Il Tirreno

Sos raggiri

«Pronto, posso prenotare?», inizia così la nuova truffa che sta mandando in tilt gli hotel toscani – I casi

di Gabriele Buffoni
Uno scorcio della costa apuana (foto d'archivio)
Uno scorcio della costa apuana (foto d'archivio)

Prenotazioni con carte clonate, poi vengono richiesti rimborsi su altri conti: «Abbiamo subito lanciato l’allarme»

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MASSA. Un nuovo raggiro sta sempre più prendendo piede sulla riviera apuana. E stavolta tra le vittime (collaterali e non) coinvolte in questa elaborata e nuova forma di truffa ci sono anche gli hotel e le altre attività ricettive di Massa, Carrara e del resto delle frazioni costiere a maggiore impronta turistica del territorio di tutta la provincia. A lanciare l’allarme è la sezione operativa per la sicurezza cibernetica della polizia postale di Massa che nelle ultime settimane ha ricevuto svariate segnalazioni (tra e quali anche una denuncia) da parte di operatori di strutture ricettive di tutta l’area apuana riguardanti raggiri – tentati ma anche andati a buon fine – del tutto simili tra di loro.

Come funziona

La nuova frontiera della truffa inizia con l’appropriarsi degli estremi di una carta di credito o di debito. Questo può avvenire con la ormai ben nota clonazione della carta, ma anche con altri metodi per i quali è appunto sufficiente entrare in possesso degli estremi numerici e i codici di sicurezza dei metodi di pagamento (sia per quanto riguarda le carte abilitate che per i servizi di home banking). Una volta assicuratosi l’accesso a una fonte di denaro di proprietà di una terza persona, il truffatore mette in atto il proprio piano per appropriarsi di cifre tutt’altro che irrilevanti. Evitando di far scattare campanelli di allarme con una serie di micro-transazioni ma, di fatto, riciclando il denaro in un circuito formalmente “pulito” e che prevede il passaggio di soldi anche con cifre considerevoli. È qui che entrano in gioco gli hotel.

E nello specifico, le strutture alberghiere della costa apuana. L’autore del raggiro mette infatti nel mirino un hotel, contatta la struttura e – spacciandosi o facendo intendere all’operatore con cui sta trattando di essere un appartenente alle forze dell’ordine (forse per superare eventuali tentennamenti e assicurarsi la fiducia dell’interlocutore) – si fa fare un preventivo di spesa chiedendo la disponibilità per soggiorni anche di lungo periodo. Dopodiché paga la cifra pattuita utilizzando le carte di cui si è appropriato indebitamente (perlopiù abilitate anche su circuiti interbancari internazionali) o il circuito di pagamento previsto dall’home banking di cui ha avuto le credenziali. Poi, passati pochi giorni, contatta di nuovo l’hotel per effettuare la disdetta della prenotazione per una ragione improvvisa. E chiedendo così alla struttura il rimborso – totale o parziale – dell’importo versato, dando però indicazione di accreditarlo su una piattaforma o su una carta di credito diversa da quelle utilizzate in precedenza per il saldo anticipato del soggiorno.

«In questo modo – spiega la dirigente del centro operativo per la sicurezza cibernetica della polizia postale toscana Eva Claudia Cosentino – i soldi che vengono rimborsati finiscono direttamente nelle tasche del truffatore. Passando attraverso la struttura alberghiera dalla carta di cui l’autore del raggiro si è appropriato a un canale di cui ha pronta disponibilità». Anche, quindi, per ritirare la somma e non lasciare tracce nei circuiti informatici e bancari. Gli hotel, quindi, restano vittime inconsapevoli e collaterali di vere e proprie truffe a danni di terze persone. «Abbiamo riscontrato un aumento sensibile – spiega Cosentino – per questo abbiamo subito lanciato l’allarme: gli operatori e le associazioni di categoria sono invitate a prestare la massima attenzione e a segnalare o denunciare casi analoghi agli agenti della polizia postale».

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