta di Donato D’Andrea, 59 anni, residente a Pescia; Caterina Zinna, 31 anni, di Palermo; Massimo Zanchiello, 49 anni, residente a Uzzano; Vincenzo Zinna, 50 anni, di Palermo; Nicola Spina, 45 anni, di Palermo; Incoronata Lo Storto, 60 anni, residente a Pescia; Roberto Ciaramitaro, 40 anni, di Palermo; e Vito Mannino, 67 anni, di Palermo. D’Andrea e Lo Storto hanno patteggiato 3 anni e 6 mesi di reclusione, gli altri sono stati condannati a pene dai 3 ai 5 anni.

L’indagine

L’indagine della polizia era iniziata in seguito al furto di un autocarro avvenuto nel novembre del 2022 a Firenze, quando la squadra mobile del capoluogo aveva individuato un’auto in uso ai componenti della banda. Monitoraggio e pedinamenti avevano permesso di ricostruire una serie di precedenti furti. La polizia in seguito aveva arrestato in flagranza Vincenzo Zinna, Zanchiello e Spina, per il furto di autocarro a Pistoia.

Durante il controllo nell’officina di a Uzzano, gli agenti avevano scoperto un veicolo provento di furto nonché quattro scatole contenenti punzoni in metallo alfanumerico utilizzati verosimilmente per effettuare la punzonatura dei telai, oltre che a una serie di targhe, targhette identificative di numero di telaio e infine una serie di blocchetti di accensione con relative chiavi.

La ricostruzione

La polizia aveva così ricostruito il modus operandi della banda: dopo aver acquistato autocarri gravemente incidentati a cifre modeste attraverso società di compravendita di veicoli, una di Palermo e l’altra di Pescia, mettevano a messo a segno furti di veicoli con caratteristiche analoghe, ai quali poi alteravano il numero di telaio, facendolo corrispondere a quello del mezzo danneggiato e legittimamente acquistato. Utilizzando i documenti di questi ultimi, rivendevano sul mercato legale i veicoli “ripulito”, dopo averli imbarcati a Livorno su traghetti diretti a Palermo.

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