La guida
Marina di Carrara, sferra un pugno alla fidanzata e lei cade a terra tramortita. Il racconto di una scena straziante
Arriva la polizia ma la giovane non denuncia. «È una vicenda complicata», le parole a una mamma che l’ha soccorsa
MARINA DI CARRARA. Lei e lui, giovani ma non giovanissimi: sono per strada a passeggio un venerdì sera di fine estate. Dopo quella che sembra una scaramuccia d’amore, lei stramazza a terra: il colpo con il pugno chiuso che le ha vibrato il partner non la fa rialzare. In tanti vedono la scena, in pochi sembrano voler intervenire. Poi, una donna soccorre la giovane e una madre di famiglia chiama la polizia.
Il colpo e l’urlo
Marina di Carrara, venerdì 13 settembre, ore 22, via Venezia: siamo nel tratto tra il bar La Tazza d’oro e l’hotel Doride. C’è una coppia – tra trenta e quarant’anni – che cammina in direzione piazza Nazioni Unite. Si allungano le mani, l’uno con l’altra, forse stanno scherzando, come fanno i giovani innamorati. E invece no. Si sente un colpo sordo. Poi un urlo. Lei è sull’asfalto, lui, accanto, la sovrasta. «Le ha mollato un cazzotto», dice qualcuno, sbalordito, che si ferma. La giovane non si alza, resta lì come fosse un ammasso di stracci. C’è chi si ferma a guardare badando a mantenere le distanze: lui, alto e fisicamente prestante, appare alquanto esagitato. C’è chi prosegue verso la gelateria di via Rinchiosa: «Sono ubriachi». Non sono ubriachi: almeno lei non lo è.
Il soccorso
Possibile che non si muova nessuno? Possibile tanta incertezza nell’intervenire? Eppure ci sono famiglie al completo, gruppi di ragazzi trentenni. Una donna con il proprio cagnolino si avvicina alla giovane: le tende la mano, la fa alzare, lei ringrazia, lui impreca. Entrambe si appoggiano su una delle sedute esterne dell’Hotel Doride. Intanto, due bambine a spasso con i genitori scoppiano a piangere: sono rimaste colpite dalla scena di violenza. E la mamma di una delle due ragazzine compone il 112.
«È una lunga vicenda»
La giovane si tiene la testa tra le mani: è stata colpita all’orecchio sinistro; «Le ha sferrato un pugno come fosse stata uno scatolone di cartone», dirà un testimone «Mi sento frastornata», prova a proferire qualche parola lei, ma non vuole andare in ospedale: è preoccupata delle conseguenze di come la situazione «già complicata», possa ingarbugliarsi ulteriormente. Sono due anni che hanno una storia, racconta: «Ci lasciamo e ci rimettiamo insieme, è tutto così». Il motivo di tanta violenza non si comprende: «È una vicenda complicata», dice la giovane alla donna che l’ha soccorsa, a cui confessa di voler solo tornare a casa, ma già si comprende che, probabilmente, tornerà a casa con lui. Eppure, il fidanzato, dall’altro lato della strada continua a inveire e a offenderla. Appare alterato, fa avanti e indietro: «Non creda a quello che dice», urla alla donna con il cagnolino e fa il gesto per dire che la compagna è pazza. Continua il suo sproloquio.
La volante
Arriva una pantera della polizia. Scendono due poliziotti, uno va da lui, l’altro da lei; quest’ultimo chiede alla giovane come sta, se vuole andare in ospedale, se vuole denunciarlo. Intanto lui, alla vista della polizia, si dà una chetata. Niente denuncia, lei non spiega neppure se c’è un perché di quanto accaduto, ma alla domanda se quella fosse stata la prima volta di un’aggressione fisica risponde «sì». Si alza, ringrazia i poliziotti, la donna che nel frattempo l’ha confortata, abbraccia quest’ultima con slancio. E se ne va: con lui.