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Livorno, vendere o restare: Esciua sfoglia la margherita

di Alessandro Lazzerini
Livorno, vendere o restare: Esciua sfoglia la margherita<br type="_moz" />

Il patron diviso tra la tentazione di vendere o restare puntando alla B. Nei prossimi giorni il ritorno in Italia e gli incontri con gli offerenti 

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LIVORNO. Vendo, non vendo. Sono giorni chiave per il futuro del Livorno e per il presidente Joel Esciua che sfoglia la margherita. L’imprenditore brasiliano in questi giorni era fuori dall’Italia per motivi di lavoro (non era presente neanche contro il Campobasso) ed è atteso a Livorno nella giornata di oggi. Se è vero che Esciua non ha pubblicamente messo in vendita la società, il fatto che più imprenditori si siano fatti vivi nello stesso momento, è segno che il presidente sia quantomeno disposto ad ascoltare e valutare certe proposte. In questi giorni, infatti, potrebbero esserci incontri con gli imprenditori alla finestra e quindi possibili novità.

I motivi del sì

Una premessa basilare: come anticipato ieri, scegliamo di non rendere noti i nomi degli imprenditori, in particolare quello toscano, che al momento sembra la pista più concreta, visti i patti di riservatezza che sono stati firmati. Insomma, nell’interesse delle parti coinvolte nella trattativa, quindi del Livorno e dei tifosi. Come detto, questi sono giorni di riflessione per il presidente Esciua. Tra i motivi che possano portarlo a vendere ce ne sono diversi. In questi anni il patron non è mai entrato nel cuore di una parte della piazza, in particolare della Nord che ha più volte definito la frattura insanabile. La società in questi anni ha dimostrato di far fatica a strutturarsi fuori dal campo: non è stato rimpiazzato il direttore generale e le complessità logistiche sono tante, come evidenziato anche da Formisano, e in qualche modo confermato da Noce, nei giorni dopo la Vis Pesaro. In più una stagione sportiva, al momento sotto le aspettative e con diverse complessità, oltre al fatto, magari, di dover investire altri soldi nel mercato di gennaio per garantirsi un campionato tranquillo.

Altro motivo, è il modo in cui uscirebbe Esciua se vendesse oggi: in positivo in termini sportivi. Ha preso il Livorno in Serie D e lo lascerebbe in C e con 20 anni di gestione di un centro sportivo.

Infine, anche la famiglia, sembra, stia spingendo verso questa strada, visto l’impegno di tempo ed economico che il presidente ha e il feeling mai scoppiato con la piazza. Secondo alcune indiscrezioni, per cedere il Livorno, Esciua chiederebbe una cifra intorno ai 5 milioni, dieci volte in più, circa, di quanto la pagò nella primavera del 2023.

I motivi del no

Motivi per chiudere la propria avventura in amaranto, sempre che certe offerte siano poi concrete, tanti motivi anche, però, per andare avanti e continuare il percorso. In primis, le caratteristiche che l’uomo Joel Esciua ha sempre dimostrato in questi anni: persona ambiziosa e determinata, pronta a tirare a dritto, contro qualsiasi ostacolo, pur di arrivare all’obiettivo. E l’obiettivo del presidente, fin dalla prima conferenza, era quello di portare il Livorno in Serie B. La voglia di raggiungere la cadetteria in tre anni potrebbe portarlo a dire “no, grazie”. In più, a dimostrazione di un progetto che può andare avanti, c’è la richiesta di informazione da parte di Esciua, avvenuta la scorsa settimana, sui campi del Piancastelli, pensando all’ampliamento del centro sportivo di Banditella, dove al momento è comunque tutto fermo.

A chiudere c’è la questione economica. Conoscendo il presidente in questi anni e il suo modus operandi nelle trattative, o l’offerta arriva alla cifra richiesta, o trovare un accordo sarà difficile. Insomma, come spiegato, sono giorni caldi per il futuro del Livorno. Il ritorno del presidente in città può fare la differenza, in un verso o nell’altro. E gli incontri che dovrebbero esserci nei prossimi giorni lo stesso.
 

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