Nubifragio si abbatte su Massa: in ginocchio le località a monte – Le criticità più pesanti
Frane e smottamenti fra Casette, Santa Lucia, via Bassa Tambura e dei Colli. L’acqua alta arriva anche in via Pisa e la stazione si trasforma in una vasca
MASSA. Un nubifragio, l’ennesimo che si è abbattuto sulla provincia di Massa-Carrara. Causando frane, smottamenti e allagamenti diffusi dalla costa ai monti. Secondo Meteo Apuane tra le 22 e le 23 di domenica 16 novembre si è registrato il primo picco di precipitazioni, poi seguito da un secondo nelle prime ore del mattino. Basti pensare che a Massa, dopo le 23, sempre secondo il portale di meteorologia gli accumuli hanno superato i cento millimetri, causando criticità idrauliche diffuse. La conseguenza è stata quella di un copione già visto: frane, smottamenti, allagamenti.
Sui versanti montani la pioggia ha lasciato il segno in più punti. Nelle strade di sua competenza, la Provincia di Massa-Carrara segnala che «a Montignoso un piccolo smottamento lungo la Sp1 ha invaso la carreggiata», con le operazioni di pulizia già in corso d’opera in mattinata. A Massa invece i movimenti franosi sono stati tre: «In via dei Colli è stata pulita la strada, permettendo il transito delle auto in attesa comunque di un intervento di messa in sicurezza. In via Bassa Tambura gli interventi necessari sono stati invece due, uno all’altezza di Santa Lucia e l’altra proseguendo verso Forno. In entrambi i casi le operazioni – ha fatto sapere la Provincia in mattinata – sono in corso per permettere il transito, ma anche qui servirà un intervento successivo». Passando a Carrara, c’è una nuova frana sulla Sp73 poco dopo Gragnana. E questo è il tratto riaperto pochi giorni fa, dopo che l’ente aveva provveduto a rimuovere una precedente frana. Anche in questo caso la viabilità è stata parzialmente ripristinata, ma si attende un nuovo intervento.
Quanto alla situazione nel territorio massese, fino al tardo pomeriggio di oggi, lunedì 17 novembre, non è stato reso noto dal Comune un quadro ufficiale degli interventi e delle criticità riscontrate. Risultano però movimenti franosi e smottamenti a Forno e Casette, anche in prossimità delle abitazioni. Mentre la pioggia scendeva, Massa si allagava. A cominciare dai sottopassi, come quello in via degli Oliveti dove un’auto è rimasta intrappolata nell’acqua. Alla stazione ferroviaria le acque provenienti da viale della Stazione hanno reso la piazza una vasca profonda diversi centimetri e rendendo il rientro a casa degli ultimi pendolari un'odissea.
Una decina di passeggeri scesi dal treno delle 23 sono rimasti chiusi dentro la stazione per "colpa" delle paratie, che se da un lato impedivano all'acqua di entrare dall'altro impedivano ai passeggeri di uscire. L’unico modo (salvo aspettare il deflusso) è stato scavalcare le recinzioni, raggiungendo il camminatoio che porta verso i Quercioli o bagnarsi fino alle caviglie per andare alle auto parcheggiate.
Anche il Frigido è tornato a dare segnali preoccupanti. Durante la notte ha raggiunto di nuovo livelli critici, ormai sempre più frequenti, tanto da allagare la passeggiata che costeggia il fiume. Il racconto più duro arriva però dalle frazioni di montagna. A Forno, spiega la consigliera comunale Giovanna Santi, la situazione è tornata rapidamente fuori controllo: «Ci sono due grosse frane vicino al campo sportivo, una delle quali ha isolato momentaneamente la frazione di Ilci. A Forno si è mossa di nuovo la frana regolata da semafori provvisori, abbiamo avuto allagamenti nella scuola e nella chiesa di Sant’Anna, e una frana è entrata nel giardino di una casa rompendo una finestra».
Nella zona di Casette le frane sono state due: «Una ha sfiorato il cimitero costringendo all’evacuazione di due famiglie; l’altra è scesa accanto alla sede storica del Partito comunista, lasciando percorribile solo il tratto pedonale. Nella zona della pesa pubblica a Santa Lucia la frana ha isolato completamente gli abitanti nel corso della notte e anche se al mattino la strada è stata parzialmente riaperta il passaggio resta pericoloso». Il quadro, secondo Santi, è desolante: «Ogni settimana la situazione peggiora. Rischiamo la vita ogni volta che piove. Servono interventi urgenti, a partire dal rintracciare i proprietari privati dei versanti per imporre la messa in sicurezza. Ma anche Comune e Provincia devono predisporre un piano straordinario».
