Francesca salva il fidanzato dall’infarto: «Quelle parole all’orecchio e poi lui ha aperto gli occhi...»
Massa, l’intervento provvidenziale della 28enne. I medici: «Un esempio dell’importanza delle manovre di primo soccorso»
MASSA. Sembra un film, di quelli in cui vengono stravolti i concetti di limiti e di tempo: eppure non è un film, non è una serie tv, anzi. Sono frammenti di vita vera che arrivano dalla provincia toscana. Francesca Carpina, 28 anni, di Massa, ha salvato la vita al compagno, Lucky Beccari, 39 anni: il suo tempismo e la capacità dei medici, lo vedremo, risulteranno decisivi per Lucky.
Cosa è successo
Ma andiamo con ordine. È l’alba, il compagno mentre dorme ha un arresto cardiaco, lei se ne accorge e «andando oltre i miei limiti caratteriali, probabilmente spinta dalla paura, dal pericolo di perdere una persona cara, sono subito intervenuta e ho chiamato i soccorsi. Pensi sempre che non ti capiti, ma quando succede…», racconta la ventottenne. Sono le 6 della mattina di domenica 23 marzo, Francesca sente dei rumori strani mentre dorme, si alza e il compagno non risponde. Accende la luce: gli occhi di Lucky sono girati, la lingua sembra incastrata – prosegue nel racconto la donna, ancora emotivamente provata inevitabilmente da quanto accaduto – e lui è fermo, immobile.
La data e i soccorsi
«Erano le 6 di domenica 23 marzo: una data che difficilmente scorderò, visto che nel 2014, nello stesso giorno, ho perso mio zio per un infarto fulminante. Domenica all’alba, ho urlato, ma tutti dormivano nel condominio. Quando mi sono accorta di quello che stava succedendo mi sono detta: “Devi farti forza, se svieni e perdi il controllo, lui muore”. Mi auto-urlavo: “Forza, forza”. Ho tirato fuori la lingua incastrata e il bite dei denti, ho iniziato a fare il massaggio cardiaco e ho chiamato i soccorsi che mi hanno consigliato di continuare. Avevo fatto un corso di formazione di primo soccorso al lavoro e sono ripartita da lì…», riavvolge il nastro Francesca che s’interrompe per qualche secondo («scusate, ma non è semplice raccontare questa cosa…»). Poi arriva l’ambulanza che lo porterà all’Ospedale del Cuore di Massa: entrano in campo gli altri protagonisti decisivi, lo staff medico. Qui rimane ricoverato per un primo intervento e per accertamenti per qualche giorno, per poi essere trasferito per ulteriori esami all’Ospedale San Cataldo-Cnr di Pisa.
Le parole e la musica
«Devo davvero ringraziare i medici delle strutture del team di Monasterio per ciò che hanno fatto, per la loro professionalità e per la grande umanità – riprende Francesca –. È rimasto in coma tre giorni, poi si è svegliato ed è stato trasferito a Pisa da dove è stato dimesso qualche giorno fa e ora siamo a casa. Come sta? Qualche dolore, ma sta bene, anche se non ricorda nulla di quegli attimi ovviamente. Io, invece, sono ancora un po’ sotto choc in realtà…», ammette. E rivela: «Quando mi hanno fatto entrare nella stanza in cui era ricoverato gli sussurravo “ti amo” nell’orecchio, gli prendevo la mano e poi gli ho fatto ascoltare la nostra canzone: “Era una vita che ti stavo aspettando” di Francesco Renga».
E conclude: «In queste situazioni complicate, capisci come ti giochi tutto in poco tempo. Conoscendomi, sono sincera: non so come abbia fatto, sicuramente è stata una risposta dell’istinto vedendo una persona cara in pericolo. Finché non ti succede, non ci pensi mai: sembrava un film...un incubo».
Lo staff medico
«La storia di Lucky, salvato dalla giovane compagna Francesca, è l’esempio dell’importanza delle manovre di primo soccorso. Riconoscere un arresto cardiaco, allertare immediatamente i soccorsi e iniziare appena possibile le manovre rianimatorie significa poter salvare una vita. In caso di arresto cardiaco, se non si interviene immediatamente – spiega il dottor Umberto Paradossi, direttore della Cardiologia – le probabilità di sopravvivenza si riducono progressivamente ogni minuto. Dopo 5 minuti, sono solo del 50%. Ogni anno in Italia circa 60.000 persone sono colpite da arresto cardiaco e nell’80% dei casi l’arresto avviene fuori dalle strutture sanitarie e spesso a domicilio. Per questo è fondamentale che la popolazione, grazie ai corsi Blsd, possa davvero imparare come salvare una vita, riconoscendo l’arresto cardiaco, allertando immediatamente i soccorsi e ad eseguire le prime manovre di rianimazione. Il mio è un appello a tutta la cittadinanza: fate i corsi e imparate le manovre di cardiorianimazione».