Il Tirreno

Montecatini

Il caso

Terme di Montecatini, l’asta deserta fa tornare l’ombra del fallimento: gli scenari e cosa succede adesso

di Simona Peselli

	L'esterno delle Terme
L'esterno delle Terme

Se il concordato non viene portato a compimento i creditori potrebbero chiedere di mandare a monte il piano

17 luglio 2024
4 MINUTI DI LETTURA





MONTECATINI. Dopo l’asta deserta all’orizzonte ricompare il pericolo fallimento per Terme di Montecatini spa. A tirare in ballo di nuovo questa possibilità è Enrico Terzani, liquidatore giudiziario della società. «La legge fallimentare – ha dichiarato Terzani – prevede che se il concordato non viene adempiuto qualsiasi creditore possa chiedere la risoluzione».

Tradotto: se il debito di circa 46 milioni di euro per pagare i creditori non sarà soddisfatto, a loro volta i creditori potrebbero chiedere al giudice di mandare a monte il piano. E questo significherebbe fallimento.

A Firenze ieri, 16 luglio, mentre la temperatura superava i trenta gradi, nello studio del notaio Antonio Gunnella si è preso atto che non c’era stato alcun partecipante all’asta telematica e neppure in presenza.

Non è stata una sorpresa, la notizia era confermata da un paio di giorni. Non sarebbe passato inosservato un deposito cauzionale di circa 4 milioni e duecento mila fatto con bonifico. Eppure era stato fatto tutto il possibile per pubblicizzare la vendita anche oltre confine. Con video suggestivi girati con i droni, foto e descrizioni per specificare la preziosità e storicità di un patrimonio che ha permesso a Montecatini di diventare patrimonio Unesco. In questi mesi, dopo la pubblicazione del bando che è stato tradotto in cinque lingue, anche in arabo e in cinese, non sono mancati gruppi di investitori e advisor interessati. Ma l’impegno economico si è dimostrato superiore e gli imprenditori aspettano prezzi ribassati e occasioni di acquisto. Adesso si ritornerà davanti al giudice del tribunale fallimentare per decidere il futuro di Montecatini e delle sue Terme. Un futuro fatto soprattutto anche di decisioni e scelte politiche, di botta e risposta fra minoranza e maggioranza. Mentre le settimane e i mesi trascorrono in una città sempre più vuota di turisti individuali e di curisti interessati all’idropinica, si prospettano consigli comunali straordinari, manifestazioni pubbliche di protesta.

Intanto arriva il commento dal palazzo di viale Verdi firmato dai gruppi della maggioranza “Per Montecatini Terme”, Pd e Movimento 5 stelle. «La maggioranza – scrivono i tre gruppi consiliari – resta esterrefatta delle uscite sui giornali della Lega e dell’ex sindaco Baroncini che chiede al sindaco Del Rosso di prendere posizione su come intende procedere, quando dovrebbe sapere che il piano di concordato che votò, sia in consiglio che in assemblea dei soci, con il parere contrario delle allora opposizioni, prevede già tutti i passi successivi a questo primo tentativo di vendita. Il destino delle Terme è già quindi delineato con l’omologa del concordato, si arriverà ala vendita in lotti con le offerte irrevocabili di Comune e Regione. Per fortuna all’epoca le opposizioni fecero votare l’impegno dell’ente ad acquisire uno degli immobili storici, altrimenti per volere di Baroncini rischiavamo di spendere due milioni di euro per un marchio dal valore certificato di zero e inutilizzabile senza gli stabilimenti».

Nella sua replica l’ex sindaco Luca Baroncini ribadisce che «la maggioranza ha deciso di amministrare facendo opposizione alla minoranza cui dovrebbe riservare maggiore rispetto, essendo questa rappresentanza di due terzi della città. Attaccare me non è una risposta ai cittadini, anche perché la campagna elettorale è terminata. Le risposte e spiegazioni le fornirò nel consiglio comunale straordinario dedicato».

Sulla vicenda è intervenuta anche Confcommercio, sottolineando che «l’asta andata deserta per le Terme di Montecatini è l’ennesimo passaggio di una partita dai tempi molto lunghi. E conferma quanto sosteniamo da mesi, il futuro della città va costruito puntando su altre traiettorie. Il percorso che dovrebbe portare alla restituzione del complesso termale al territorio dapprima e alla sua effettiva ripartenza è ancora lungo e intricato. Ma Montecatini non può permettersi di attendere. Serve puntare su quegli elementi di forza che già la qualificano come destinazione attrattiva, turismo slow, sportivo, enogastronomico. Per questo c’è necessità di una Dmo (un manager di destinazione ndr)».

«Le Terme – conclude l’Associazione Confcommercio – sono dunque in questo orizzonte strategico un tassello aggiuntivo che andrebbe in futuro a impreziosire l’offerta. Ma puntare il cambio di paradigma del territorio, da meta mordi e fuggi a destinazione ambita, su di esse, sarebbe controproducente». Amore finito fra Montecatini e le sue Terme? Meglio una purga comprata in farmacia rispetto ad un percorso di medicina naturale all’interno di uno stabilimento? La notizia dell’asta e le possibili conseguenze non sembra aver smosso più di tanto l’opinione pubblica. La cura idropinica andrà definitivamente in pensione? Invano, nell’attesa del potenziamento della sfera del wellness e della famosa grande piscina di acqua termale, nessun investitore sembra aver creduto abbastanza in Montecatini e forse, non ci hanno creduto per primi neppure i suoi cittadini.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo piano
Meteo

Maltempo in Toscana, il Lamma: «Perché questa ondata è diversa dall’ultima e le fasce orarie più a rischio di domenica»

di Tommaso Silvi