L'alluvione
Carrara, giù la vetrina a picconate: svaligiata una storica boutique
I ladri nella notte hanno rubato l’intera collezione di Elisabetta Franchi: il racconto delle titolari
CARRARA. I fanali accesi puntati sulla vetrina. Tre colpi fragorosi. Un fischio di richiamo. E un’auto di grossa cilindrata che fugge via. Così è andato a segno il colpo-grosso in una notissima boutique nel cuore di Marina: La Ponderosa. Da una delle due vetrine, picconata fino a sbriciolarla, nella notte tra giovedì e venerdì (24 ottobre), è stata rubata l’intera collezione autunno-inverno di Elisabetta Franchi, brand del lusso accessibile. Almeno due sono i testimoni che hanno udito qualcosa: uno è riuscito a fare un video con le ultime istantanee dell’assalto. Solo capi firmati Elisabetta Franchi sono stati arraffati, nonostante nel negozio ci fossero borse, scarpe e vestiti di altre griffe: non ci sono pressoché dubbi che sia stato un furto su commissione.
«Ho guardato la sveglia»
Siamo in via Venezia. Davanti alla pizzeria La Botte, sul marciapiede opposto, c’è La Ponderosa, uno dei negozi più noti di Marina, da trent’anni sul mercato e con una clientela femminile affezionata e di buon gusto. Il blitz inizia intorno alle 3,40: «Erano le 3,42, ho guardato l’orologio, quando ho sentito un fragore», dice una testimone che abita a qualche decina di metri dalla boutique.
L’assalto
«Un’automobile illumina con i fari la vetrina», per facilitare la missione dell’incursore (uno o più di uno?). Si sentono «tre colpi, uno dietro l’altro». Il vetro è preso a picconate: presumibilmente con una mazza che potrebbe essere stata “armata”, chissà, con punte diamantate o qualcosa di simile. La vetrina va in frantumi. La boutique viene saccheggiata. Negli appartamenti sopra al negozio c’è chi si sveglia: «Ho sentito un fischio», come se un ladro volesse attirare l’attenzione di un complice. Poi si coglie qualche parola: «Arriva macchina», qualcuno dice con un intercalare che parrebbe straniero. Spunta un’automobile marca Audi di colore nero, che viene finanche ripresa nel video di un residente, e che sparisce in una manciata di secondi. Stop, il raid è terminato. Ma è stata “catturata” la targa del veicolo: risulterà rubato.
L’allarme ko
Alle 4, 15 le titolari, Laura e Silvia Locati Luciani, figlie e nipoti delle storiche commercianti che inaugurarono La Ponderosa, vengono avvertite dai carabinieri. «È dal 1995 che siamo qui e non era mai accaduto nulla». Mai un’infrazione, mai un furto. Certo è, dicono, che «l’allarme non ha suonato»: non ha funzionato il sistema di sicurezza installato da un istituto di vigilanza; «Quando siamo arrivate – dicono – sembrava in avaria». Si fa strada l’ipotesi che i ladri possano aver impiegato uno strumento in grado di mandare ko il dispositivo anti-furto: un jammer, cioè un disturbatore di frequenza, illegale in Italia, o qualcosa del genere. Tant’è che desta curiosità il fatto che anche il sistema di allarme del bar Little B, accanto, all’apertura, sia stato trovato “fuori uso”, riferiscono i titolari.
Le indagini
In via Venezia sono intervenuti i carabinieri: all’Arma sono affidate le indagini. L’idea è che questo sia un furto “con mandante”: «Sarà un caso – dicono le sorelle Locati Luciani – ma in vetrina avevamo due paia di scarpe di Patrizia Pepe e le hanno lasciate lì, come il blocchetto degli assegni». Il bottino è da decine di migliaia di euro: basti pensare che un cappotto di Elisabetta Franchi costa duemila euro. Ladri intenditori: e se non lo sono loro lo è sicuramente chi ha commissionato il furto.
