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Porcari, aumentano i costi per il depuratore: ora servono 23,3 milioni

di Pietro Barghigiani
Porcari, aumentano i costi per il depuratore: ora servono 23,3 milioni

Ecco perché rincarano le spese per i lavori per il potenziamento dell'impianto di Casa del Lupo

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PORCARI. Un consistente aumento dei costi, sforati di gran lunga dall’inizio del cantiere, per potenziare l’impianto di depurazione di Casa del Lupo, il cui primo lotto è quasi concluso. E l’allungamento della concessione almeno fino al 2045.

Gli importi per ammodernare il depuratore che tratta scarichi civili e industriali sono di assoluto rilievo. Dall’ipotesi iniziale di un investimento di 19 milioni e 621mila euro la somma invocata passa a 23 milioni e 300mila euro.

I termini della vicenda, che ha sullo sfondo un non trascurabile potenziale contenzioso con l’impresa che sta facendo i lavori, sono stati definiti dalla giunta con una delibera che sarà inviata alla Regione.

Il Comune «ritiene necessario che venga anche garantita la prosecuzione dell’attuale assetto societario quanto alla forma mista pubblico-privata, e che comunque i soci pubblici siano rappresentativi della maggioranza della compagine sociale».

Il gestore dell’impianto è Aquapur Multiservizi Spa in cui Capannori ha il 34, 9%. La maggioranza delle azioni è detenuta dai Comuni di Capannori, Porcari, Altopascio e Montecarlo (in tutto circa il 60%) , mentre il restante 40% è di proprietà della Confindustria Toscana Nord, del Cid (Consorzio Industriale Depurazione Acque) e delle aziende utenti.

La Regione ha previsto il trasferimento a titolo gratuito dell’impianto di depurazione degli scarichi civili ed industriali di “Casa del Lupo”, demanio regionale al demanio del Comune di Porcari. Gli scarichi delle acque trattate finiscono nel rio Frizzone. Questo è il quadro attuale. Il progetto, in ritardo nella sua esecuzioni per varie vicissitudini tra cui l’emergenza Covid, prevede un radicale cambiamento strutturale.

La realizzazione del primo stralcio (linea acque) garantirà il trattamento degli attuali carichi in ingresso, permettendo la messa in disuso dell’impianto esistente in attesa di un suo futuro adeguamento con la realizzazione degli stralci successivi, ed un incremento della portata idraulica massima trattabile dagli attuali 1. 670 m3/h a 2. 300 m3/h. Il primo stralcio è quasi concluso. Alla fine dell’opera complessiva saranno ridotti drasticamente «i rischi di fuoriuscita di fanghi e/o altro dalle vasche e migliorando sensibilmente l’abbattimento degli odori nell’ambiente circostante, aspetto quest’ultimo non trascurabile tenuto conto del peso che l’inquinamento ambientale, anche odorigeno, ha assunto negli ultimi anni» spiegano da Capannori.

Tra fallimento della capogruppo mandataria del raggruppamento di imprese, il Covid e l’aumento dei costi in corso d’opera delle materie prime alla fine le spese sono cresciute in maniera esponenziale e ora si cercano risorse per far fronte alla conclusione dell’ampliamento dell’impianto per estensione e contenuti di trattamento avanzato.

L’obiettivo è di arrivare a trattare 4. 900 m3 di acque in un’ora. Il triplo di quanto viene garantito finora. Alla Regione il Comune invierà la relazione sulla situazione, tra spese e tempi di gestione. firmata da Aquapur chiedendo di aggiornare l’investimento, portandolo a 23,3 milioni di euro, e di allungare la concessione per consentire una riduzione dei costi di ammortamento fissando la scadenza al 2045l


 

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